Copertina – Ammalato, e dopo aver nominato suo erede il pronipote conte Giovanni Filiberto, il conte Federico VI Borromeo Arese morì il 19 settembre 1779. Ma la sua irrequietezza si manifestò anche dopo la morte. Così dopo la soppressione napoleonica del convento dei cappuccini, dov’erai stato sepolto, la salma fu traslata nella chiesa parrocchiale dell’isola Bella. Ci volle questa nuova originalità per consentirgli di risiedere nel luogo tanto ambito, ma ostacolato dal nipote Renato III (Cerri e Zanni, s.d.).
Informativa
I documenti illustrati di seguito sono conservati in parte presso l’Archivio Privato Sanerio Albasini di Losanna ed in parte presso l’Archivio di Stato di Novara, Prefettura Dipartimento dell’Agogna busta 578.
L’Istituto Pubblico conservatore della documentazione, riprodotta in modo parziale o totale, è l’Archivio di Stato di Novara come da Autorizzazione alla pubblicazione di immagini relative al Fondo Prefettura Dipartimento dell’Agogna busta 578, rilasciata dal Ministero della cultura – ARCHIVIO DI STATO DI NOVARA con sua nota prot. 0001279 Class. 28.10.13/1.15, del 01.09.2023.
Analogamente, l’archivio privato di Saverio Albasini di Losanna aveva concesso a suo tempo l’autorizzazione alla pubblicazione dei suoi documenti.
È fatto espresso divieto di ulteriore utilizzo delle riproduzioni.
Il conte (atipico) Federico BORROMEO
Sono gli anni dell’indagine sulla situazione socio-economica della valle Anzasca affidata al marchese Vincenzo Ferrero d’ORMEA, governatore di Novara. Fra gli accertamenti c’era l’effettiva dimensione dell’industria estrattiva dell’oro anzaschino, ma anche la visita fatta dal conte Federico BORROMEO …per reclamare presunte somme dovutegli sia dagli affittuari delle miniere sia dall’intera comunità… (CERRI e ZANNI, s.d., p.332).
Il conte Federico fu un personaggio originale e controverso. Fu affetto, sin da giovane, dalla podagra, la più nota gotta che gli cagionò…accessi di ipocondria (…) che lo resero gracile, irrequieto e ciarliero fin da lasciar credere che qualche volta vaneggiasse. Contribuiva ad alimentare tale credenza la balbuzie di cui era affetto sin dall’infanzia… (CERRI e ZANNI, s.d., p. 334).
Crescendo, vide rafforzarsi una personalità frenetica, irritabile e con comportamenti stravaganti, eccessiva prodigalità e manie di grandezza che furono causa di contrasti anche in famiglia. Per questi atteggiamenti fu relegato all’Isola Madre ed assoggettato ad un’amministrazione controllata dei suoi beni immobili. Ma nonostante tutto continuò a …condurre una vita di stranezze e sperperi, circondandosi di adulatori e approfittatori e seminando debiti sul Verbano e in ogni parte d’Italia… (CERRI e ZANNI, s.d., p. 335). Fu a questo punto che, anche per i contrasti con l’amministrazione centrale, in Federico si radicalizzò l’idea che gli operatori delle miniere anzaschine cercassero di fregarlo nei tributi. E per accertare tale eventualità promosse il suo viaggio di ispezione in Valle.
Il feudo della valle Anzasca, una potenziale risorsa
Ma andiamo per ordine.
Il feudo della Valle Anzasca giunse, attraverso contestate vie ereditarie, allo scialacquatore, libertino e dissennato conte Federico BORROMEO. Questi, sempre in cerca di soldi e per assicurarsi una rendita costante, decise di affittare in blocco le miniere ad un unico impresario.
Così una decina d’anni dopo il precedente contratto, e precisamente mercoledì 4 febbraio 1767 il capitano Bartolomeo TESTONE (figlio di Bartolomeo di Bannio) ricevette dal conte, per mano del suo procuratore e rappresentante Massimo SORESINA, il permesso di …escavare tutti, e qualsisiano Mettalli nella Valle Anzasca di ragione del pred.to Ecc.mo S.r Conte e tanto scoperti, quanto a scoprirsi dalle Calende del mese di Genaro dell’anno 1764 sino al compimento d’ora nove prossimi all’ora avvenire a di triennio in triennio mediante l’annuo fitto, e pagamento di Zechini effettivi di Firenze (Figura 1 e Figura 2) di giusto peso n° ottocento ripartitamente però a pagarsi di semestre in semestre ogni anno anticipatamente… (Archivio di Stato di Novara, Prefettura dell’Agogna, busta 578, 767. 4. Feb.ij – Sublocatio facta per Cap.us d. Barthleus testonu, e d. Ant.us de Feris favore d. Iacobi Gubernorij, et d. Iacobi Rabbalietti; Figura 3.1, Figura 3.2, Figura 3.3, Figura 3.4, Figura 3.5, Figura 3.6, Figura 3.7 e Figura 3.8).
