Copertina – Nicola (SP), particolare della fontana (Figura 39) all’ingresso del castello. È uno dei due delfini in marmo, su una base colorata originalmente in rosso pompeiano, provenienti sicuramente dalla città romana di Luni.
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Proemio
…Nella vestigia dell’antica città di Luni (vicino a Sarzana – Figura 45) sono frequenti le escavazioni e le occasioni di scoperte, le quali poi non portano frutto utile per la nostra storia a cagione delle dispersioni degli oggetti scoperti. E cosa sommamente desiderabile che si ponga rimedio ad un tal grave disordine, tanto più che anche recentemente si sono fatte, secondo è stato supposto al sottoscritto, scoperte di oggetti molto interessanti, che sono stati venduti a viaggiatori stranieri… Cesare SALUZZO, in (SFORZA, 1904).
Questo è stato il grande problema di Luni, che è cominciato ben prima degli scavi abusivi e con l’abitudine di utilizzare i monumenti come cave di pietra per edificare (Copertina, Figura 1, Figura 2, Figura 3, Figura 4, Figura 40, Figura 41, Figura 42, Figura 43 e Figura 44) o, peggio, per produrre la calce (Figura 5).
Al di là della dispersione dei materiali e dei reperti, alcuni scavi (anche non proprio legali) hanno fornito comunque indicazioni utili alla ricostruzione ambientale, non solo urbanistica, della Luni romana.
Poi, ci sono le prime cartografie. E queste forniscono dati essenziali per ricostruire l’ambiente al pari di fotografie datate. Ci si deve riferire però alle rappresentazioni grafiche-topografiche settecentesche, redatte con metodo agrimensorio. Meno attendibili e solo indicativi sono i Tipi precedenti, non sempre scevri da interpretazioni e trasposizioni più o meno fantasiose che purtroppo sono state talvolta riproposte in seguito con valore di veritas.
Per adesso fermiamoci qui e cerchiamo di leggere, con occhio geologico, le principali cartografie storiche.
Il Cinquecento di Ercole SPINA
Erchole SPINA, sarzanese, ex militare, fu nominato Procuratore di Sarzana nel 1587. All’epoca, la Repubblica non era dotata di una Sala Cartografica aggiornata, come Venezia e Firenze, ma ne avvertiva la necessità. Infatti, già dal 1579 il Banco di San Giorgio, per bocca di Paolo MONEGLIA e Giovan Battista SPINOLA, chiesero all’ingegnere SPINA di aggiornare le conoscenze geografiche del territorio soprattutto in materia di confini e strade. Il fine strategico (economico, impositivo, di controllo) era ovvio.
Lo SPINA immaginò di cartografare i territori del Dominio in maniera completa. Ma, potremmo dire, che l’opera rimase sulla carta (QUAINI, 2004). Dello SPINA ci restano solo un paio di tavole realizzate nel 1587 (Figura 6) e nel 1592 (Figura 7).
La prima cartografia fu redatta a seguito della decisione presa nel 1579, dal Consiglio dei Procuratori, di aggiornare lo stato di alcuni confini della Repubblica (in Val di Vara e con la Toscana).
In alto a destra, di spalla, sull’ampio cartiglio della prima carta è riportato (Figura 8):
…1. Cil p.o Termine posto su La riva del mare dal Prencipe di Massa in confine del Loro Ser.mo Stato quale tirando alla mira a dt. n.o 1. 2. 3. 4. par non se ni possi contradire tuttavia si debbe intendere che l’antigua città di Lune haveva il porto q.al arrivava sino al n.o 3 et hora crescendo il litto (litorale, n.d.a.) si come va facendo in pocho tempo resterà detta città e ser.mo stato priva del mare…
Si conferma, quindi che alla fine del Cinquecento la linea di costa si era già ritirata in maniera evidente rispetto alla città.
Tuttavia il rilievo dello SPINA manifesta che Luni possedeva ancora un piccolo invaso comunicante col mare: …il vero porto di Luna, ora Stagno… (Figura 9). La sua posizione era a W-SW della città.
L’autore trae la convinzione che il portus Lunae fosse nei pressi della città e che fosse andato ad interrarsi nel tempo. Convinzione che gli nacque dai rilievi eseguiti in zona fra il 1552 e il 1572 ( (CAGNANA A., 2021, p. 188) e che espliciterà in seguito.
