Le auge sono le miniere d’oro spagnole. Una dettagliata descrizione dei cantieri e del sistema di abbattimento del minerale si trova nella Naturalis Historiae di Plinio il Vecchio. È interessante la traduzione-interpretazione del MICHELETTI, ex ingegnere del Corpo delle Miniere di Torino.
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Articoli su miniere
In questa parte della storia delle miniere di Valle Anzasca l’oro sarà descritto dal punto di vista naturalistico.
Quindi sarà affrontata l’evoluzione del significato del metallo. Da oggetto di scambio e baratto a merce di scambio, da moneta a bene-rifugio, fino a soggetto d’arte per orafi e artigiani in ogni civiltà.
In tutta questa storia hanno giocato un ruolo fondamentale le caratteristiche naturali del metallo. Le caratteristiche chimiche, fisiche, minerali, cristallografiche. E, soprattutto la sua inalterabilità!
E poi la diffusa presenza nei giacimenti primari (all’interno delle rocce incassanti) e secondari (nelle alluvioni fluviali, lacustri e nell’acqua di mare.
Questo articolo verte sul testo della relazione sull’oro dei territori di terraferma del Regno Sabaudo (Regno di Sardegna), redatta dalll’ing. Benedetto Spirito Nicolis di Robilant nel 1786.
Il documento è conservato presso l’Accademia delle Scienze di Torino (Manoscritto n. 032). Successivamente l’Autore eseguì alcune modifiche e correzioni per procedere alla pubblicazione negli Atti dell’Accademia.
Il testo della Relazione che viene riportato in questa sede è uno dei manoscritti donati dalla figlia Irene all’Accademia.
La relazione qui pubblicata a supporto ad altri articoli che compaiono su www.archeominosapiens.it.
L’oro dell’Egitto. Una storia che viene da lontano.
L’oro identificava Râ in terra, il Sole da cui tutto proviene, e questa filiazione dava legittimità al faraone ed a tutta la sua progenie. Egli era l’unico possessore dell’oro e delle miniere aurifere, lui solo lo distribuiva agli artigiani ed agli artisti e lui solo poteva commerciarlo e goderne i proventi o barattarlo con oggetti di lusso e/o armi a titolo di scambio di doni fra monarchi.
Tutto l’universo dell’oro girava intorno a Râ, il Sole, il faraone.
La storia delle miniere d’oro di Macugnaga inizia dal medioevo. Ma forse anche da epoca più antica, come testimonierebbe la campanella romana trovata nei pressi delle miniere dei Cani.
Ma cominciamo dal medioevo e dai documenti presenti negli archivi per raccontare la storia dell’oro della Valle Anzasca.
Saranno diversi articoli fra loro legati dal fil rouge dell’oro…
Il complesso minerario Semovigo – Le Cascine è costituito da diversi scavi di assaggio e di coltivazione, sia a cielo aperto che in galleria. I lavori sono distribuiti entro un’area compresa fra l’abitato di Semovigo, il Passo della Camilla e le Cinque Vie-Madonna della Corona, in Val Graveglia (entroterra del Tigullio).
Il riscontro dei lavori più antichi è documentato dal Jervis che negli anni Settanta dell’Ottocento raccolse alcuni campioni di calcopirite in una delle discariche lasciate da una società inglese circa venti anni prima.
Questa storia che viene da lontano prende spunto dalle dispendiose ricerche minerarie eseguite intorno al 1977 dalla Società canadese COMINCO e da alcune originalità che caratterizzano il complesso minerario (foto A. Valli).
Comincia, con questo primo articolo, una serie di scritti sulla storia naturale ed estrattiva dell’oro. Servirà per introdurre la storia delle miniere d’oro della Valle Anzasca, peraltro già accennata in un paio di articoli già presenti sul sito.
Questo primo articolo tratterà a volo d’uccello le origini dell’utilizzo dell’oro.
L’attrazione per un metallo lucente e inalterabile divenuta oggetto di desiderio. Da oggetto di desiderio a status simbol il passo è stato breve.
Una materia facile da lavorare e di facile metallurgia. Duratura nel tempo con caratteristiche invariabili. Talvolta di facile reperibilità negli ambienti più disparati. Una storia antica. Una storia che continuerà ne futuro.
Riprendiamo ancora una volta il lavoro delle donne nelle miniere e cave della Liguria Orientale. Ma questa volta per dare un nome ad alcuni dei volti delle vecchie fotografie. Con l’occasione sono ricordate altre donne le cui capacità sono state volutamente ed anche violentemente represse. Ma senza riuscirci. Oppure la cui fantasia è diventata professione, anche da lasciare in eredità. Storie che vengono da lontano. Storie comunque grandi.
L’alabastro, o meglio le concrezioni che si formano dall’attività carsica, sono state da sempre oggetto di ricerca, estrazione ed utilizzo un po’ ovunque. Anche nelle grotte più note e famose non mancano, spesso, camere di asportazione delle concrezioni che, ridotte in lastre abbastanza sottili da essere traslucide, erano destinate ad utilizzo ornamentale.
