Fra Magra e Parmignola: alluvioni storiche a Luni

Copertina

Copertina – 1876, Alfred SISLEY, Barca durante l’inondazione a Port Marly, Musée d’Orsay, Paris.
Cambia il paesaggio… cambia la località… sia Luni, o Port Marly, oppure il Polesine. Cambiano l’epoca… gli edifici e l’abbigliamento delle figure, ma un’alluvione, un allagamento sono un’immagine, un quadro generale, un insieme di sconcerto e impotenza  ricorrenti… Ma poi ritorna sempre il sole e la coscienza di errori, ma anche questo ha la durata di un sospiro…

Reading Time: 12 minutes

Prologo

Pochi anni fa è stato eseguito a Luni uno scavo in corrispondenza del corpo meridionale, addossato alle mura urbiche, del Casale Gropallo-Benettini, sede attuale della biglietteria-portineria dell’Area Archeologica (Figura 11, Figura 10Figura 1).
Qui …è stato indagato un edificio di prima età imperiale (le parti azzurre in Figura 1 e Figura 2 ed in rigato trasversale in Figura 3) articolato su due piani (US 38), ampliatosi poi verso Ovest, a occupare interamente la fascia di rispetto di 4,5 m a ridosso delle mura urbiche, con una piccola corte fornita di pozzo, che impiegava come vèra la parte superiore di un dolio (US 40, 420, 462 – Figura 4)… (CAGNANA A., 2021, p. 192).  All’esterno del muro US 38, lato Est, è presente …un’anta che definisce lo spazio di un focolare a terra, US 43, in spezzoni laterizi, mentre frammenti di tegoloni con le alette allineate, ne definiscono il bordo (Figura 3 e Figura 5; DURANTE, 2001, p. 64).
…L’edificio è collassato a seguito dell’incendio che ha coinvolto le strutture prospicienti il decumano e sul pavimento in terra battuta del piano terra si sono depositati i materiali del crollo (Figura 6): l’impiantito in legno carbonizzato del solaio (US 8, 41, 425), i resti rubefatti dei pavimenti dei muri in opus craticium con mattoni crudi intonacati del piano superiore (US 7, 421, 422), lo strato di tegole e coppi del tetto (US 2, 9)… (CAGNANA A., 2021, p. 192).
….Anche le strutture murarie superstiti del piano terra presentano evidenti segni di esposizione al fuoco: soprattutto sulla superficie parietale i conci sono rubefatti e la malta è disgregata e arrossata… (DURANTE, 2001, p.65).
…Uno strato di argilla alluvionale ha sigillato il deposito (US 6, 10, 419) infiltrandosi nei cavi e negli avvallamenti dei cumuli irregolari di macerie, da cui dovevano emergere a varie altezze le creste dei muri… (CAGNANA A., 2021, p. 192). Infine la copertura con uno spesso strato humico testimone della successiva destinazione dell’area.
In queste poche righe si identifica una modesta esondazione limo-argillosa avvenuta verso la fine del IV secolo dC (Figura 2), probabilmente dal vagheggiante torrente Parmignola, 
Potrebbe non essere l’unico elemento indicativo di un’alluvione che ha colpito la città.