Ancora, lo SPINA non condivideva l’idea, diffusamente sostenuta all’epoca, che il porto fosse il/nel Golfo della Spezia o presso Portovenere. E questa sua idea fu poi abbracciata da diversi studiosi fra i quali l’ACCINELLI che nel 1724 disegnava una carta riportando, ad onore, che …dall’originale di detto ingegnere Spina è cavata detta copia e si vede essersi ritirato il mare dalle rovine di Luni quasi due miglia per lo riempimento del fiume Magra… (CAGNANA A., 2021, p. nota 3).
… In una raffigurazione del 1592, chiamata “Parte della Lunigiana”, l’ingegnere Ercole Spina riporta il toponimo “Lune Vecio” (Figura 10), a indicare i monumenti della città classica: il cosiddetto “Castello” (corrispondente al Grande Tempio), il “Colosseo” e la “Piramide” (il Mausoleo). Con “il Novo” (Figura 11) identificava invece un’area recintata, all’intorno della città, che difende solo l’area adiacente alla Cattedrale, della quale emerge la torre campanaria… (LUSUARDI SIENA, 2007, tav. 1).
Ma l’aspetto piu interessante della carta cinquecentesca risiede nel tentativo di posizionare alcune linee di riva.
La piu antica entrava molto all’interno della Seccagna, dove lo SPINA indicava il porto di Luna. Ma non se ne riesce a leggere l’anno di riferimento per la presenza di una macchia proprio in quel punto del manoscritto. Da quel momento comincia a ritirarsi congiungendo, con un limite arcuato, San Maurizio con quelle che VINZONI chiamerà le vestigia di un molo. Questo è riferito ad un “anno 70″, ma non se ne decifra il secolo (forse XIV o inizio XV?).
Nell’anno 1500 tondo, il mare sarebbe ancora arretrato molto a valle della città di Luni e nel 1592 avrebbe congiunto Massa con una Bocca di Magra prossima all’attuale. Ma la cosa piu’ interessante è la confermata e documentata presenza dello stagno e del suo emissario diretto verso la foce del Magra.
Il Seicento eclettico
La cosa interessante di questa prima cartografia seicentesca, di ANONIMO (Figura 12) è la rappresentazione dell’area ad oriente della foce del Magra. In corrispondenza, più o meno di Luni è schematizzato un bacino, molto ampio, collegato al mare da un canale. Si deve intendere come un bacino costiero, marino, poiché è sottolineato dalla stessa retinatura della costa.
In realtà si differenzia, soprattutto per dimensione, da quelli riportati dallo SPINA. Bisogna considerare, pero’, che questa cartografia è molto più schematica, quasi una carta di tipo nautico, dell’epoca. La scala è molto ridotta, quindi è una rappresetazione essenzialmente indicativa. Ricorda molto da vicino un’analoga altra presenza del medesimo stagno (Figura 13), più antica (1582-83), segnalata nel territorio compreso fra la foce del Magra, il Parmignola ed i Monte Acuto (Alpi Apuane).
Nel 1638, altro ANONIMO traccia il disegno della cittadella bizantina. …La città romana non è indicata; accanto alla scritta Luni si rappresenta soltanto la ridotta fortificata, delimitata da mura merlate dalle quali emerge una torre con tetto a doppio spiovente… (CAGNANA A., 2021). A monte della cittadella c’è la via romana che dovrebbe ricalcare il cardo decumano, mentre a occidente è indicato il Parmignola (Figura 14), che sembra corrispondere più all’attuale Canale (artificiale) di Provasco. Forse è la conseguenza delle previste sistemazioni idrauliche sei-settecentesche.
Di certo interesse è un disegno molto schematico (Figura 15) titolato: Disegno e pianta della muraglia et alvio nuovi fatti per ordine dell’Illustrissimo signor Giovanni Torriglia commissario di Sarzana l’anno 1672 per divertimento e riparo delle acque della Parmignola che devastavano li territorii megliori di Ortonovo, Nicola… (A.S.G.). Qui l’esondazione del Parmignola ha raggiunto i ruderi di Luni e l’anfiteatro (Figura 46 e FIgura 47).
Bisogna ricordare che in quel tempo furono eseguiti diversi interventi di regimazione del Parmignola, resisi necessari a seguito delle frequenti alluvioni distruttive delle quali era stato protagonista (CAGNANA A., 2021). Non è da escludere che le differenti posizioni dell’alveo che compaiono sulle cartografie conseguano a tali interventi, più che ad errori cartografici.
