La Pietra di Luna

copertina

Copertina – LUNAE, Base con dedica a LUNAE, in Marmo Bardiglio (I sec. aC)

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Prologo

Si terrà oggi a Chiavari, presso il Museo Archeologico Nazionale (via Costaguta, civ. 4) una presentazione della mostra La Pietra di Luna, Il marmo di Luni e l’Impero romano,  È ’l’evento culturale più significativo del momento.
Ne parlerà Antonella TRAVERSO (Direzione regionale Musei Liguria, archeologa e direttore del Museo nazionale e parco archeologico di Luni) che insieme a Marcella MANCUSI (Direzione regionale Musei Liguria, archeologa e conservatrice del Museo nazionale e parco archeologico di Luni) e Matteo CADARIO (Università degli Studi di Udine) ne hanno curato l’allestimento ed il catalogo (edito da ELECTA).
Un progetto che si è materializzato dalla collaborazione tra i Musei Nazionali di Genova – Direzione regionale Musei Liguria, il Museo archeologico nazionale e  parco archeologico di Luni e il Museo Nazionale Romano di Roma.
Un appuntamento importante, quello di oggi a Chiavari, sia per chi ha già visitato la mostra di Genova, che per chi sarà interessato a visitarla.
La Pietra di Luna è ospitata nella prestigiosa sede del Palazzo Reale di Genova, e precisamente nel Teatro del Falcone, recuperato dopo le distruzioni inflitte dalla Seconda Guerra.
Sarà ed è un evento suggestivo. Già l’allestimento, curato da GTRF Giovanni TORTELLI Roberto FRASSONI Architetti Associati, è tutto teso a valorizzare quella materia unica che ha dato rilievo e ricchezza a cominciare dagli Egizi, ai Greci, ai Romani e che ancora oggi è simbolo di magnificenza, reale o millantata che sia, da parte di chi se ne circonda.

Ma soprattutto il marmo è materia viva e arte.
È l’elemento che nasconde in se le cose mirabili che gli artisti e gli scalpellini hanno liberato:

…non ha l’ottimo artista alcun concetto
c’un marmo solo in sé non circoscriva
col suo soverchio, e solo a quello arriva
la man che ubbidisce all’intelletto…

(dalle Rime di Michelangelo BUONARROTI).

 

La mostra Pietra di Luna

La mostra si incentra sul marmo.
Dalla materia alla sua presenza e distribuzione nel bacino del Mediterraneo, dall’intuito delle sue potenzialità alla versatilità del suo impiego, dalla fatica del lavoro (estrazione e trasporto) all’industria ed all’indotto che ha creato. Fino al fascino che ha contribuito al ruolo di Roma capitale di un Impero. Un ruolo al quale ha sicuramente influito Ottaviano Augusto che ha stabilito un legame forte fra Luni e la Capitale diventando l’acquirente privilegiato del marmo Lunense.  E il marmo è stato impiegato anche come efficace strumento di propaganda. E proprio a cominciare dall’età augustea il marmo lunense è diventato fondamentale nella trasformazione di Roma e nella comunicazione dell’immagine imperiale. Un intreccio di bellezza e giochi di potere (Marcella MANCUSI).
Fascino perdurato fino alla decadenza di Luni, ma subìto da molte emuli, altre città che si sono rivestite di marmo. È qui una interessante sezione dedicata della mostra.
Durante il percorso si sale fino alle cave di Marmo delle Apuane fiancheggiando il paesaggio ricreato dalle gigantografie pregne della sensibilità verso l’ambiente descritto da Saverio SALVIONI fra il 1810 e il 1813.

Immagine citata nel testo

Figura – La pietra di Luna. L’icona della Mostra e la copertina del catalogo Electa. Statua di figura maschile con lorica.

Luni e il Marmo di Luni

Luni, ricordata come città splendente di bianco, si è trovata al centro di un’ampio distretto marmifero. Luni è la città dove l’impiego della pietra in generale e di differente natura e qualità, è estremamente variegato. Le potenzialità del territorio, dal Promontorio Orientale della Spezia alle Alpi Apuane, sono ampie e differenti. E gli architetti di Luni se ne sono forniti a piene mani nonostante le difficoltà di approvvigionamento.
Luni è sorta in un ambiente protetto da un margine costiero seppure fragile, ma sicuro e tutelato, che ne assicurava riservatezza. Gli approdi effimeri di Luni si collegavano al mare aperto ed ai commerci attraverso canali divaganti. 
Ma questo non gli ha impedito di diventare leader dall’industria marmifera apuana. La scoperta, la coltivazione e l’apprezzamento del Marmo Lunense è stato generale.

Ed ecco l’apertura delle prime cave, le testimonianze rimaste sui fronti di estrazione (Fantiscritti), la fatica, il sudore, la lizzatura, l’imbarco ad Avenza per raggiungere il porto-canale del Tevere e il mercato di Roma.
Ma prima gli approvvigionamenti più prossimi alla città, i molti materiali provenienti dal Promontorio Orientale della Spezia (filladii, calcari, marmo), che si ritrovano diffusamente nell’area archeologica.

Aspetti particolari della mostra

I particolari originali, di interesse della mostra sono molteplici.
CosÌ i ritratti di Antonino Pio e Traiano eseguiti in marmi differenti (Lunense, Pario) e messi a confronto. Oppure i manufatti dei quali sono ancora in corso gli studi per definire la qualità e la provenienza del marmo.
È questo un altro argomento interessante per il marmo di Luni. La conoscenza profonda dell’ambiente e dei materiali ha fatto si che i primi approvvigionamenti avvenissero dai giacimenti piu’ prossimi ed accessibili. Anche piu’ comodi poiché sfruttavano le grandi frane lungo la vicine falesie.
Poi ha prevalso la qualità e quindi l’approvvigionamento più caro, laborioso e faticoso, di marmo Lunense dalle cave apuane.
Luni è rimasta il centro direzionale e commerciale.
I trasporti via mare con le imbarcazioni dedicate che facendo rotta su Roma, ma anche nelle provincie, occidentali di Francia e Spagna; un focus della mostra.
Qui, al piano superiore, alcuni pezzi unici che offrono uno spaccato della vita di bordo, con differenti oggetti ed accessori. Fra questi spicca la pompa di sentina della nave romana detta di Albenga. Era ricavata da differenti legni a seconda delle parti componenti e particolari in bronzo. È un pezzo unico che dopo La Pietra di Luna andrà al nuovo Museo di Albenga, di prossima riapertura.
I pezzi esposti provengono, inoltre, da La Spezia, Lucca, Ferrara, Firenze, Isernia, Ostia, Tolosa e Torino.

Note di servizio

La Pietra di Luna. Il marmo di Luni e l’Impero romano

La mostra, rimarrà aperta fino al 29 settembre 2024: il martedì dalle 13:30 alle 19:00; da mercoledì a sabato dalle 09:00 alle 19:00 e la prima e terza domenica dalle 13:00 alle 19:00

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