Coltivazione e lavorazione della canapa per tessitura in Lunigiana e nel ferrarese

La canapa, nel senso di fibra tessile, era ottenuta dal floema dei fusti delle piante di Cannabis sativa.
Nel tempo, è stata una coltura alternativa a quelle più pregiate del cotone (ricavato dalla bambagia che avvolge i semi delle piante del genere Gossypium.) e del lino (Linum usitatissimum).

La coltivazione della canapa era diffusa, tradizionalmente, nelle campagne e nella Pianura Padana.
Veniva lavorata per ricavarne le fibre vegetali da utilizzare, da sola o mista ad un po’ di lino, per la filatura e la preparazione di tessuti.

L’inverno era il tempo di filare per le donne di una volta. L’inverno era la stagione nella quale c’era un po’ piu tempo da dedicare a questo lavoro che integrava, comunque, l’impegno della casa, dei figli, dell’orto e delle bestie.
Era il lavoro di tutte le sere e dei momenti liberi.
Innanzitutto, bisognava preparare le matasse. Questo lavoro era iniziato, di solito, a gennaio. Ci volevano, in media, tre fusi per fare una matassa.
La cultura materiale ricorda che le …stopa la vò de bòn speud e di bòn dint, pirola pirola, la goula las fa séca… Cioé, laa stoppa vuole della buona saliva e dei buoni denti, pirulla pirulla, la gola si secca (da FB_la_campagna_appena_ieri).
infatti, la canapa era la fibra più difficile da filare, più della lana. Era una fibra ruvida e andava bagnata con la saliva e rifinita con baffetti e nodini, aiutandosi con i denti, se le mani erano impegnate.

Le immagini sono prese da FB_sandro_santini, da wikipedia.org (Touring_Club_Italiano,) e da FB_la_campagna_appena_ieri, da cui è tratta liberamente anche la parte di testo più specificatamente riferita alla cultura materiale

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