Per concludere questo secolo, ancora una tavola del tutto indicativa dell’assetto regionale circostante a Luni,. È ancora di ANONIMO, denominata Tipo dei confini tra Sarzana e Avenza (1688 – [ca. 1689) conservata preso l’A.S.G. (Figura 16). La rappresentazione è molto generica e poco dettagliata. Tuttavia, prendendo spunto dalle alluvioni indotte dal Parmignola e dai conseguenti e successivi interventi di sistemazione e regimazione ricordati in letteratura, è dovuta un’osservazione. Si tratta della rappresentazione dei corsi d’acqua (Figura 16 e Figura 17) che sembrano perdersi nella piana alluvionale, senza arrivare a sfociare in mare. Un aspetto molto curioso che fa riflettere sull’idrogeologia locale.
Anonimi del XVIII secolo
È molto evidente come la planimetria di Figura 19 riprenda la Luni Vecchia e Luni Nuova di Erchole SPINA (Figura 10) sia nella rappresentazione e distribuzione grafica degli elementi, che nella toponomastica. Forse è una rappresentazione più vicina al XVII che al XVIII secolo…
Un altro particolare molto interessante è la Murela (Figura 20) posta a poca distanza, verso NW, da Luni Veccio. Sarà casuale, ma è un riferimento molto preciso alle Vestigge del Molo riportate dai VINZONI nel 1773 e descritte dettagliatamente nella legenda di un’altra versione della Pianta dell’antica città di Luni, riferibile al 1773 di Matteo e Panfilio VINZONI (Figura 21 e Figura 22).
Di un altro ANONIMO del 1721 è il …Disegno di val di Magra con sue strade aperte di novo… (A.S.G.). Questa tavola abbraccia un ampio territorio fra Massa, la foce del Magra, Ameglia e Pontremoli, (Figura 23) ma la sua particolarità é che non indica assolutamente Luni (Figura 24).
A metà Settecento cominciarono anche i rilievi, precisi e famosi, dei VINZONI.
Una prima rappresentazione grafica fu molto estesa (Figura 25), ma interessante per almeno due particolari.
1- Fra le città/località di Luni/Marinella e la foce del Magra compariva un’area paludosa definita Stagno, alimentata da un rio detto Orti e corredata di un emissario che confluiva direttamente nella sponda sinistra del Magra, presso la sua foce (Figura 26).
2- Lungo il Promontorio Orientale, oltre S. Croce e Montemarcello, è indicato il toponimo Bianca con evidente riferimento alla Punta Bianca.
Come detto, Matteo e Panfilio (soprattutto Panfilio Jr.) VINZONI furono molto attivi a Luni a cominciare dal 1752. Rilevarono e disegnarono diverse cartografie anche dei resti (vestigia) della città. Ne resero un’immagine quasi fotografica e, comunque, molto dettagliata.
Fra le diverse versioni delle tavole di Luni e Marinella, una è stata ridisegnata e pubblicata anche da (TARGIONI TOZZETTI, 1774; Figura 27).
Figura 18 – Disegno ricavato da un libro del S. Franc.co Ant.o FERRARINI di Sarzana che riprende lo SPINA
Matteo VINZONI, la prima Luni
Un documento poco noto di Matteo VINZONI su Luni, è quello che lo stesso ha riprodotto da uno più antico (DURANTE, 2001, p. 35) riferibile al 1633 (Figura 28). Vi emerge che il decumano maximo della città romana passava esternamente, a monte, della cittadella la quale, invece, era attraversata da una strada di servizio, …strada vecchia qui tendit propri menia… (Figura 28 e Figura 29).
Questo particolare sarebbe in contrasto con l’immagine di Figura 14.
Un altro particolare interessante è la presenza dello Stagno. In realtà vi sono all’interno due date (il 1624 ed il 1633; Figura 30), come se l’autore avesse voluto definirne due dimensioni precise. In effetti il 1624 è indicato in alto, immediatamente a valle della strada che borda la cittadella ed in un’area che riporta simboli simili a quelli del mare. La data del 1655 si trova in basso in un’area evidenziata di rosso, come quella di Marinella immediatamente a monte della battigia (dove verrà in seguito disegnata l’ampia Tenuta di Figura 34 e Figura 32).
L’evidenziazione in rosso sembrerebbe essere interpretabile come un lido, un’area di spiaggia. Se ne potrebbe trarre conferma anche dal toponimo Bracciotto che evoca il precedente Braciolo di Figura 32. A conferma sono i riferimenti “I”, al termine in faccia alla via del campotto in riva del Stagno d’ord.e dell’Ill.mo Giò. Matt.o Durazo, ma anche i successivi termini K, L e M.
