Il Macramé. Appunti su un’eccellenza ligure (IV)

Copertina

Copertina – Anche in una povera vecchia casa popolare di Lavagna, abbandonata da decenni, sopravvive il ricordo della tradizione dei pizzi e dei merletti in macramé…

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Il museo del macramé di Rapallo

Il Museo di Rapallo, il merletto e l’ornato.
L’arte del merletto a Rapallo, come in altri luoghi, è una storia che viene da molto lontano.
Leggende di terre straniere, l’Oriente, il suo fascino, le sue usanze, i suoi colori, i suoi tessuti. Sogni, diventati racconti e da questi altri sogni.
La manifattura ZENNARO, (Figura 50) diventata poi museo, ha prodotto e conservato opere stupende, create in zona. All’esperienza dei tempi antichi, sono state applicate tecniche moderne. E la bellezza rivive nelle abitazioni contemporanee.
Tavole imbandite con tovaglie in pizzo, con al centro la regina della casa. Si creano nuovi istituti per la cultura e la produzione di pizzi e merletti. Nomi famosi in questo campo non si contano, così come i designers, gli architetti e i sarti e le riviste che li usano e diffondono… Si rinnova un’arte che sembrava un poco appassita.
La Manifattura ZENNARO termina in bellezza la sua produzione con un ultimo capolavoro del 1964: la grande banda a mosaico di pizzi intitolata La commedia dell’Arte (PARMA ARMANI, 1990; Figura 60 e Figura 61).
Nel piccolo borgo di Rapallo, già nel XIII secolo, esisteva la tradizione di piccole manifatture di preziosi ricami in delicata seta colorata, oro e argento, per lenzuola, biancheria e tessuti.

I primi documenti sui macramè di Rapallo

In un documento del settembre 1214 Marchisio da Rapallo stende un atto per l’acquisto di lire 9 di oro filato.
Il 28 maggio 1242, il concittadino Soliano di Pescino sottoscrive l’affidamento della figlia Caterina …causa adiscendi de arte tagliandi et filandi aurum…
Il 30 gennaio 1254 Giovanna di Rapallo prende al suo servizio una giovinetta cui s’impegna ad insegnare …artem texendi oralia de seta…, mentre il 18 maggio 1307 Giacomina di Rapallo riceve dal maestro Giacomo da Carignano lire 20 per impegnare in arte sua …de operazioni auri

Attività consolidata, quindi, in un contesto di piccole dimensioni. C’è da domandarsi come mani femminili atte anche al duro lavoro quotidiano, riuscissero a creare capolavori di tale finezza. Forse, le ragazze con mani meno rovinate riuscivano al meglio in quest’arte.
Nel frattempo, il lavoro muta. 

Il tombolo e il macramé

Il lavoro orienta su lavori ad ago, o al tombolo (Figura 62). Nel Seicento i primi centri per questa produzione sono Genova e Venezia (Figura 63), com’è stato scritto recentemente.
A metà del Cinquecento, l’intreccio dei fili che le donne rapallesi facevano diventare stupende nuvole spumeggianti in cieli sovrapposti, divengono tradizione. Fusi raccolti all’estremità dei fili, vengono fissati con punteruoli sul cuscino, seguendo un disegno sottostante (Figura 62).
Trine ad ago (Figura 16 e Figura 17) somiglianti a vere morbide sculture, precise nei contorni, s’intersecano senza confondersi, guidate da mani fantastiche che con i fuselli creano disegni dolcissimi, che sfumano quasi nel nulla.
Stenta, nell’immaginario di chi scrive e chi legge, la visione che mani dedite al lavoro di una stentata agricoltura, di una terra avara e di una modesta attività ittica, possano creare capolavori di ingegno e bellezza. Molto probabilmente erano lavori per mani ancora delicate di ragazze e giovinette. E tutto questo lavoro era favorito dal fatto che si poteva produrre fra le mura domestiche senza tralasciare troppo la casa, l’orto, le bestie ed i mariti.

Immagine citata nel testo

Figura 33 – Merletti di Chiavari, fine Ottocento (Collezione dell’Autrice)

Il Cinquecento ed il Seicento

Nel 1592 Nicolosio LOMELLINO offre ad una sua chiesa …un’arca bracciata di pissetti… per ringraziamento di una raccolta copiosa di corallo. Battista BARABINO, nel 1600, aveva dato il nome di filo di Rapallo a quello dedicato alla produzione di merletto presso la sua bottega. Questo filo era specificatamente crudo e bianco. E già nel 1601, una piccola società commerciale vendeva ad Agostino MERELLO una quantità di pissetti grixelle filamenti del valore di 104 lire, da vendere nel genovesato e di restituire il capitale (in pratica un affido in conto-vendita).
Da semplici casupole sulla collina uscivano trine per le attivissime botteghe di Genova, poi dirette verso luoghi neppure sognati dalla povera gente.
Gian Vincenzo IMPERIALE (Figura 64 e Figura 65) durante suoi viaggi, nel 1609, scrive …Rapallo in lavori di tela e di filo poco cede à lini olandesi ed à ricami di fiandra… . Ce lo dimostrano i dipinti di quel secolo d’oro (Figura 23, Figura 25, Figura 26, Figura 4, Figura 5Figura 7).
In Francia, una specie di protezionismo cerca di mettere freno al salasso che provocavano alle finanze le importazioni costosissime. E così cercarono di instaurare una propria produzione. Tuttavia, i nostri artigiani superavano in abilità ed inventiva tutti gli altri, stranieri.
La violenza della Rivoluzione Francese passa su ogni cosa e ogni bene, sulla bellezza, sulle persone … inesorabile.
L’Ottocento ridà alla Riviera, alle Riviere, quelle frivolezze perdute, con anche le diseguaglianze. Si recuperano antichi ricami e se ne creano di nuovi. Spilli su spilli…
Altri punti, altre meraviglie a disposizione dei foresti.
Sotto i portici, sulle spiaggette, sulla porta di casa (di Rapallo, Santa Margherita Ligure, Portofino), si esibivano le merlettaie. Dita sveltissime impongono ritmi serrati, a cadenze quasi musicali.
Punto intero, mezzo punto, punto Milano, punto Venezia, punto Cantù, Chantilly, Valencienne, Guipure e mille altri. Sinfonia stupenda, con note in filo, su una tastiera speciale… il tombolo (Figura 66, Figura 67, Figura 68 e Figura 69).