A questa “logica” non è sfuggita la Grotta Grande di Pignone (SP). Qui, già dal XVII secolo erano state notate e attenzionate, a scopo estrattivo e ornamentale, le sue concrezioni. Ma è dall’Ottocento e fino al 1955 che si hanno notizie certe della loro estrazione e commercializzazione.
Certo una risorsa per il paese di Pignone, soprattutto nel Dopoguerra, ma l’alienazione di un patrimonio naturale la cui rigenerazione potrà attendersi solo in tempi geologici.
Simo intorno all’anno Mille. Da Pavia giungono sette monaci in cerca di un posto nel quale fondare la loro chiesa ed il loro convento. Arrivano in Val d’Aveto, nella piccola piana di Villa Cella. È la loro destinazione. Costruiscono la chiesa ed il convento. Poi una frana ostruisce la valle dell’aceto in un punto molto stretto. Si forma un invaso che mina il transito dal mare alla Val Padana di pellegrini e merci. Intervengono i monaci ed in poche anni eliminano il problema. Un intervento dispendioso. Erano così ricchi questi monaci? Dove hanno trovato i soldi per intervenire?
Un piccolo giallo dei tanti che ammantano il Medioevo. Ma qui. a Villa Cella ne resta traccia…
René BRUCK, ingegnere minerario e Direttore delle miniere d’oro di Pestarena fino al 1945. Le sue origini tedesche sono state all’origine dell’epurazione post bellica e del suo esilio fuori dalla Valle Anzasca. Ma la sua umanità, competenza ed amore per il lavoro svolto a Pestarena gli è stato oggi riconosciuto con la dedica della piazza dove sorge il museo delle miniere. Dalla Valle Anzasca a Chiavari, in Liguria Orientale, ha continuato la sua passione nella piu’ importante ed antica miniera di rame. Qui ha reintrodotto, in maniera un po’ artigianale, la produzione del rame di cementazione, ridando vita a quell’attività iniziata nell’Età dei Metalli.
Quest’articolo ricorda l’uomo ed un metodo idrometallurgico poco diffuso.
Copertina – L’affioramento di diaspri con leccature di manganese che dal Monte Nero scende al torrente Gravegnola ed al monte Sovrani, presso Rocchetta Vara (SP). Imprenditoria spezzina della seconda metà dell’Ottocento Con l’Ottocento e la presenza napoleonica si avvia l’evoluzione industriale, sociale ed economica della Spezia. lo stimolo allo sviluppo è innanzitutto l’idea di creare […]
Copertina – Le aree di sfruttamento del minerale nella miniera di Libiola, durante differenti periodi della sua lunga storia (CENTO e DEL SOLDATO, 2000). Il sale d’Inghilterra: cos’è ed a cosa serve Il sale d’Inghilterra è il solfato di magnesio eptaidrato, MgSO4·7(H2O), conosciuto originariamente come sale d’Epsom dall’omonima località dove fu scoperto nel 1610. Fu descritto […]
Un dumper da miniera per l’alluvione di Vernazza (ottobre 2015)
Copertina – La vecchia cava di Rosso Levanto che si trova al di sotto del castello genovese e delle mura orientali della città, poco lontano dalla chiesa di Sant’Andrea. Foto MDS, 1982. Il marmo Rosso Levanto ed il magico splendore del Borgo Fra il XII° ed il XIII° la Liguria Orientale ha registrato un diffuso […]
Copertina – Le aree di sfruttamento del minerale nella miniera di Libiola, durante differenti periodi della sua lunga storia (CENTO e DEL SOLDATO, 2000). Il vetriolo nella produzione di Libiola È il 20 febbraio 1613. …Gio Francesco Chieroco, podestà di Sestri Levante dichiara di essersi recato nella villa di Libiola nel luogo detto Frexaro (…), dove è […]
Copertina – L’interno della Basilica di San Siro di Genova Il portoro del Promontorio Orientale Con il termine di “marmo”, utilizzato in maniera impropria, si indicano alcuni lapidei da rivestimento, cromaticamente rilevanti ed originali, lucidabili, durabili soprattutto in interno, e con la vocazione per l’arredamento. Fra questi rientra il portoro: un lapideo tenuto in grande […]
Copertina – Nell’immagine del 1985 sono ritratte le cave dietro ed a ridosso del castello di Porto Venere. Già nel 1610, Gio.Batta MORELLO aveva richiesto di aprire queste cave che, oltre a consentirgli di estrarre il portoro, avrebbero migliorato le difese della fortezza ampliandone ed approfondendone il fossato. Alienazione di fabbricato e terreni in località […]