Non si può avere maggiore dettaglio interpretativo, seppure siano riportate delle misure di distanza fra i singoli termini, poiché la carta presenta uno iatus, una mancanza.
Matteo e Panfilio VINZONI
Il Dominio della Serenissima Repubblica di Genova in Terraferma è la collezione cartografica più completa e particolareggiata prodotta da Matteo VINZONI, con l’aiuto del padre Panfilio e del figlio Panfilio jr.. Non poteva certo mancare una sezione su Luni (Figura 31), la sua storia, i suoi resti, il suo territorio ed il problema delle perniciose alluvioni del Parmignola. Oltre alle pubblicazioni e la visibilità presso la Biblioteca Berio di Genova, l’Atlante è consultabile anche online (https://archive.org/details/ge-0036-m.r.-cf.-2.9).
Scorrendo le pagine dell’Atlante emerge la tavola Marinella (Figura 32), che rivela diversi particolari interessanti:
- La Casa del Sale (nell’angolo superiore sinistra) localizzata …poco distante della Città, oltre la Seccagna ricolmata nei secoli o, meglio, immediatamente all’esterno, a margine, di essa…. Non si hanno notizie storiche circa la presenza di una salina nella zona o della produzione di sale, se si eccettua un posteriore ed infruttuoso tentativo sperimentato nell’Ottocento a Marinella. Quindi quell’edificio e quel toponimo nel Settecento cosa potevano significare?
- Per altro i terreni dell’antica Seccagna appaiono coltivati (verso oriente) o lasciati a prativo (Prati di Luni), probabilmente ancora sartumosi, acquitrinosi o paludosi, anche se solo nella stagione invernale. Del resto, come ancora oggi si manifesta.
Sostengono questa interpretazione almeno tre particolari:
-
- la traccia del Bracciolo che evoca un canale effimero, ad attività discontinua,
- alcuni corsi d’acqua minori che sembrano nascere direttamente in pianura, come drenaggi della superficie freatica in condizioni di sub-superficialità,
- le condizioni climatiche del periodo (la piccola glaciazione manifestatasi fra il XVI ed il XIX secolo).
- A confermare ulteriormente questa visione ambientale sarebbero le simbologie adottate per rappresentare il paesaggio. L’ampia area compresa fra i Prati di Luni, il Bracciolo ed il Bozzone è indicata con puntinati o come praterie. Ben differente è l’impressione dei terreni verso il margine ovest della carta o di quelli ad est della città rappresentati con tratteggi che evocano le coltivazioni.
Bisogna aggiungere, ancora, la tenuta della Marinella, ampia area coltivata, delimitata e interessata da diversi alvei (Fosso della Marinella, Fossone, Fosso della Lara, Fossone del Solfo, Fossone Maestro, Fossone dell’Arena) e da alcuni invasi (Stagno della Forcella e Lago del Fondole), prospicienti la linea di riva. - Sempre per descrivere la complessità e variabilità idrogeologica della pianura è stata localizzata anche la Fonte del Circo, presso l’anfiteatro, della quale ci sono rari riscontri in letteratura, contrariamente alle escursioni periodiche della falda freatica.
- Infine. le Vestiggie del Molo, poco distanti dalla città, verso NW e delle quali s’è detto.
La bonifica della Marinella
Sono note diverse e successive versioni della Marinella, intendendo quella porzione di territorio costiero ad oriente della foce del Magra.
Si tratta di versioni successive che riprendono probabili fasi consequenziali dei lavori di bonifica del lago o stagno chiaramente presente ancora nel Cinquecento (Figura 13), nel Seicento (Figura 12) e come traccia fino oltre la metà del Settecento (Figura 25 e Figura 26).
A seguito di lavori di bonifica, lo Stagno cambia forma e dimensione (Figura 33), si riduce, ma ne rimangono testimoni alcuni piccoli laghetti di servizio alla destinazione agricola della Tenuta (Figura 34 e Figura 32). L’immagine di Figura 34 sembra una prima versione di lavoro della carta Marinella. Sia il tratto che il tipo di rilievo e rilevamento si direbbero, comunque, quelli vinzoniani.
A parte la mancanza di alcuni particolari e dei toponimi, questa tavola è interessante per l’assetto degli acquitrini e dei laghetti costieri. Si direbbe che sia un assetto precedente a quello rappresentato nella tavola del 1773. Un assetto precedente, più naturale, rispetto a quello razionalizzato e regimato nella carta di Figura 32.