Le piene del torrente Parmignola nella pianura di Luni

Un dato sicuro, emerso dalle ricerche, è lo spostamento del centro dell’antico foro (non più usato come area pubblica dalla fine del IV secolo) alla cattedrale, edificata non lontano dalla porta decumana a Nord Ovest della città (LUSUARDI, PERASSI, SANNAZZARO, 2011). Nell’area di Luni, oggetto di frequenti esondazioni fluviali, vennero effettuate, dal XVI secolo in poi, numerose rilevazioni allo scopo di ridefinire le confinazioni dopo le piene… (CAGNANA A., 2021, p. 187). L’aspetto singolare della questione, emerso da una ricerca sulla cartografia più antica, è la responsabilità del torrente Parmignola sull’origine dei dissesti lamentati e non del più importante, seppure più lontano, fiume Magra.
Sorge il sospetto che in tutta questa storia che viene da lontano, abbia giocato un ruolo determinante il fatto che l’origine delle criticità era in terreni di pertinenza del Banco San Giorgio, nella Repubblica di Genova, ma che i danni contestati venivano risentiti anche, o soprattutto, nel Ducato di Massa.
Il problema esplode nel XVI secolo quando la Repubblica si accorge di non avere più, e da tempo, aggiornato …il quadro … “dove era descritta tutta la Liguria” che si conservava nelle stanze del Banco… Doveva trattarsi di un quadro di una certa antichità se viene definito “dal tempo corroso e guasto”…. (QUAINI, 2004). Così, nel 1579, Paolo MONEGLIA e Giovan Battista SPINOLA, emissari del Banco di San Giorgio, incaricano l’ingegnere Erchole SPINA di aggiornare le conoscenze geografiche del territorio (QUAINI, 2004).
Significativamente l’attenzione, maggiore doveva essere rivolta ai confini (certo anche in ragione dei danni alluvionali), ed alle strade (logistica per i traffici e l’imposizione di dazi e gabelle).
Così, Erchole SPINA, sarzanese, ex militare, viene nominato Procuratore di Sarzana nel 1587.
Il progetto dello SPINA immaginava di cartografare in maniera completa il territorio del Dominio, ma l’opera rimase per il momento sulla carta (QUAINI, 2004, p. 38).
Di quel lavoro rimangono poche tavole, fra le quali, molto interessanti, sono quelle realizzate nel 1587 e nel 1592.

Le esondazioni del Parmignola, i danni, i progetti (molti) ed il lavori (pochi) si susseguirono nei secoli successivi fino, potremmo dire, all’epoca attuale (Piano di Bacino).

Una curiosità su Erchole SPINA

Nella biografia di Erchole SPINA si legge che l’incarico conferitogli nel 1592 comprendeva anche di definire l’esatta posizione della Spezia rispetto alla vicina Luni.
Le due città, scrive lo Spina nella corposa legenda in calce alla carta, erano state spesso confuse dagli scrittori antichi e moderni ignari di geografia, dato che Tolomeo aveva menzionato solo il porto di Luni. In effetti La Spezia era stata probabilmente fondata nel secolo XI, dopo la distruzione di Luni, quando la popolazione aveva cercato rifugio in un’area più riparata, quindi chiamata Hospitia, da cui il nome attuale. Quindi, rifacendosi alle coordinate date da Tolomeo, lo Spina appura che Luni si trova in Toscana e ha un suo porto, mentre La Spezia è in Liguria e il suo golfo è ricco di porti. La carta è molto accurata nel rappresentare l’agglomerato urbano di Luni con i suoi monumenti, che si articola lungo la strada romana. Ma l’obiettivo fondamentale del cartografo era quello di definire le variazioni degli argini sulla riva sinistra del fiume, soggetta a frequenti inondazioni e continua erosione, che generavano controversie circa i confini tra le diverse proprietà. La carta dello Spina può quindi essere considerata la più antica mappa catastale della zona… (da web Università Cattolica del Sacro Cuore).
Una curiosità, ma certamente proveniente da una fonte prestigiosa.
Un’indicazione riferita ad un tecnico che già al suo tempo (fine Cinquecento) interpretava i classici con apertura mentale, applicando strumenti alternativi. Nel caso specifico la matematica, la trigonometria, l’agrimensura e, perché no, osservazioni morfologico-ambientali.

Un’indicazione in più sull’infondatezza di porre il Portus Lunae nel Golfo della Spezia.

