Copertina – Particolare del portale con trigramma di San Bernardino e degli archetti pensile sui resti del palazzo storico di piazza Sant’Agostino alla Spezia.
Prologo
Da alcuni giorni la stampa locale (COMUNE DELLA SPEZIA, 2022 su Gazzetta della Spezia&Provincia; TENCA, 2022) propone l’annuncio dell’inizio dei lavori in un angolo molto significativo e dimenticato da tempo, di piazza Sant’Agostino a La Spezia.
In pratica sarà la costruzione di una palazzina ad alta efficienza energetica di aspetto illustrato nel rendering dell’edificio (Figura 1, da COMUNE DELLA SPEZIA, 2022 su Gazzetta della Spezia&Provincia).
Nel coro di voci entusiastiche, però, qualcuno osserva che quanto resta dell’edificio ha un indiscusso valore storico (R. VENTURINI in DE LUCA, 2022). I pochi resti, siano medievali o meno, assumono importanza documentaria per la Città e meritano una forte attenzione.
Cerchiamo nella storia della Spezia gli indizi sulla presenza dell’edificio nel tempo. Ma soprattutto proviamo a leggere quello che i pochi resti lapidei e murari possono ancora dirci.
La speranza è che questa sequenza di elementi possa stuzzicare la curiosità degli specialisti e degli Addetti ai lavori.
Il palazzo storico di piazza Sant’Agostino alla Spezia
Il medioevo della Spezia conserva purtroppo poche tracce e, spesso, scarsamente visibili. Si contano sulle dita di una mano.
L’elemento forse più appariscente è la casa-torre di via Biassa, in parte vincolata ed in parte oggetto del previsto intervento di sostituzione edilizia.
Seguono, nell’immaginario collettivo, i resti dell’edificio prospiciente piazza Sant’Agostino (Figura 2) e quelli, più importanti, posti lungo i suoi prospetti di via Calatafimi (Figura 3) e via Sant’Agostino (Figura 4). Si tratta di quanto rimane di un palazzo storico con portale di arenaria ed archetti pensili (Copertina).
Ma sarà proprio così?
Fra i portali sono ancora da ricordare quello marmoreo con stemmi di via Calatafimi (Figura 5 sn), vincolato, ed un altro inglobato in un intervento di ammodernamento, prospiciente la piazza di Sant’Agostino (Figura 5dx).
Oltre a questi, cercando, si individuano pochi lacerti di murature (Figura 6 e Figura 7) che talvolta fanno capolino da spie lasciate nelle nuove intonacature (Figura 8 e Figura 9). Vale la pena di segnalare, infine, la continuità di archetti pensili lungo altre murature circostanti e, chissà, forse un tempo contigue con quelle del palazzo storico (Figura 10), come lascerebbero intuire le cartografie Sei-Settecentesche.
Il palazzo storico di piazza Sant’Agostino: nella cartografia
Un edificio residenziale prospiciente la piazza Sant’Agostino era già presente nel XVII secolo lungo la direttrice Contrada Biassa-Contrada Sant’Agostino (LAZZARI F. e SCAPAZZONI E., 2012).
Poco più tardi l’edificio compare su alcune cartografie della Spezia:
- il Plan de La Spetia et de ces nouvelles fortifications dell’ingegnere militare e cartografo Pierre Paul De COTTE del 1748 (Figura 11, particolare);
- la Città della Spezia di Andrea RICCI del 15 novembre 1749;
- la Delineazione della Spezia e suoi contorni all’occasione dei lavori eseguiti nell’anno 1769 dell’Ingegnere Giacomo BRUSCO (Figura 12);
- Pianta dell’abitato di Spezia dall’Atlante del Dominio della Serenissima Repubblica di Genova in Terraferma (Riviera di Levante) di Matteo VINZONI, 1773 (Figura 27, particolare). Conservato presso il Fondo Biblioteca Civica Berio, Genova;
- Piano centrale del Bacino degli Stagnoni di Amedeo PEYRON del 1846;
- Carta topografica della città della Spezia del 1884. Comune della Spezia, Sala Disegno (Figura 28, particolare);
Quindi ill palazzo esisteva fra il Seicento e la fine dell’Ottocento. Di sicuro sappiamo che faceva parte della lunga palazzata fra piazza Sant’Agostino e via del Prione, compresa fra via Calatafimi e via Sant’Agostino.
Figura 28 – Carta Topografica della città della Spezia del 1884. Comune della Spezia, Sala Disegno (da BOCCA, 2009/2010).
Il palazzo storico di piazza Sant’Agostino: testimonianze d’arte
Più intrigante è quanto emerge dalla documentazione fotografica gentilmente concessa dall’Archivio della Casa Editrice Giacché della Spezia.