Il macramé dalla metà Ottocento al 1967…

Nel 1854, le merlettaie delle Riviere erano circa 8000, e guadagnavano intorno a 200.000 lire l’anno (che nel 1861 corrispondevano fra poco meno di un milione  ed un milione e centomila euro attuali). Solo in Rapallo, un censimento registrava 3098 lavoratrici al tombolo.
Fra la fine dell’Ottocento e la fine del Novecento Rapallo vede la costruzione di grandi alberghi, del casinò e degli stabilimenti balneari. Queste innovazioni spingono molti esuli dell’Est, artisti, scrittori, filosofi, a trasferirsi in Riviera: Gabriele MÜNTER (Figura 70 e Figura 70.1), Vasilij KANDISKY (Figura 71 e Figura 71.1), Michail Aleksandrovič VRUBEL (Figura 72), Alexej von JAWENSKY (Figura 73), per citarne alcuni.
Nel 1904 Mario ZENNARO inizia a vendere da casa, a Rapallo. Successivamente fonda, sempre nella città, la propria manifattura (Figura 50), poi un negozio e quindi un’esposizione permanente nella sua abitazione. Partecipa con successo all’Esposizione Internazionale di Genova, nel 1914, dove ottiene la medaglia d’oro.
ZENNARO produceva eccellenza. Aveva portato nel Tigullio una nuova organizzazione del lavoro. Si lamentava che …contesti comuni come Rapallo, Santa Margherita e Portofino, non vi furono mai fabbriche di merletti, ma tutti vendevano merletti…
A Rapallo e Portofino erano fatti con fili bianchi. A Santa Margherita in seta nera. Qui lavoravano le operaie migliori e più intelligenti.

Nel 1860 la ditta BAFICO poté fregiarsi dello stemma reale.
La lavorazione del merletto cresce ed ogni casa ne è addobbata, dalle tende agli asciugamani.
Molto ancora si potrebbe dire.
ZENNARO continua ad ammodernare la sua manifattura e, nel 1954, produce per la Triennale di Milano due disegni, ma gli vengono respinti.
La morte della sorella crea nella sua mente una involuzione che lo estranea. Si dedica al culto dell’amata sorella, vera anima dell’azienda.
La ditta, con la grande competenza e la guida del fratello Aristide, arriva al 1967 con l’ultimo lavoro. Sono i pizzi disegnati da Lele LUZZATI nel 1964. È l’opera più originale prodotta, dedicata alla Commedia dell’Arte (Figura 60 e Figura 61).
Poi …

Burano, Venezia, città metropolitana di Venezia, Italia Lorsica, città metropolitana di Genova, Italia Zoagli, città metropolitana di Genova, Italia Paraggi, Santa Margherita Ligure, città metropolitana di Genova, Italia Noceto, Ne, città metropolitana di Genova, Italia San Massimo, Rapallo, città metropolitana di Genova, Italia Via San Michele Di Pagana, 16035 Rapallo città metropolitana di Genova, Italia Roccatagliata, Neirone, città metropolitana di Genova, Italia

Galleria Voltri Ovest - Progetto Gronda Di Genova - A10, 16158 Genova città metropolitana di Genova, Italia

Genova, città metropolitana di Genova, Italia Vicosoprano, Rezzoaglio, città metropolitana di Genova, Italia Cremona, provincia di Cremona, Italia Piacenza, provincia di Piacenza, Italia Bobbio, provincia di Piacenza, Italia Santo Stefano d'Aveto, città metropolitana di Genova, Italia Borgonovo, Mezzanego, città metropolitana di Genova, Italia Chiavari, città metropolitana di Genova, Italia Portofino, città metropolitana di Genova, Italia Santa Margherita Ligure, città metropolitana di Genova, Italia Rapallo, città metropolitana di Genova, Italia

Bibliografia

AA.VV. (1982 – 25 febbraio-31 marzo). Dal privato al pubblico. Catalogo della Mostra di tessuti e merletti antichi donati al Museo Luxoro. Genova: Comune di Genva. Assessorato Servizi Culturali.
LUNGHI, M., e PESSA, L. (1996). Macramè. L’arte del pizzo a nodi nei paesi mediterranei. Genova: SAGEP.
NICOLINI, F. (1978). Tessitura Artistica nel Genovesato e nella Liguria Italiana (dal Secolo XV al Secolo XIX). Genova – Savona: Editrice Liguria.
PARMA ARMANI, E. (1990). Il Museo del Pizzo al tombolo di Rapallo. La manifattura Mario ZENNARO 1908-1968. (E. PARMA ARMANI, A cura di) Genova: SAGEP.

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