Le piene del Parmignola nei primi del Seicento

Cosa succede, quindi, a Luni.
Nonostante le buone intenzioni dello SPINA, il Parmignola continua a creare problemi.
Un primo Progetto per la costruzione dell’alveo del Torrente Parmignola è datato 1640, 20 giugno (Figura 7). Lo stato di conservazione del documento, definito pessimo, lo rende di difficile interpretazione. Al di là della presenza dei soliti, già esistenti, numerosi canali rettilinei (quindi rettificati antropicamente) si può intuire la previsione di una sorta di by pass (…alveo che si tratta di fare…) in corrispondenza della confluenza di destra, a valle di Nicola, nelle località Mulino di Nicola, Piani del ormarello statti tagliati, Gaggia e Foscione (Figura 12).
Questo punto del territorio sarà attenzionato lungamente e sarà oggetto di ulteriori previsioni progettuali ed interventi (non sempre realizzati).
Una trentina di anni dopo è redatto il …Disegno e pianta della muraglia et alvio nuovi fatti per ordine dell’Illustrissimo signor Giovanni Torriglia Commissario di Sarzana l’anno 1672. per divertim.to e riparo delle acque della Parmignola che devastavano li territorio migliori di Ortonovo, Nicola e Sarzana… Questa tavola (Figura 8) delinea anche l’immagine dell’alluvione avvenuta da poco, ma che pare sia stata particolarmente violenta. Le acque del Parmignola sono esondate ai piedi della collina di Nicola, in almeno sette punti. Si è resa quindi necessaria la costruzione della …Muraglia nuova di palmi tre mila duecento…. Nuovo rimedio contro le acque che avevano invaso nuovamente terreni già danneggiati in precedenza arrivando fino a Marinella. Nella loro corsa avevano anche lambito ed oltrepassato sia i ruderi della città che l’anfiteatro di Luni (Figura 13).

Immagine citata nel testo

Figura 13 – Particolare del Disegno e piannta del 1672 ca. che rappresenta il passaggio della piena fra i ruderi e l’anfiteatro di Luni

Le piene del Parmignola nella prima metà del Settecento

Il progetto elaborato intorno al 1733 da Pietro MORETTINI prevedeva una delle solite arginature dell’alveo del Parmignola. Nel caso specifico era stato già realizzato un primo argine in sponda destra, ma se ne rendeva necessario anche un secondo in sponda sinistra …da farsi per più sicurezza dell’Alveo…. In realtà bisognava eliminare un …ramo che si spande nella strada Romana e Campagne… (Figura 14).
Le criticità del torrente erano sempre evidenti ed i danni maggiori colpivano gli interessi del Banco di San Giorgio e del Duca di Massa. Continuava la storia già vista a cominciare dall’incarico cinquecentesco ad Erchole SPINA. Quindi era previsto un nuovo canale in territorio di Sarzana e la sua continuazione nel ducato di Massa, secondo quanto concordato. Un intervento di ampio respiro e piuttosto incisivo. I canali previsti erano praticamente rettilinei e questo aumentava la velocità di scorrimento  della piena. Ma anche la velocità di espansione ed il potere erosivo in caso di esondazione.
Inoltre il nuovo tratto in territorio toscano si affiancava, per un tratto, ad un’altra opera idraulica già realizzata. È descritto come …Fossa del Sig.r Fieschi per asciugare l’Acque, che vengono dalla Battilana per impedire l’Inondazioni… Nei terreni dei Fieschi era stato creato un bacino di laminazione ante litteram nel quale confluivano alcuni intercettori sia delle acque esondate nella campagna che di quelle raccolte e convogliate dalla strada per Massa e, in particolare, dalla località Battilana (Figura 9).

Della cartografia del 1773 ne è conservata anche una seconda copia identica all’originale.

La produzione cartografica del 1733

1733, 29 ottobre (3): Tipo geometrico del Torrente Parmignola (Figura 15); Innocenzo BERGAMINI e Pietro MORETTINI (A.S.G., Cartografia miscellanea, fondo Giunta dei Confini, filza 111>45).
Nella planimetria è prevista la realizzazione di uno scolmatore (D–E, tratto rettilineo in calce alla carta; Figura 16) a salvaguardia della portata dalla Fossa Maesta di Massa (H). Dovrà intercettare soprattutto i ristagni prodotti da una precedente esondazione del Parmignola, ma anche probabili emersioni della superficie freatica. La tavola indica differenti danneggiamenti che dalla grafica possono interpretarsi come fenomeni di forte erosione spondale e rideposito (Figura 17), ma anche fenomeni erosivi puntuali profondi (Figura 17) e persistenza di aree sartumose/paludose (Figura 18). Una presenza continua queste ultime, atavica e che rimarrà tale anche in seguito, nonostante i successivi e ripetuti interventi, culminati con la bonifica promossa da Carlo FABBRICOTTI alla fine dell’Ottocento.
Del Tipo geometrico del Torrente Parmignola di Innocenzo BERGAMINI e Pietro MORETTINI è conservata anche una Copia. (A.S.G., fondo Mappe e Tipi della Repubblica di Genova, PP. Tipi miscellanei del involto PP. Sec XVIII, seconda metà circa; Figura 19).

