Lagora e Lagora (II)

Copertina

Copertina – Acquerello di Edward LEAR, il Golfo della Spezia nel 1862 (da FB_gianpaolo_dulbecco). Seppure una vista in lontananza, è di particolare interesse, in questo dipinto, la porzione fociva della valle del Lagora, rappresentata prima del Canale Lagora.

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Un’esondazione del Lagora nel 1767?

Il modesto corso d’acqua ripreso dal FOSSATI nel suo Vecchia Chiesa di Nostra Signora della Neve… (Figura 38) corrisponde sicuramente ad un tratto arginato del Canal di Biascia riportato nella Delineazione della Spezia e suoi contorni coll’indicazione de’ lavori eseguiti nell’anno 1769 (Figura 61) di Giuseppe FERRETTO e Giacomo BRUSCO (1767). 
Non differisce molto dall’aspetto originale e naturale della Valle del Lagora rappresentato nel Piano Generale del Muro di Cinta, incanalamento dei Torrenti e Nuove Strade del 1861(Arch. Ars. Mil.; BOCCA, 2009-2010). Questa tavola (Figura 39) traccia gli andamenti degli alvei prima e dopo la loro regimazione (o meglio, il rinalveamento) esterni all’Arsenale, come evidenziati in Figura 40.
Ma tornando ad un centinaio di anni prima, dev’essere accaduto un evento estremo che ha indotto l’amministrazione francese ad eseguite una serie di lavori ed a prevederne ulteriori.
Così i rilievi del 1767 documentano gli interventi sulle strutture (Figura 65), ma non solo.
Sono previsti rifacimenti di argini (…muri rovinati dalle acque…) e rettifiche di alvei, con gli immancabili riallineamenti e raddrizzamenti (sob…). Ma soprattutto è curioso un intervento definito BENTE, previsto immediatamente a monte della realizzata confluenza fra La Lagora ed il Canal di Biascia, al confine fra le proprietà del M. Stefano de Mari ed il Sig.r Bertuccello. Riferendolo all’attuale assetto del territorio potrebbe localizzarsi nei pressi della Porta Ospedale (MORI, 2023).
Praticamente era una grande vasca circolare, a doppio giro di archi, posta in corrispondenza di una tratto danneggiato del Lagora. Probabilmente l’opera doveva captare la falda (o una polla?) per ridistribuirla in superficie, in due nuovi canali (irrigui?), che sottopassavano gli alvei rettificati dei torrenti Lagora e Biassa (Figura 66).
Un intervento non del tutto chiaro per la mancanza di una relazione descrittiva. Si può pensare che volesse contenere eventuali esplosioni tipo geyseriano di una sprugola, captandone le acque sotto-superficiali e, pertanto, riducendone la pressione.
Dell’intervento non sono stati trovati riferimenti bibliografici.

I mulini della valle del Lagora. La valle dei mulini

Come noto in valle si contavano parecchi mulini alimentati da altrettante derivazioni (canali di adduzione) dagli alvei naturali, o già modificati. In generale erano emissari delle varie polle o sprugole presenti. 
Giuseppe FERRETTO e Giacomo BRUSCO (1767) ne indicano alcuni nella loro Delineazione della Spezia e suoi contorni coll’indicazione de’ lavori eseguiti nell’anno 1769 (Figura 61). Sono, in particolare, un mulino (senza nome) alimentato dal Canale dei Molini che si originava dalla Grande Polla di Magera (prossima al Lagora, prima della confluenza di un Rebocco). Più avanti, la stessa derivazione alimentava il Molino d’Andrea, il Molino delle Monache, il Molino del Sig.r Croccio e il Molino del Sig.r Biascia, prima di entrare in città (Figura 62). Vicino al Molino delle Monache, c’era il Molino del Sig.r Ardoino alimentato da una derivazione della Piccola Polla (Figura 63). Ancora, esterno alle mura, c’era non altro mulino che veniva alimentato dal rinominato Sprugolotto Cozzani. Poco distante era deviata l’acqua di un’altra emergenza, definita Polla stata Chiusa (Figura 64).
FERRETTO e BRUSCO indicano altri toponimi evocativi. Un secondo Acqua dei Molini ed un Canal del Stagnore che divagano sotto la Strada di Genova e confluiscono, in maniera piuttosto confusa, con l’alveo che entra in città, il primo, ed in quello che scorre a fianco delle mura orientali, il secondo.
Questa è la parte più vagheggiante e rimaneggiata dal punto di vista idrologico ed idrogeologico (per la componente carsica ipogea) della valle del Lagora. 
Si osserva, infine, come i nomi delle stesse Polle e Sprugole sovente differisca nelle diverse cartografie e nella tradizione orale. E soprattutto quanto ne vari la forma e la presenza nel tempo.

