Da ciottolo a… opera d’arte (il percorso)

Copertina

Copertina – Uno dei primissimi ciottoli nell’arte: …la figurina femminile di Monte Compatri (Colli Albani, Roma) è abbozzata su un ciottolo di basalto di provenienza albana; la caratterizzazione anatomica è molto semplificata eseguita sulla sola porzione frontale del ciottolo. Gli interventi antropici sono molto limitati e, come osservato per altre figure di questo tipo, si sarebbe intervenuti su un supporto naturale scelto perché già suggestivo di per sè stesso… (De NARDIS, 

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La percezione di un oggetto. Il ciottolo

Occorre iniziare dalla percezione di un oggetto ben preciso, specifico, in questo caso il ciottolo di spiaggia o di fiume.
Per diventare ciottolo, un frammento di roccia deve compiere un lungo viaggio (Figura 1).
Il ciottolo è il derivato da un frammento di roccia che viene da lontano.
A causa di motivi differenti e in conseguenza dell’azione di varie forze della natura (vento, pioggia, gelo-disgelo, …), si staccano dai monti frammenti di roccia. Poi la gravità e l’erosione li trascinano lungo i pendii fino gli alvei dei torrenti e dei fiumi; e da qui fino al mare (Figura 2, Figura 3, Figura 4, Figura 5, Figura 6, Figura 7, Figura 8 e Figura 9) che li modificherà a sua volta e li ridistribuirà.
I ciottoli presenti lungo i torrenti assumono forma differente da quelli reperibili sulle spiagge. I primi sono variamente tondeggianti per i saltelli e gli urti che subiscono durante il trasporto, mentre i secondi sono variamente appiattiti per l’azione della risacca che va e viene.

Primi esempi d’arte su un ciottolo

Uno dei più antichi manufatti ricavati da un ciottolo è la figurina femminile di Monte Comparti (Colli Albani; Copertina). È uno dei primissimi ciottoli che hanno attratto e ispirato il desiderio di modificarlo per fine, probabilmente, simbolico.
La rappresentazione femminile è solo …abbozzata su un ciottolo di basalto di provenienza albana; la caratterizzazione anatomica è molto semplificata eseguita sulla sola porzione frontale del ciottolo. Gli interventi antropici sono molto limitati e, come osservato per altre figure di questo tipo, si sarebbe intervenuti su un supporto naturale scelto perché già suggestivo di per sé stesso… (DE NARDIS, s.d.).
Nell’area dei Monti Albani sono stati recuperati diversi manufatti paleolitici, generalmente colluviati. Il ritrovamento casuale della figurina femminile è avvenuto nel 2010 in località La Cucca (Monte Compatri, Roma).
La rappresentazione artistica è stata probabilmente ispirata dalla forma naturale del ciottolo, parzialmente eroso e con tracce di trascinamento. Le modifiche sono state prodotte per locali abrasioni (i seni), scalfitture per evidenziare fratture naturali (le tracce corrispondenti ai probabili arti) ed asportazioni (l’ombelico).
Le analisi archeologiche hanno riferito la figurina femminile al Paleolitico superiore, fra Gravettiano (29.000-20.000 BP) ed Epigravettiano (20.000-10.000 BP).
Un altro ciottolo venuto da lontano è quello grafito che si trova presso il Museo Archeologico di Chiavari (Figura 10). Si tratta di un frammento di ciottolo raccolto in ambiente litorale, sul quale sembra siano state scalfite due o tre lettere dell’alfabeto etrusco, evidenziando ed esaltando tracce di microfrattura. Poi, nell’intento di praticare un foro, il ciottolo si sarebbe rotto… (Figura 11). Per altro era una pratica diffusa presso gli Etruschi quella di tracciare lettere, scritte (Figura 12) e simboli su ciottoli utilizzati come segnali.
È originale come a distanza di tempo e di spazio si siano casualmente, o non casualmente, ripetute certe azioni. Ad esempio l’utilizzare come segni alcune linee naturali (di frattura), evidenziandole, allargandole…

