Cathédrale de Sait Pierre de Genève: nella stratigrafia archeologica

In copertina: sepoltura di dignitario allobrogio (100 a.C.). Sito archeologico de la Cathédrale de Saint Pierre.

Introduzione

Per le storie che vengono da lontano parliamo, questa volta, di stratigrafia archeologica. Non sarà una spiegazione scientifica, storica o accademica del suo significato. Al contrario sarà il racconto di quella, unica ed originale, che è realmente e fisicamente possibile attraversare con un percorso didattico che consente al visitatore di passeggiare all’interno di un deposito archeologico.
È anacronistico? È una cosa da soli addetti ai lavori? No. È una reale possibilità.
Ginevra, città vecchia (Vieille Ville). Sito archeologico della Cattedrale, la Cathédrale de Saint Pierre.

Un po’ di storia

I risultati delle scoperte fatte nei cantieri di scavo archeologico condotti dal Service Cantonale d’Archeologie fra il 1976 ed il 2006, in concomitanza del restauro del monumento, sono esposti e resi fruibili nei tremila metri quadrati disponibili per la visita.
Gli scavi sono iniziati dalla Chapelle des Macchabées che si trova immediatamente a destra dell’ingresso alla cathédrale. Durante i trent’anni di lavori, gli scavi archeologici sono stati estesi a tutto il sottosuolo dell’edificio monumentale ed alle sue immediate vicinanze. Ciò ha consentito di mettere in luce la storia della Vieille Ville (il centro storico di Ginevra) sorta sulla collina prospiciente il Lago Lemano.
È stata portata in luce una serie di edifici sacri (il primo è del IV secolo) e civili di epoca differente che si sono succeduti e sono stati utilizzati dal II secolo a.C. al 1160 quando è stata posta la prima pietra dell’ultima Cattedrale, terminata nel 1250.

Il percorso museale della Cattedrale di Ginevra

L’esordio del percorso museale sotterraneo appare convenzionale, ma non scontato…
La prima sorpresa è prossima alla soglia d’ingresso della cattedrale di IV-VI secolo (la Cattedrale Nord testimone della Ginevra paleocristiana, centro di sviluppo del cristianesimo). L’ingresso si apriva lungo un fianco dell’edificio e non in asse, sulla facciata. Ed è proprio li che è stata rinvenuta la base dello stampo di fusione della più importante e grande delle quarantacinque campane della cattedrale odierna. Si tratta della quattrocentesca Clémence, fusa dal maestro campanaro Guerri Marclay.
La base dello stampo è rappresentata da una vasta impronta circolare con strutture radiali che testimonia la fusione eseguita in una fossa (Figura 1). Lo stampo è stato sepolto affinché non esplodesse per la pressione esercitata dal metallo fuso. Gli archeologi sono stati in grado di attribuire il forno fusorio alla campana Clémence grazie alla dimensione del diametro di base pari 2,05 metri. La fusione è avvenuta nel 1407 a spese di Roberto da Ginevra, papa ad Avignone (antipapa) col nome di Clemente VII (1342-1394).
Poco più avanti ed in continuità con la Cattedrale Nord si trovano i resti di una fila di abitazioni costituite ognuna da due stanze sovrapposte. I locali inferiori erano riscaldati con un sistema di condotte nelle quali scorreva acqua calda (Figura 2), sul modello degli edifici romani. Queste abitazioni erano riservate ai chierici che qui risiedevano e lavoravano.
Le epoche di frequentazione precedenti sono testimoniate dalla presenza di pozzi, di un edificio con probabile vocazione di culto, da alcune sepolture e da un’area per la lavorazione del grano. In particolare, questo era un locale di servizio con funzione di essiccatoio, datato al III-IV secolo, (Figura 3). Il piano della camera di riscaldamento a cupola è quanto ne rimane, mentre è andato perduto il soprastante livello di lavoro sul quale veniva asciugato il frumento appena raccolto. L’essiccazione del frumento era necessaria per conservarlo in quella particolare situazione climatica, poco favorevole. Questa operazione viene ancora oggi praticata in alcune regioni settentrionali europee.