1773, 29 ottobre (fra il) – 1751, 2 ottobre (e il). (19/1) e (19/2). Progetto di canalizzazione del torrente Parmignola (Figura 20). IGNOTO (A.S.G., fondo Mappe e Tipi della Repubblica di Genova, PP. Tipi miscellanei del involto PP. Sec XVIII, seconda metà circa).
La topografia è piuttosto scarna. Tuttavia vengono in aiuto alcune annotazioni.
Così i punti B., C., D., F., G., O., P., Q. e R. indicano dei trabocchi, cioè i punti di esondazione (Figura 21), anche accompagnati da fenomeni erosivi (punto T; Figura 22) delle acque ruscellanti, riversatesi nella campagna e sulla via romana (quest’ultima nei punti P., F. H, K). Ovviamente le acque avevano allagato anche terreni contermini nella pianura (punti R, Q).
L’area critica sembra essere sempre la medesima. Era posta in pianura ai piedi di Nicola, località Gaggio. Così pure la soluzione prevista era sempre la stessa: Uno scolmatore (Nuova Fossa da tirarsi ) per alleggerire la portata del Fosso Maestra questa volta posizionato, realmente, in territorio di Massa.
1773, 29 ottobre (fra il) – 1752, 2 ottobre (e il). (19/2) Progetto di canalizzazione del torrente Parmignola (Figura 23; IGNOTO (A.S.G., fondo Mappe e Tipi della Repubblica di Genova, PP. Tipi miscellanei del involto PP. Sec XVIII, seconda metà circa). È una copia della carta precedente (Figura 20).

Entrano in scena i Vinzoni

1777, agosto. (1): Progetto per l’arginamento del torrente Parmignola, (Figura 24) di Panfilio VINZONI jr. (A.S.G., Cartografia miscellanea, fondo Giunta dei Confini, filza 92).
Sembra oramai appurato che i perniciosi problemi di esondazione del torrente Parmignola si sono manifestati e continuato a manifestarsi ai piedi del rilievo su cui sorge Nicola, nell’area Gaggio – Foscione.
In quest’ottica, Panfilio VINZONI Jr. ne fa una breve cronistoria nella legenda e nella planimetria, ricordando gli interventi fatti e rifatti nel tempo (Figura 25):

    • Punto 1. Indica il …Muro denominato del Gaggio- costrutto dalli Uomini di Nicola, ed Ortonovo l’anno 1671…, ma che ha sortito risultato quanto meno parziali (Figura 13);
    • Punto 2. È la parte dello stesso muro completamente distrutta;
    • Punto 3. Rappresenta la parte ricostruita ex novo dagli stessi abitanti;
    • Punto 4. Viene indcato il …fosso da medesimi aperto nella Comarca denominata Foscione (Fossone?, grande fosso?) per idrodurvi e ristringervi l’acque del torrente Parmignola… . Probabilmente un adeguamento della sezione di deflusso dell’alveo;
    • Punto 5. È la parte del precedente fosso che ricade in territorio di Massa e che, quindi, dal confine all’immissione nel Fosso Maestra, dovrebbe essere realizzato dai toscani;
    • Punto 6. Sono una serie di paratie, ripari progettati e necessari per ovviare che il Torrente sudetto non prenda alle spalle il Fosso apperto…;
    • Punto 7. È il vecchio progetto dell’Ing. MORETTINI (del 1733, Figura 15 e Figura 19) che dalla breccia del muro crollato del Gaggio, attraversava la strada romana ed entrava in territorio di Massa per confluire nella Fossa Maestra. Il VINZONI ragiona su un progetto, di oltre quarant’anni precedente, ma evidentemente ancora da realizzare, come il successivo (Figura 20).