Immagini della valle del Lagora e la piana di Spezia a cavallo della metà dell’Ottocento

Molto suggestive sono le immagini del lungo litorale della Spezia, ed oltre, che si possono trarre dai dipinti del FOSSATI. È un percorso che comincia dall’estremità occidentale del Golfo, con La marina e viale San Vito (Figura 41; poi inglobato nell’Arsenale) e procede verso oriente attraverso un Paesaggio con alberi e la porta del Carmine (Figura 42), una vista del golfo verso Le Grazie (Figura 43), le spiagge antistanti gli abitati del Poggio (Figura 44) e del Torretto (Figura 45), fino al rudere di torre o mulino a vento (Figura 46), a Porta Rocca (Figura 47) ai piedi del versante orientale dei Cappuccini (come sembrano suggerire gli scogli affioranti) ed all’abitato del Torretto (Figura 48, Figura 49 e Figura 50). Quest’ultimo dipinto, in particolare, dovrebbe essere successivo agli anni Sessanta del XIX secolo, per l’andamento della costa compatibile con i lavori dell’Arsenale ed il rinterro su cui sarebbe poi sorto viale Italia (Figura 51).
Una curiosità. Il rudere di torre (Figura 52), eretto sulla modesta scogliera, è gravato da un’interpretazione controversa. La più accreditata lo riconosce come un mulino a vento in analogia con quelli di Portovenere (Figura 53). Tuttavia va ricordato che il BRUSCO (1784), nella Tavola Nº VIII – Parte della Città della Spezia, lo identifica con la Torre della Sanità (Figura 54), posta sullo scoglio di fronte ai Cappuccini, più o meno dove oggi è la Capitaneria di Porto.
Il rudere di torre era di proprietà della famiglia OLDOINI e la Contessa Virginia, Elisabetta, Luisa, Carlotta, Antonietta,Teresa, Maria di CASTIGLIONE (Figura 55), durante uno degli ultimi suoi soggiorni di isolamento a La Spezia, chiese al Comune la concessione di un tratto di arenile circostante per trasformarlo in giardino ed in stabilimento balneare privato. Il Comune acconsentì e le concesse anche di recintare l’arenile, oltre che di realizzare un pontile per collegare il rudere di torre.
Tuttavia, dopo sette anni, nell’agosto del 1880, le fu espropriato il tutto. 

immagine citata nel testo

Figura 66 – FERRETTO e BRUSCO, 1767 – Particolare del nuovo intervento definito BENTE (Archivio di Stato di Genova. Sezione – Cartografia, fondo – Raccolta dei Tipi, disegni e mappedell’Archivio di Stato di Genova, complesso documentario – Fondi cartografici originari, fondo – Mappe e tipi della Repubblica di Genova.Giuseppe FERRETTO (Capitano. Sup.o). e Giacomo BRUSCO (Aiut.e Ing.) -(338) – Delineazione della Spezia e suoi contorni con l’indicazione de’ lavori eseguiti nell’anno 1769 (1767).