Sogue a breve distanza di tempo, una versione di Panfilio VINZONI del territorio adiacente al Parmignola (Figura 35), con evidente riferimento al ripetersi dei problemi di esondazione.
Seppure il rilievo di Marinella sia precedente ai lavori di sistemazione, sono rappresentati alcuni particolari di grande interesse.
La sorgente dell’anfiteatro è stata captata e diretta nei canali creati, o in progetto, nella Tenuta di Marinella. Sono previsti o eseguiti lavori di sistemazione e razionalizzazione idraulica. Al contrario hanno ancora aspetto naturale gli stagni e laghetti costieri. Naturalmente la topografia di questi ultimi non può’ che essere differente da quelle delle rappresentazioni precedenti, poiché soggetti a divagazione indotta da influenza di falda, del cuneo salino e delle azioni diretta ed indiretta del mare.
Infine, anche nell’ambito di pianura toscana si manifesta un drenaggio di acque sotterranee e da una fonte (Figura 36) che sono regimate a confluire nel maggiore Fosso Maestro. Appare evidente la ricchezza di acque ipogee e la conseguente sub-superficialità della superficie freatica diffusa lungo tutta la pianura di levante, fino alla Versilia.
Considerazioni
La prima considerazione da fare è relativa alle linee di battigia indicate dallo SPINA sulla tavola del 1592 (Figura 7 e Figura 10).
È rappresentata una migrazione, con avanzamento della costa molto evidente. Pare quantificabile solo la posizione dell’ultimo centinaio di anni, mancando la leggibilità dei primi limiti temporali tracciati. L’ipotesi è che la linea di costa più arretrata palesi la teoria dello SPINA sulla posizione del portus Lunae. Ma questo renderebbe il dato meramente interpretativo.
Certamente più reale è la posizione, seppur lievemente differente fra le due carte, del muro forte di Luni ora stagno, nel 1587, che diventa solo stagno con la data nel 1592.
I dati certi sono quindi la presenza comunque di almeno un’area sartumosa, acquitrinosa, nonché della linea di costa riferita alla fine del Cinquecento prossima all’attuale.
Seppure con sostanziali differenze, le aree acquitrinose compaiono su tutte le rappresentazioni anche successive. In alcuni casi sono più ampie, quasi a simulare dei piccoli golfi (Figura 12, Figura 37 e Figura 38). Questi rappresentano due casi limite. Bisogna però considerare l’estensione delle due tavole e la loro indicatività. Tuttavia c’è un gap di un paio di secoli fra le due, che indicherebbe una ricorrenza dell’informazione. Inoltre, quando l’ALLEGRINI nel 1769, ha edito la sua tavola, c’era stata una diffusa produzione cartografica locale, probabilmente nota anche l’autore, come indica il presidio di Sanità di Luni (Figura 38), di Vinzoniana memoria. Anche qui la posizione del particolare fa riflettere: un palese errore, o si posizionava su una delle ormai identificate barre costiere che apparivano talvolta come isole? Le scale non ci aiutano.
Il dato fondamentale è comunque la presenza continua, di queste aree lagunari che ci porta a confermare le condizioni sub-superficiali fino a superficiali e discontinue dell’interfacica freatica. Una situazione della quale restano testimoni ancora attuali, retaggio di un ambiante costiero dunale, retrodunale ed a barre. Un ambiente a forte influenza marina, ma anche alluvionale come testimoniano le cronache delle regimazioni indotte sul Parmignola e quella settecentesca della Marinella. In effetti il Parmignola appare più attivo e rovinoso addirittura del Magra, ma probabilmente non ha giuocato un ruolo secondario il fatto che i dissesti si originassero in territorio genovese ed i danni nel Ducato di Massa.
Ancora, molto indicativa di un’idrologia complessa, superficiale e sub-superficiale, sono gli alvei secondari che compaiono e spariscono nella pianura (Figura 16 e Figura 36) come le modeste polle indicate come sorgenti.
Sarzana, provincia della Spezia, Italia
Luni Mare, Luni, provincia della Spezia, Italia
Luni Mare, Luni, provincia della Spezia, Italia
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Figura 8 e FIgura 9 – Particolari della carta precedente.
Figura 10 – Erchole SPINA, Tavola di miglie vinti per ogni verso di parte de la Lunegiana vale conforme le graduationi di Tolomeo Alessandrino, (1592). Archivio di Stato di Genova, ms. 423, Diverse Piante. Da FROVA e VARALDO, 1986. Particolare.