Geologia dei muri a secco

Un anziano insegnante del corso di Geologia dell’Università di Genova, di tanti anni fa, amava dire che il rilievo geologico si fa anche sui muretti degli infiniti terrazzamenti della Liguria (e magari anche su quelli delle trattorie…).
Osservando con un minimo di attenzione proprio i muri a secco delle fasce, ma anche quelli delle creüse e dei sentieri, saltano subito agli occhi le loro orditure, ma anche la natura e la forma degli elementi lapidei utilizzati. Questi spezzoni, blocchi o ciottoli provengono da più vicino possibile (per ragioni di economia del lavoro) ed indicando la litologicia dei materiali e spesso la loro provenienza…
Il muro della Figura 13 è realizzato con ciottoli alluvionali (grossi, tondeggianti ed appena regolarizzati) e scaglie di scarto della coltivazione e lavorazione dell’ardesia… Comunicano di trovarci in area di pianura alluvionale, ma di un fiume che talvolta scorre con forte energia. Inoltre, il bacino idrologico dev’essere sede di una sequenza litostratigrafia che comprende arenarie, marne calcaree (ardesie), calcari molto marnosi e vari tipi di scisti argillosi e marnosi. Ma in altra parte del bacino idraulico devono essere presenti anche diaspri, basalti e serpentiniti (Figura 14). Probabilmente il muro si localizza in prossimità del fiume Entella, ma dopo la confluenza col torrente Graveglia, nel cui bacino è massima la presenza ofiolitica (serpentini, gabbri, basalti e copertura di diaspri e calcari). In realtà le foto di Figura 13 e di Figura 14 sono state scattate lungo la creüsa (Figura 15) che sale alla Basilica romano-gotica di San Salvatore dei FIeschi. Sia i muri che il selciato sono realizzati con ciottoli di dimensione varia, anche grossolanamente riquadrati (quelli sull’ordito murario) e scaglie di scarto della lavorazione dell’ardesia. Un particolare: l’accesso sulla sinistra presuppone proprio all’ingresso di una piccola cava di ardesia in sotterraneo, abbandonata.

immagine citata nel testo

Figura 1 – Il viaggio del frammento di roccia dal monte al mare (dis. P. GIANNINI)

Ciottoli nell’alveo di un fiume

L’alveo di un fiume.
In questo caso sarà esaminata la porzione terminale, fociva, del fiume Entella. 
Il bacino idrologico del fiume Entella ha una superficie di oltre 600 Kmq ed è scavato in una eterogenea tipologia litologica. Lungo il tratto focivo dell’alveo se ne ritrova traccia nella natura dei ciottoli presenti.
Cominciando dai litotipi geologicamente più antichi, sono presenti ciottoli di ofioliti verdi (Figura 16) da chiare (serpentini, gabbri, …) a scure (Lherzoliti, serpentini basaltiche, basalti, …), diaspri (radiolarite, selci a radiolari, …; Figura 17), calcari bianchi a Calpionelle (Figura 18), calcari grigi da Argille a Palombini (Figura 19), arenarie da grige a nocciola provenienti da varie formazioni (Figura 20), scaglie di ardesia (Figura 21) e pietra colombina.
Nel loro insieme rappresentano la fotografia del grande bacino del fiume Entella, ove affiorano sequenze litologiche estremamente eterogenee, ma con grandi differenze fra loro. La tipicità e la prevalenza delle sequenze antiche, ofiolitiche, compresa la loro copertura sedimentaria, lungo la parte terminale del bacino del torrente Graveglia; le sequenze caratterizzate da banchi di ardesia, lungo il bacino del torrente Lavagna e nella porzione terminate di quello del Graveglia; le sequenze più francamente flyshoidi con associazioni di brecce molto varie, lungo il bacino del torrente Sturla.
Pertanto, alla foce dell’Entella, a valle della congiunzione fra i tre bacini, si ritrovano tutte le litologie.

Ciottoli lungo il litorale

Differente è il discorso dei ciottoli che si possono raccogliere sulle spiagge.
Qui giungono ciottoli di materiali differenti, ciottoli portati dai fiumi, a ridosso delle foci, ma anche ciottoli ridistribuiti da un mare ad alta energia. Ciottoli provenienti da lontano, da altri bacini idrologici e quindi di litologie che possono essere assenti sui versanti incipienti. Inoltre questi ciottoli subiscono una rielaborazione da parte del moto ondoso (Figura 22 e Figura 23) che influisce sulla loro forma finale.
Prendiamo ad esempio la vicina spiaggia ciottolosa di Zoagli.
La spiaggia di Zoagli è sottesa al vasto affioramento di Calcari Marnosi, grigi, del Monte Antola (Figura 24 e Figura 25). È, quindi, del tutto plausibile che sul lido si trovi una grande quantità di ciottoli di questa litologia/Formazione. Ma guardando con attenzione sarà facile individuare in mezzo a quelli ciottoli di ofioliti, di arenaria, di diaspro, di calcari bianchi, etc. (Figura 26). Pertanto, è possibile che i ciottoli per la realizzazione del rissëu sul sagrato della chiesa di San Martino (Figura 27 e Figura 28), siano stati raccolti in zona, sulla spiaggia ciottolosa antistante.
Proseguendo verso occidente la situazione cambierà.