Al Testone era anche concesso di subaffittare le miniere secondo le regole ed in funzione degli accordi presi in precedenza e definiti con l’atto del notaio Pietro Francesco RAGUTIO rogato nella residenza dei Conti, all’Isola Madre, l’8 dicembre 1763.
Del contratto fa menzione anche il marchese d’ORMEA, che fornisce un ragguaglio delle diverse miniere d’oro …proprie del Conte Federico Borromeo, presentemente affittate al Capitano Testoni di Bannio, mediante 800 gigliati annui… parte delle quali esercite dal medesimo e parte subaffittate ad altri. Nella valle di Quarazza (Figura 4) esistono 15 cave delle …quali se ne lavorano soltanto 6. In Pestarena (Figura 4) ve ne sono 40 e più, delle quali se ne lavorano soltanto 14. Li mulini poi inservienti alle miniere per macinare i materiali sono moltissimi; non sempre però continuano tutti a lavorare. Circa la proprietà spettante al feudatario, non può egli impedire la lavorazione delle cave; bensì per diritto feudale gliene spetterebbe il terzo. Per evitare ogni difficoltà s’accontenta di meno, e con un annuo discreto fitto può così animare i popoli ad intraprenderne con maggiore facilità la coltivazione… (BIANCHETTI, 1878. Op. cit.). Anche il d’Engelhard parlava della quota di un terzo, ma in realtà pare che i BORROMEO si accontentassero di meno. La decima fu introdotta, invece dalle Costituzioni del Governo Sardo.
Figura 4 – Stralcio della Carta dei Giacimenti auriferi della Valle Anzasca (MDS). Sono indicati i filoni e le miniere del Gruppo Pestarena (a destra) e Valle Quarazza (in basso al centro). La Carta è stata rilevata e redatta negli anni Ottanta-Novanta del secolo scorso su base topografica della Carta Nazionale della Svizzera a scala 1:25.000. Foglio 1349 Monte Moro.
Archivio di Stato di Novara, Prefettura dell’Agogna, busta 578
TESTONE e soci (per necessità)
Durante il triennio 1767-1769 Bartolomeo TESTONE dovette però dividere i diritti, ed i doveri, acquisiti e sanciti dal patto stipulato il 14 maggio 1766 con Antonio DE FERRIS e Gio. DE PAULIS, ambedue di Alagna (Figura 5 e Figura 6). I DE PAOLIS di Alagna iniziarono la loro attività sfruttando alcuni filoni nell’alta Val Quarazza. Erano posti praticamente lungo la strada di collegamento con la loro terra di provenienza. Ma la loro fortuna iniziò quando entrarono in società con il TESTONE. Nell’agosto 1773 Giovanni DE PAOLIS acquistò i beni di Carlo RESPINI (riguardanti fra l’altro i diritti su alcuni filoni) per 1225 lire e, insieme al fratello Cristofer, i diritti sui filoni e gli opifici di Macugnaga e Crodo da Giuseppe DERICCA (salvi naturamente quelli feudali e statali) per altre 25.000 lire.
Il primo atto societario stipulato dal TESTONE consistè nel subaffittare immediatamente e per lo stesso periodo a Giacomo GOVERNORE e Giacomo RABAGLIETTI di Vanzone …nomin.te la ragione di lavorare, e far lavorare l’inf.te Cave, o sijno Miniere, che sono…:
– metà della miniera chiamata Cavone del Solivo (nn. 32 o 27 di Figura 11);
– metà della miniera Valleri ossia Lavanchetto (41 e 97 di Figura 4). Era risaputo nell’ambiente degli addetti ai lavori, almeno dalla seconda metà del Settecento, che il minerale dei Velleri (Lavanchetto) fosse di qualità inferiore a quello più diffuso in Valle Anzasca;
– una parte della miniera del Pozzone, quella spettante a FERRIS-DE PAOLIS (20 di Figura 4);
– la porzione della miniera Alpetto di pertinenza dei medesimi (36 di Figura 4);
– la miniera della Caccia Vecchia e tutti i relativi filoni (19, 49 e 76 di Figura 4).