Panfilio VINZONI jr continua il suo lavoro precisando, nell’ottobre seguente, meglio interventi fatti ed interventi a progetto, ma soprattutto chi farà cosa… Il 14 ottobre 1777 (27) è redatto il Progetto per l’arginamento del torrente Parmignola Panfilio VINZONI jr. (A.S.G., Cartografia, fondo Giunta dei Confini, misure vinzoniane non riconducibili a specifiche pratiche; Figura 26).
Si apprende che gli abitanti di Nicola ed Ortonovo erano intervenuti anche in territorio toscano per iniziare lo scavo del nuovo canale che sarebbe poi stato finito dai Carraresi. Questi avrebbero anche posto in opera una 
pacificata protettiva fino al Monte Barbuto ed al termine detto Battallari (Figura 27).

Un paio di anni dopo, Panfilio VINZONI jr, edita il …Tipo geometrico del corso che tiene il Torrente Parmignola nella pianura genovese e carrarese sino al mare… (Figura 28). Piu che altro è una fotografia del territorio al 1779 (Panfilio VINZONI, jr.; A.S.G., Cartografia miscellanea, fondo Giunta dei Confini, filza 111 > 45). Il Parmignola non presenta ulteriori aggiornamenti rispetto ai due precedenti progetti, mentre è interessante la rappresentazione della Tenuta Marinella, ancora dei Signori Fieschi, con il reticolo regolare dei canali, gli stagni a ridosso del lido e la casetta della sanità e quella dei Battilani (Figura 29).

Le piene del Parmignola

Lo studio delle cartografie disponibili dal Cinquecento evidenzia come l’osservato principale e responsabile di ripetitive alluvioni nel territorio di Luni, sia stato il torrente Parmignola.
Ancora oggi il Parmignola è responsabile di un diffuso rischio idraulico (Piano di Bacino), ma le condizioni attuali (assetto e canalizzazione del corso, uso del suolo ed espansione edilizia) non sono paragonabili a quelle storiche.
Sorge il sospetto che in tutta questa storia che viene da lontano, abbia giocato un ruolo determinante il fatto che la criticità era in territorio di San Giorgio, nella Repubblica di Genova e che i danni erano risentiti anche, o soprattutto, nel territorio di Massa. E questo traspare a cominciare dalle ragioni dell’incarico al sarzanese Erchole SPINA, Ingegnere, ex militare, nominato procuratore di Sarzana nel 1587.
Già dal 1579 il Banco di San Giorgio, per bocca di Paolo MONEGLIA e Giovan Battista SPINOLA, avevano chiesto all’ingegnere SPINA di aggiornare le conoscenze geografiche del territorio soprattutto in materia di confini e stato della viabilità (strade). Il fine economico era ovvio. L’interesse prevalente erano i rapporti con il confinante Ducato di Massa e la logica/logistica delle gabelle.
La zona critica è stata, e continua ad essere, sempre la stessa. Presso il Mulino di Nicola, nelle località Gaggio (o Gaggia) e Foscione.
Un punto critico, di innesco delle esondazioni più o meno numerose e frequenti, che vanno poi a defluire oltre il confine con Massa, producendo ripetute erosioni spondali, erosioni puntuali, allagamenti, etc.
Il quadro viene ribadito e confermato, fra progetti ed interventi solo previsti o parzialmente eseguiti, fino ai dettagli dei VINZONI da Panfilio Sr., a Matteo, e soprattutto, in questo campo, a Panfilio jr.
Le esondazioni ed i danni segnalati non hanno sempre la solita entità ed espansione (sicuramente influite dalla violenza dei singoli eventi), ma sembrano confermate le modalità (mancata o parziale esecuzione delle opere), più che per la loro efficienza.
Rimane comunque un quadro interessante, poiché si colloca e ripresenta un ambiente senza sostanziali modifiche nell’arco dei circa tre secoli di “osservazioni”.