Nelle aree incipienti i lidi a maggiore diffusione di ciottoli calcarei, come ad esempio sul lido di Camogli (Figura 29 e Figura 30), i rissëu più diffusi saranno dicromi cioè realizzati con grande quantità di ciottoli calcarei (Calcari dell’Antola) e da rari calcari bianchi o, soprattutto, da ciottoli di calcite o quarzo latteo (dalle frequenti venature nel calcare marnoso).
Cosi, ad esempio, il rissëu sul sagrato della Chiesa di Santa Maria Assunta (Figura 31) di Camogli.

Quindi…

Le spiagge ghiaoso-ciottolose sottese o solo più prossime alle aree ofiolitiche saranno prodighe di maggiori scelte. Lo saranno soprattutto gli ampi lidi del litorale compreso fra Deiva Marina (Framura) e Chiavari, passando per Sestri Levante e Cavi-Lavagna.
L’icona del talk organizzato dall’Associazione Terreoltre, Il viaggio del sasso dalla montagna al mare e ritorno: il rissëu (19 settembre 2022; Figura 32), suggerisce proprio una raccolta ricca e variegata, fatta sul lido di Cavi di Lavagna:

  • il tetto rosso vinato in diaspri (e radiolariti, soprattutto dalla Val Graveglia);
  • la casetta col bianco dei Calcari a Calpionelle della Val Graveglia, o di marmo (Apuano o di Punta Bianca);
  • la base in calcari grigi (Argille a Palombini, Calcari Marnosi dell’Antola, o vari calcari dello Spezzino…);
  • lo sfondo scuro in prevalenti lherzotliti (e forse qualche rara Pietra Colombina; Figura 22);

Parlando di Marmo Apuano viene alla mente il lungo litorale della Versilia. E qui, le spiagge ciottolose, soprattutto dei litorali di Massa e Carrara, saranno tendenzialmente più bianche per la presenza delle varietà di quel marmo (Figura 33)…

Liberamente tratto dall’intervento Le parole di un ciottolo
tenuto al talk
Il viaggio del sasso dalla montagna al mare e ritorno: il rissëu,
nell’ambito del microfestival Riscopriamo le nostre terre perdute .
Riva Trigoso (Genova), 18 settembre 2022

Certosa, Genova, città metropolitana di Genova, Italia

Borzonasca, città metropolitana di Genova, Italia

Lavagna, città metropolitana di Genova, Italia

Genova, città metropolitana di Genova, Italia

Santa Margherita Ligure, città metropolitana di Genova, Italia

Arzeno, Ne, città metropolitana di Genova, Italia

Viareggio, provincia di Lucca, Italia

Carrara, provincia di Massa-Carrara, Italia

Lavagna, città metropolitana di Genova, Italia

Deiva Marina, provincia della Spezia, Italia

Carasco, città metropolitana di Genova, Italia

Monte Compatri, città metropolitana di Roma Capitale, Italia

Marino, città metropolitana di Roma Capitale, Italia

Chiavari, città metropolitana di Genova, Italia

Bibliografia

ALTAMURA F. e MUSSI M. (2014). Arte mobiliare paleolitica dalla Catena del Tuscolano-Artemisio. In E. CALANDRA, G. GHINI e Z. MARI, Atti del Convegno Decimo incontro di Studi sul Lazio e la Sabina, Roma 4-6 giugno 2013. Roma
ALTAMURA F. (2018). L’uso del microscopio ottico e del S.E.M.E. per la ricostruzione della sequenza degli interventi antropici sul ciottolo decorato del Paleolitico superiore di Monte Alto. In Incontri Annuali di Preistoria e Protostoria, n. 4, Firenze;
CASACCIA G. (1851). Vocabolario Genovese Italiano. Genova, Tipografia dei Fratelli Paganno.

DE NARDIS, A. (s.d.). Ciottolo femminile di Monte Compatri ed altri reperti – Monte Compatri (RM). Tratto il giorno marzo 15, 2025 da Preistoria in Italia: https://www.preistoriainitalia.it/scheda/ciottolo-femminile-di-monte-compatri-ed-altri-reperti-monte-compatri-rm
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MELLI, P., & STRANO, B. (2010-2011). Cantiere della stazione della metropolitana di Brignole (Genova). In N. CAMPANA, A. DEL LUCCHESE, & A. GARDINI (a cura di) Archeologia in Liguria, IV. Genova, De Ferrari.
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