È particolarmente suggestivo il confronto fra due immagini: quella del 1870 (NOACK, Figura 13) e quella del 1875 (DEGOIS, Figura 14). Appare evidente il diverso stato di conservazione dell’edificio. Nella prima immagine è più trasandato, se non cadente ed il tetto sembra sconnesso. Cinque anni dopo (in base alle date di archivio) l’edificio appare sicuramente in ordine. I prospetti sembrano ridipinti ed ornati con cornici segnapiano, con imposte e tetto in ordine. Una ristrutturazione o una manutenzione straordinaria? Infine colpisce il sottotetto con piccole finestre che riportano alla mente gli alloggi per la servitù dei palazzi signorili.
Del 1890 è la foto più famosa (Figura 15). L’edificio ha nuovamente un aspetto cadente. Alcuni particolari, come le gronde, riportano alla foto di quindici anni prima, ma altri (come i vetri rotti) manifestano incuria e decadenza.
Poco significativa è l’immagine dell’edificio in discorso che compare marginalmente sulla sinistra della tela Contrada di Spezia (Figura 16) di Agostino FOSSATI (1830-1904). Al contrario è fondamentale il dipinto di Giuseppe CASELLI (1893-1976) che documenta l’avvenuta demolizione del palazzo, raffigurato con i contrafforti (Figura 17). Il dipinto, Scorcio della Spezia, conservato al CAMeC della Spezia, è del 1933.
L’aspetto fondamentale di quest’opera è che certifica che nel 1933 l’edificio prospiciente piazza Sant’Agostino era già demolito e che, pertanto, sfata la distruzione per uno dei tanti bombardamenti che hanno massacrato La Spezia alla fine della seconda guerra mondiale.
Il palazzo storico di piazza Sant’Agostino: cosa resta
I ruderi di Figura 2 sono quanto rimane di un edificio storico, probabilmente medievale, fortemente rimaneggiato nel tempo, ristrutturato a fine Ottocento (Figura 13 e Figura 14), caduto in disgrazia (Figura 15) ed infine demolito nel primo terzo del Novecento (Figura 17). L’ipotesi sostenuta sulla stampa locale, e non solo, che lo vuole distrutto dai bombardamenti del 1945 è, come abbiamo visto, infondata.
Quello che rimane di storico sono le due schegge dei prospetti di affaccio su via Calatafimi (Figura 3) e su via Sant’Agostino (Figura 4), nonché le labili tracce sulla parete maggiore (Figura 2).
L’affaccio su piazza Sant’Agostino contiene ancora tracce delle pareti interne in adiacenza all’edificio contiguo (Figura 2) retrostante, rinforzate dagli evidenti e stabilizzanti contrafforti.
Sui resti di questa parete sono leggibili le aperture dei passaggi ad arco in mattoni (Figura 18 e Figura 19, frecce verde ed azzurra, quest’ultima leggibile che sul dipinto del CASELLI, Figura 17) e le tracce dei soffitti voltati (Figura 19, frecce rosse), talvolta segnalate dalle intonacature.
I frammenti di muratura sparsi fra i resti di intonaco hanno orditura generalmente irregolare e mista, costituita da laterizi di dimensioni e matrice eterogenea, scaglie e blocchi poco regolari di calcare.
La strana storia letta sul palazzo storico di piazza Sant’Agostino
Fin qui gli elementi storici.
Ma proviamo a leggere quello che i frammenti murari ancora esistenti ci trasmettono.
Il portale presenta una forte differenza fra i due stipiti. Ambedue sono a struttura verticale di dimensione importante (Figura 20 e Figura 21). Sono però fra loro differenti. Quello destro è doppio, massiccio, ma lineare, mentre il sinistro termina con un margine sporgente. Inoltre il concio del primo corso è ornato da una scanalatura terminante a ricciolo (Figura 22) lasciando ipotizzare che in origine fosse parte di uno stipite destro contiguo con un ampio arco in arenaria.
L’architrave è probabilmente incompleto (Figura 21), come parrebbe dal margine sinistro irregolare. Tuttavia l’ideogramma interno al simbolo di San Bernardino appare centrato (Figura 21 e Figura 23). La lunghezza dell’architrave sembra ridotta rispetto alla posizione sugli stipiti. E questo sembra avvalorato dal margine sinistro irregolare e dal destro rettilineo e modanato (Figura 21). Quindi o è incompleto o, più probabilmente, è un reimpiego e la frattura sulla destra è possibile si sia prodotta durante l’inserimento nella muratura.
Tale situazione sarebbe confermata dall’arco ribassato in mattoni, incompleto, di cui rimane la porzione sopra l’architrave. L’arco corrisponde anche sul retro del muro (Figura 19, freccia verde), dove però sembra integro. Mentre l’architrave di arenaria non si vede. L’arco, sul retro, corrisponderebbe tipologicamente agli altri presenti lungo la muratura fronte piazza (Figura 18 e figura 19, freccia azzurra).