Marinella di Sarzana, Sarzana, provincia della Spezia 19038, Italia

Ortonovo, Luni, provincia della Spezia, Italia

Nicola, Luni, provincia della Spezia, Italia

Luni Mare, Luni, provincia della Spezia, Italia

Luni Mare, Luni, provincia della Spezia, Italia

Bibliografia

BANTI, L. (1894-1978). Luni. Firenze: Istituto di Studi Etruschi – Rinascimento libero.
CAGNANA A., G. D. (2021). La costruzione della fortezza bizantina di Luni (SP). Caratteristiche e cronologia da recenti indagini archeologiche. In Archeologia Medievale, XLVIII, 187-211.
DURANTE, A. (2001). Città antica di Luna. Lavori in corso. La Spezia: Luna Editore.
QUAINI, ,. M. (2004). Per la storia della cultura territoriale in Liguria: viaggiatori, corografi, cartografi, pittori e ingegneri militari all’opera fra medioevo e modernità. In D. PUNCUH,(a cura di) Atti Soc. Lig. St. Patria, nnuova serie, XLIV (CXVIII)(Fc. II), p. 5-58.
REDAZIONALE. (s.d.). Spina, Ercole. Tratto il giorno luglio 11, 2024 da milano-archivi-biblioteca.unicatt.it: https://milano-archivi-biblioteca.unicatt.it/entita/b495100d-9723-48ca-a30a-04fd0793f18e/Spina,%20Ercole/informazioni

Riferimenti Cartografici

1640, 20 giugno. (1): Progetto per la costruzione dell’alveo del Torrente Parmignola . ANONIMO – A.S.G., Cartografia Miscellanea, fondo Archivio Segreto, filza 55.
1672. (38): Disegno e pianta della muraglia et alvio nuovi fatti per ordine dell’Illustrissimo signor Giovanni Torriglia commissario di Sarzana l’anno 1672 per divertimento e riparo delle acque della Parmignola che devastavano li territorii megliori di Ortonovo, Nicola e Sarzana. ANONIMO – A.S.G., fondo Mappe e Tipi della Repubblica di Genova, Miscellanea di carte non riconducibili all’ordinamento originario.
1733 ca. 5: (Tipo) per l’alveo del fiume Parmignola a confini di Sarzana e di Massa. Pietro MORETTINI. – A.S.G., fondo Mappe e Tipi della Repubblica di Genova, PP. Tipi miscellanei del involto PP. Sec XVIII, seconda metà circa.
1733 ca. 5/bis: (Tipo) per l’alveo del fiume Parmignola a confini di Sarzana e di Massa… Copia del precedente elaborato cartografico-progettuale.
1733, 29 ottobre (3): Tipo geometrico del Torrente Parmignola
. Innocenzo BERGAMINI e Pietro MORETTINI. – A.S.G., Cartografia miscellanea, fondo Giunta dei Confini, filza 111 > 45.
1733, 29 ottobre (post). (19/3): Tipo geometrico del Torrente Parmignola. Innocenzo BERGAMINI e Pietro MORETTINI, Copia.  – A.S.G., fondo Mappe e Tipi della Repubblica di Genova, PP. Tipi miscellanei del involto PP. Sec XVIII, seconda metà circa.
1773, 29 ottobre (fra il) – 1751, 2 ottobre (e il). (19/1) e (19/2). Progetto di canalizzazione del torrente Parmignola. ANONIMO – A.S.G., fondo Mappe e Tipi della Repubblica di Genova, PP. Tipi miscellanei del involto PP. Sec XVIII, seconda metà circa.
1777, agosto. (1): Progetto per l’arginamento del torrente Parmignola, Panfilio VINZONI jr. – A.S.G., Cartografia miscellanea, fondo Giunta dei Confini, filza 92.
1777, ottobre 14  (27). Progetto per l’arginamento del torrente Parmignola, Panfilio VINZONI jr. – A.S.G., Cartografia, fondo Giunta dei Confini, misure vinzoniane non riconducibili a specifiche pratiche.
1779 (1).Tipo geometrico del corso che tiene il Torrente Parmignola nella pianura genovese e carrarese sino al mare.. Panfilio VINZONI, jr.; – A.S.G., Cartografia miscellanea, fondo Giunta dei Confini, filza 111 > 45.

Rispondi