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Figura 15 – Giovanni TORRIGLIA, Disegno e pianta della muraglia et alvio nuovi fatti per ordine dell’Illustrissimo signor Giovanni Torriglia commissario di Sarzana l’anno 1672 per divertimento e riparo delle acque della Parmignola che devastavano li territorii megliori di Ortonovo, Nicola e Sarzana.1672. Archivio di Stato di Genova, Cartografia, Fondi cartografici eriginari, fondo Mappe e tipi della Repubblica di Genova, Miscellanea di carte non riconducibili all’ordinamento originario. Particolare.
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Figura 17 – Antonio Maria RICCA, Tipo dei confini tra Sarzana e Avenza (1688 – ca. 1689). Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Fondo Archivio Segreto, filza 91. Particolare.
Figura 18 – Disegno che riprende la tavola del 1592 dello SPINA, ricavato da un libro del S. Franc.co Ant.o FERRARINI di Sarzana, s.d.; da web.
Figura 19 e Figura 20 – ANONIMO, Pianta o sia tipo per i confini fra Ortonuovo e Castelnuovo fra i territori di Massa e Sarzana, (XVII-XVII secolo). Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Fondo Giunta dei Confini, filza 61. Particolare.
Figura 21 e Figura 22 (particolare della legenda) – Una delle numerose versioni edite e personalizzate della Pianta della CIttà di Luni di Matteo e Panfilio VINZONI, reperibili in varie pubblicazioni e sul web. La tavola è riferibile alla serie di carte e disegni di Luni e delle sue Vestigia, del Dominio della Serenissima Repubblica di Genova in terraferma (Riviera di Levante) del 1773.
Figura 23 – ANONIMO, Disegno di val di Magra con sue strade aperte di novo (1721). Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Fondo Archivio Segreto, filza 363.
Figura 24 – ANONIMO, Disegno di val di Magra con sue strade aperte di novo (1721). Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Fondo Archivio Segreto, filza 363. Particolare.
Figura 25 e Figura 26 – Matteo VINZONI, La Lunigiana (1770 ca.). Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Fondo Giunta dei Confini, filza s.n. minute non riconducibili a singole pratiche. Particolari della zona di Luni-Marinella a differenti ingrandimenti.
Figura 27 – Un’altra delle planimetrie della Città romana di Luni, disegnata in originale da Matteo e Panfilio VINZONI, poi personalizzata. Questa è stata pubblicata da TARGIONI TOZZETTI (1777) poi ripresa, ad esempio, da DIRANTE (2001) e CAGNANA (2021).
Figura 28 – VINZONI, Pianta dei termini e dei confini delle terre di Castelnuovo Ortonovo e Nicola, (s.d.). Da un disegno più’ antico. Archivio di Stato di Genova, Magistrato della Comunità, filze Vinzoni 111745, n.201 (DURANTE, 2001).
Figura 29 e Figura 30 – VINZONI, Pianta dei termini e dei confini delle terre di Castelnuovo Ortonovo e Nicola, (s.d.). Da un disegno più’ antico. Archivio di Stato di Genova, Magistrato della Comunità, filze Vinzoni 111745, n.201 (DURANTE, 2001). Particolari.
Figura 31 – Pianta dell’antica città di Luni, originale di Matteo VINZONI dal Dominio della Serenissima Repubblica di Genova in terraferma (Riviera di Levante) del 1773 (da archive.org).
Figura 32 – La Marinella.Una delle tavole di Matteo VINZONI dal Dominio della Serenissima Repubblica di Genova in terraferma (Riviera di Levante) del 1773 (da archive.org).
Figura 33 – Pianta della città di Luni. Carta attribuita a VINZONI (1773). Da web (Repubblica Francese, Servizio Geografico).
Figura 34 – Matteo VINZONI, Pianta di una tenuta in riva al mare in località Marinella nei pressi di Luni (sec. XVIII metà circa). Probabile tavola preparatoria o rilievo di campagna, per la redazione della carta di Marinella (1773). Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Fondo Giunta dei Confini, filza 107.
Figura 35 – Panfilio VINZONI jr., Tipo Geometrico del corso che tiene il Torrente Parmignola nella Pianura Genovese, e Ccarrarese sino al mare, 1779. Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Fondo Giunta dei Confini, filza 111.
Figura 36 – Particolare Tipo Geometrico del corso che tiene il Torrente Parmignola nella Pianura Genovese, e Ccarrarese sino al mare, 1779. Archivio di Stato di Genova, Cartografia miscellanea, Fondo Giunta dei Confini, filza 111.