L’accordo prevedeva che tutto l’oro e gli altri metalli prodotti dalle miniere, o dalle porzioni di miniera in discorso, fossero riservati ai subaffittuari RABAGLIETTI e GOVERNORE, soggetti anche all’annuo pagamento di …Once quatordeci peso di Piemonte d’oro rosso cioè ben espurgato dal Mercurio non di quello della Cava dei Velleri o sij Lavanchetto (41 e 97 di Figura 4) essendo d’inferiore cavatura, anticipatamente come si dirà ogni anno… in due rate semestrali concordate ai primi di gennaio e di giugno. Solo per l’anno in corso la prima rata fu convenuta per l’inizio di marzo (Archivio di Stato di Novara, Prefettura dell’Agogna, busta 578).
La destinazione dell’oro…
Il contratto stabiliva inoltre che tutto l’oro fosse inoltrato alla Regia Camera di S.S.R.M. di Torino e che alla consegna presenziasse il DE FERRIS. L’atto fu stipulato dal notaio Francus Ant.ij GORINO (Archivio di Stato di Novara, Prefettura dell’Agogna, busta 578).
Evidentemente non sempre questa regola era rispettata. Infatti risulta che quantità, seppure modeste, d’oro fossero piazzate su mercati differenti (Archivio Privato Saverio Albasini, Losanna, 1765 addì 7 Ag.to Intra; Figura 7).
…1765 addì 7 Ag.to Intra
Vi rimetto il Viglietto del ricavo del nro […]
nostro peso ligiero era onj 11. 19 1/2 dal
Amico 2. 14
===========
onz. 14: 9 1/2 fonduto 13.22 1/2 di T. 12 1/4 in T. on. 12.2
Come ben vedete dal Viglietto cala da questo peso a quello in T. oz. 4.
Vi prego all’orche sarete da partenza per qui prendere coppia perchè dei Viglietti dell’oro, ch’avrà vanduto il S.r Zamb.o; per poterle coppiare qui nel libro, e per sapersi regolare in quello venduto a Mil.o m.re sino al v.ro arivo qui non mando il conto […]Apunto m’è riuscito di mettere il recavo netto d’uno, a l’altro oro di diffarente caratero potete esaminare la carta che vi rimetto, che se la troviate andar bene avrei di bono £. 19.14. di crida
Caso, che non mi giongesse in tempo la (…) li darete la mia marsina giacchè si è degnato conferire a noi le comis.ni acciocchè non abbia a restar per la nra strada imperfetta.
N. […] a £ 16.10… (Archivio Privato Saverio Albasini, Losanna. 1765 addì 7 Ag.to Intra; Figura 7).
Per queste operazioni la Compagnia delle Miniere si serviva, fra il 1762 e il 1765, di un certo Giuseppe di Intra come internediario (Archivio Privato Saverio Albasini, Losanna. Spese delle Min.e sino al a p.mo Marzo 1762; Figura 8).
(continua)
Intra Porto Turistico, Verbania, provincia del Verbano-Cusio-Ossola 28922, Italia
Pestarena, Macugnaga, provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Italia
Alagna Valsesia, provincia di Vercelli, Italia
Macugnaga, provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Italia
isola Madre, Isola Madre, Stresa, provincia del Verbano-Cusio-Ossola 28838, Italia
Isola Madre
Bibliografia
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CERRI, R., & ZANNI, A. (2001). Il conte Federico VI Borromeo. La spedizione in Valle Anzasca e altre “stravaganze” (1768). Riv. Verbanus, n. 22,, pp. 331-362
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JORIO, P., & BURZIO, G. (1986). Gli altri mestieri delle valli alpine occidentali. Coll. Quaderni di cultura alpina.
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MORTAROTTI, P. (1985). L’Ossola nell’età Moderna. Domodossola.
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Questo articolo fa parte di una serie di scritti presenti sul sito relativi all’oro, alla sua natura e presenza in Italia Settentrionale, con particolare riferimento ai giacimenti ed alle miniere della Valle Anzasca (VCO).
…In Macugnaga Valle Anzasca vi sono delle Bocche … d’oro e li loro Molini … lavorano quotidiana.te col Mercurio…
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