Genève

Cesare CAPRANICA, La cita di Ginevra, 1597. République souveraine depuis 1534, «Rome protestante» (1536) dominée par son temple, Genève exerce le droit de punir en son ressort urbain et rural. Potences et roue: le lieu patibulaire domine la cité puisque chaque justiciable doit vivre dans le respect des lois. BGE, Centre d’iconographie genevoise, gravure, 42×55.3 cm, 16 M O2 (photo Nicolas Crispini). Da: https://ge.ch/archives/2-republique-de-geneve-ressort-judiciaire

Il percorso sotterraneo della Cattedrale di Ginevra. La stratigrafia archeologica

Il percorso sotterraneo giunge poi ad un’ampia sala con audiovisivo ed una descrizione della stratigrafia archeologica, ampia e complessa, che è stata documentata nei trent’anni di scavi.
Di fianco, un angusto passaggio introduce alla meraviglia. Si trova in corrispondenza della terza cattedrale di VII-VIII secolo (Figura 4), costruita ad estensione del battistero (Figura 5).
Si accede così alla parte più spettacolare del percorso, la porzione più originale ed estremamente didattica, quella che si snoda entro una lunga ed articolata trincea all’interno della stratigrafia archeologica del potente deposito (Figura 6, Figura 7 e Figura 8).
I livelli archeologici si aprono, poi occasionalmente, in nicchie e terrazzi più o meno ampi che mostrano gli elementi fondamentali di quanto accaduto nell’epoca di riferimento.
Si scopre così la sepoltura (vedi immagine di copertina) di un dignitario allobrogio, risalente al 100 a.C. Gli Allobrogi erano una popolazione celtica della Gallia. Abitavano le rive del Lago Lemano e le valli del Rodano e dell’Isère. Nel territorio della futura Ginevra, estendevano il loro potere sul porto e sui territori circostanti.
Proseguendo il percorso si incontrano un soprastante livello di incendio e la cripta romana del XII secolo sulle cui murature spiccano pietre scolpite di reimpiego (Figura 9).
Il percorso raggiunge, infine, la sala di ricevimento del vescovo, contigua alla cattedrale sud e realizzata intorno al 400. Qui gli ospiti erano ricevuti su un sontuoso tappeto a mosaico (Figura 10) testimone delle funzioni svolte dall’alto prelato che aveva anche compiti politici, giudiziari e amministrativi, oltre a quello di ricevere le delegazioni straniere.
Gli ultimi metri del percorso costeggiano i profondi pozzi che, tramite complicati intrecci di canalizzazioni, alimentavano il battistero.
Quindi si esce sulla piazza della Cattedrale.

Riflessioni

La visita è stata lunga ed assolutamente interessante, ma soprattutto sorprendente per quella full immertion nella stratigrafia archeologica che l’ha resa unica.
Un allestimento museale estremamente moderno, originale, spettacolare e didattico.
L’immersione nelle diverse epoche, l’incontro delle tante situazioni e le tracce di lavoro su migliaia di pietre, hanno lasciato grande impressione ed emozione. Una complice crêpe nell’attesa che passasse un forte temporale, ha metabolizzato le tante riflessioni che hanno fatto nascere il desiderio di questo articolo, scritto di getto subito dopo la visita.
Gli approfondimenti e le indicazioni storiche sono state tratte dalla cartellonistica, dagli audiovisivi e dalle pubblicazioni disponibili che accompagnano la lunga visita, nonché dal sito della Cathédrale de Saint Pierre. Per tale motivo in questo articolo non è presente la consueta bibliografia essenziale, ma solo il link al sito archeologico della Cathédrale de Saint Pierre di Ginevra:
http://www.site-archeologique.ch/contenu.php?id-node=3

Rispondi