Copertina – Pestarena, media Valle Anzasca (VCO), il simbolo dell’A.M.M.I (Azienda Minerali Metallici Italiani) sul tetto dell’ingresso al Pozzo Maggiore della miniera. L’Ossola nel settecento Nel Settecento, il generale Vincenzo Ferrero d’Ormea, governatore di Novara ed inviato speciale di Carlo Emanuele III di Spagna, fu incaricato di relazionare sullo stato dei territori annessi a seguito del […]
Copertina. L’immagine cristallizza le fasi di lavoro e gli attrezzi in uso in una cava di arenaria del XVIII-XIX secolo della Val di Vara (Dis. MDS 1986). Prologo Arenaria, una risorsa geologica, naturale, molto versatile. Si trova diffusamente in natura in numerose sequenze litotsratigrafiche. Una delle caratteristiche salienti è che gli affioramenti sono spesso interessati da […]
Copertina: il versante sud-occidentale del monte Bianco, con il monte Lampo sullo sfondo. Foto MDS, novembre 1987. Monte Bianco: la frequentazione più antica Il Monte Bianco (Copertina) è stato oggetto di attenzione, da punto di vista estrattivo, già in passato. Sul suo versante nord-orientale sono ancora evidenti le estese coltivazioni di solfuri misti (SVM) ottocentesche. […]
Copertina: tavola titolata S.A. MINERARIA SIDERURGICA FERROMIN, Cntiere di Cassagna, Piano Generale, Com. Né – Prov. di Genova, Scala 1:500, riferito al 31 maggio 1941. Dis. N. 10248, Disegnato Basiot (Arch. Priv.) La miniera di Cassagna negli anni Venti La famiglia FAGES decise di cedere le sue concessioni nel 1919. Gli subentrò la SOCIETÀ FERRIERE DI VOLTRI che le gestì fino […]
Copertina: Particolare della tavola titolata Italsider – Concessione Gambatesa Nuova – Miniera di CASSAGNA – LAVORI INTERNI – SCALA 1:500 datata 1 gennaio 1957. È la rappresentazione dei vari cantieri e delle relative lenti-ammassi manganesiferi coltivati/in corso di coltivazione all’epoca (Archivio Privato). La scoperta dei giacimenti manganesiferi di Cassagna La storia della miniera di Cassagna comincia ufficialmente […]
Copertina: l’ardesia è ovunque nel Tigullio, nell’ambiente naturale e nell’ambiente costruito (DEL SOLDATO M., 1984). Gli straordinari usi dell’ardesia della Liguria di Levante. Legenda: 1 – Lastre da copertura; 2 – Coppo per displuvio; 3 – Facciata ventilata; 4 – Lastrine per pavimenti; 5 – Pavimentazioni; 6 – Sovrapporta scolpito; 7 – Portale lavorato e scolpito; […]
Dalla “riscoperta” delle gallerie della Cava dell’Oro ad una panoramica storica della ricerca e dello sfruttamento dell’argento in Liguria
Carta dei giacimenti di manganese della Liguria (Secondo la Carta Geologica scala 1:100.000. Legenda: quadrettato = Ofioliti; Nero = diaspri mineralizzati; 1- diaspri manganesiferi; Concessione “Gambatesa” e “Tre Monti” e permessi limitrofi: 2- affioramenti di Nossiglia-Pontori; 3- miniera di Gambatesa; 4- miniera di Monte Bossea; 5- miniera di Molinello; 6- miniera di Cassagna-Monte Bianco; 7- […]
Copertina: delimitazione e localizzazione del permesso di ricerca Monte Bianco su Google Earth e sulla corografia. È di pochi giorni fa la notizia (Il Secolo XIX, marzo e aprile 2021) che una società australiana è interessata ad eseguire ricerche minerarie in Val Graveglia Val Petronio, Valle del Gromolo, Valle del Bargonasco e Val di Vara […]
Copertina: incartamento del Corpo Reale delle Miniere relativo al permesso di ricerca per minerali di ferro di Case Bassi (sn) del 1945 ed una pagina della richiesta di permesso di ricerca per minerali di uranio del 1954 (dx) Le attività estrattive del Finalese Nel bacino estrattivo del Finalese sono state chiuse tutte le cave dove […]
Copertina: tavola denominata “Zona Cascine” del rilievo topografico delle miniere de Le Cascine e Semovigo (Cominco Italia, 1977).Rilievo topografico eseguito mediante un Teodolite-Tacheometro della Filotecnica Ing. A. Salmoiragli & C. Milano, databile dall’ultimo decennio XIX-primo decennio XX sec. (Rilievo e disegno M. Del Soldato). Le prime notizie sul complesso minerario de Le Cascine Il complesso minerario cuprifero […]
Copertina: la confezione storica dei sacchi di sale delle miniere di Bex Inizio ufficiale dell’attività mineraria a Bex: 1680 L’attività mineraria nella regione di Bex-Gryonne è cominciata con la scoperta, avvenuta nel XVI secolo, di una sorgente debolmente salina. La sorgente scaturiva in riva destra della Gryonne, nella località Fondement, a quota 860 circa s.l.m.. Per […]