L’orditura della tamponatura del portale è estremamente differente da quella della muratura esterna. Molto più regolare e certamente successiva. Quella delle murature è invece molto irregolare e di tipo misto a scaglie e scapoli lapidei e laterizi. Rimangono in vista parte delle tracce dei piani e della copertura.
Infine gli archetti pensili (Figura 24). Hanno un aspetto tendenzialmente irregolare nella dimensione e disposizione dei mattoni nei voltini. Le mensole sono in arenaria. Macroscopicamente il litotipo sembra lo stesso impiegato nel portale. Il riferimento al gotico sembra il più attendibile.
Conclusioni
I riferimenti più recenti al palazzo di piazza Sant’Agostino, mostrano una certa generale confusione ed approssimazione.
Il dato saliente emerso in questa sede è sulla demolizione, certamente precedente al 1933. Ed ancora, indiziariamente precedente al 1912, come indicherebbe lo stralcio cartografico di Figura 25 che allinea l’edificio in discorso (riquadro rosso) con quello prospiciente via Sforza.
Dai resti architettonici ancora presenti (archetti pensili, archi in mattoncini, portale, etc.) emergerebbe un edificio molto antico, medievale, e fortemente rimaneggiato.
Una dozzina di anni fa fu eseguita un’indagini geognostica mediante un carotaggio continuo ed un down hole, cioè un sondaggio sismico con sensori in foro (Figura 26). Emerse la presenza del bed rock a circa 7 metri di profondità dal p.dic. e la superficie freatica, di fine luglio, a circa 1,50 m dallo stesso. Sarebbe stato molto interessante, all’epoca, poter esaminare la carota sia per raccogliere informazioni sul stratigrafia e litologia locali, sia per verificare la presenza di possibili tracce archeologiche. Non dimentichiamo che nella zona c’era il convento degli agostiniani, trasformato in struttura militare da Napoleone.
Come detto, edificio ha subito forti e successivi rimaneggiamenti. Ne è ancora evidente l’inserimento del portale. E poi la sua tipologia, massiccia e con bassorilievo che rappresenta il trigramma di San Bernardino e la scritta Jesus hominum salvator.
Va bene ricucire una ferita, seppure nel caso specifico non sia di guerra, ma forse lasciare in vista i soli archetti pensili in una cornice e far emergere il portale dall’intonaco, come si intravede dal rendering (Figura 1) e come appare abitudine negli interventi circostanti, sembra limitativo. Sarebbero stati opportuni una preliminare attenta lettura dei frammenti murari esistenti eseguita da uno specialista, medievalista, e l’esecuzione di un saggio archeologico nel sedime di fondazione per verificare i 7 metri di deposito riscontrato fra il piano di campagna ed il bed rock… La nuova edificazione avrebbe potuto valorizzare un momento si storia medievale spezzina ed acquisire essa stessa un valore aggiunto.
Piazza Sant'Agostino, Piazza Sant'Agostino, La Spezia, provincia della Spezia 19121, Italia
Note di aggiornamento
Lunedì 9 maggio 2022, Il Secolo XIX, Cronaca della Spezia.
Articolo di Sondra COGGIO
2023.09.30
È passato un anno e mezzo dall’inizio dei lavori per realizzare un intervento avveniristico e molto green… ma siamo ancora ai ponteggi e neppure si può’ più’ godere del bellissimo e significativo portale…
Un altro brandello di medioevo spezzino quanto meno caduto nell’oblio…
Un ringraziamento particolare a Irene GIACCHÈ per le informazioni preziose e per aver concesso l’utilizzo di alcune immagini dell’Archivio Fotografico della Edizioni Giacché, La Spezia.
Bibliografia
BOCCA, Giovanni (2009/2010). Evoluzione geomorfologica ed ambientale dal VIII secolo ad oggi. Tesi di Laurea Magistrale. Università degli Studi di Genova, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Scienze Geografico-Ambientali e Sistemi Informativi (GIS) per lo sviluppo sostenibile.
COMUNE DELLA SPEZIA, .. (2022, 04 26). Piazza Sant’Agostino. Sarà ricostruito il Palazzo distrutto dai bombardamenti. La Gazzetta della Spezia & Provincia, Politica.
DE LUCA, T. (2022, 04 29). In Piazza Sant’Agostino, dove dovrebbe sorgere il nuovo edificio, ci sono testimonianze della città medievale da preservare. Città della Spezia.
LAZZARI, F., & SCAPAZZONI, E. (2012). La Spezia nel Seicento. La ricostruzione del Borgo Murato dalla Caratata del 1646. Storia del Monastero delle Clarisse (Vol. unico). La Spezia, Edizioni Giacché.
TENCA, C. (2022, 04 28). Piazza Sant’Agostino cambierà aspetto. Sarà ricostruito il palazzo bombardato. La Nazione, La Spezia, Cronaca.