Spiagge, acquitrini, stagni non solo nella valle del Lagora

Nella cultura materiale ricorre il ricordo di campi, soprattutto orti, che venivano lavorati nella piana, fino al limite della marea. Un po’ come i terrazzamenti dei vigneti delle Cinque Terre spinti fino al limite raggiungibile dall’ondazione più intensa (Figura 96).
Molte zone erano spesso insalubri per la presenza di acquitrini e nugoli di zanzare, tanto che i contadini temevano la malaria e non vi permanevano per la notte, anche se abitavano molto lontano.
Conferma, ne potrebbero essere gli Stagnoni cartografati dal Capitano. Sup.o Sup. Giuseppe FERRETTO e dall’Aiut.e Ing. Giacomo BRUSCO, nel 1767 davanti al Torretto (Figura 56), ma anche quelli riportati sulle due Sezioni del Piano indicante la disposizione delle opere progettate … dall’Ing.r ed Archi.to Amedeo PEYRON… datato Torino 19 ottobre 1846 (Figura 57 e Figura 58). Ed in questo caso si riferiscono agli Stagnoni orientali della zona Valdilocchi.
Dalla fine del Settecento al 1840, l’impianto urbano è rimasto sostanzialmente inalterato. Poi fu ampliato oltre le mura nel fronte a mare. …Il borgo della Spezia era racchiuso all’interno delle mura trecentesche, di poco modificate nel Seicento, e si appoggiava alla piana situata ai piedi del Castello genovese di San Giorgio, posto sulla sommità della collina del Poggio, fra il torrente Lagora ad ovest ed il Colle dei Cappuccini ad est… (BOCCA, 2009-2010, p. 45; Figura 59).
E proprio qui, fra la Porta dei Sette Dolori (anche detta Porta Marina; Figura 60) e la foce del torrente Piazza (che scorreva poco più ad ovest) si sono manifestati i risentimenti di un fenomeno molto particolare ed unico, uno tsunami. Era il 4 luglio 1809, com’è stato puntualmente riferito dal Giornale Italiano del 10 agosto successivo.

La Valle del Lagora

Il generale Chiodo aveva saputo sfruttare al massimo alcune favorevoli condizioni ambientali che presentava il golfo spezzino. Certo la profonda difesa del fronte a mare, ma soprattutto la possibilità di utilizzare, per le esigenze del costruendo arsenale, una grande quantità di acqua potabile. Era quella del sottosuolo, ma anche quella che scaturiva dalle vicine e numerose risorgive.
La correlazione fra i recenti studi (geologici, geotecnici e geofisici) ha consentito di ipotizzare la complessa morfologia sotterranea della Valle del Lagora.
Ne è emersa una situazione originale.
Quella del Lagora è un’ampia valle tettonica, costituita da una sequenza di avvallamenti (graben) ed altri strutturali (horst) orientati sia in senso trasversale che longitudinale rispetto all’asse vallivo (Figura 67). I sistemi di faglie e fratture sono il risultato di una fase tettonica distensiva, iniziata nel Pliocene medio-superiore ed ancora attiva.
Inoltre la valle è posta al termine di una lunga e vasta provincia carsica.
Il riempimento della pianura è costituito da depositi alluvionali e di transizione in eteropia laterale, costituiti da orizzonti e lenti di terre sciolte a granulometria variabile (Figura 68). In particolare si rinvengono fitte stratificazioni di torbe e di argille estremamente plastiche (NISIO, 2008).
La pianura del Lagora si posiziona allo sbocco a mare dell’area carsica spezzina che inizia da Cassana (Beverino), con la Grotta dell’Orso, e si prosegue fino alle Isole con la Grotta dei Colombi (Isola Palmaria) ed oltre.
È rappresentata, oltre che da importanti sistemi ipogei, da ampie fenomenologie superficiali (ad esempio i campi carreggiati). Fra queste ultime il vasto polje di Caresana, riattivatosi dopo alcuni anni di inattività.
In corrispondenza dell’Arsenale il substrato torna ad approfondirsi. Sondaggi perforati fino a 25 metri di profondità in corrispondenza del museo della M.M. hanno incontrato solo terreni sciolti (Figura 68).
A margine dell’Arsenale, verso oriente, il substrato tende a risalire e questo spiegherebbe la presenza delle sprugole, originata dall’emersione occasionale di acqua in pressione proveniente dalla zona carsica. Detta situazione giustificherebbe anche il mantenimento della condotta di espulsione.

Effetti collaterali

Le scelte progettuali ed economiche definitive, per la realizzazione dell’Arsenale, furono quindi basate sulle condizioni lito-stratigrafiche della pianura del Lagora (area sartumosa/paludosa, successione di terreni sciolti ed a differente grado di permeabilità). Di conseguenza, per lo scavo delle darsene, la Marina ordinò alla Societé des Forge et Chantiers de la Mediterranée (Figura 69; gestita dal 1855/56 par Armand Béhic) di La Seyne-sur-Mer près de Toulon …sei potenti cavafanghi a vapore (Figura 70), della forza ciascuno di 25 cavalli nominali e dodici porta fanghi ad elica della portata ciascuno di 300 tonnellate e dalla forza nominale di 65 cavalli… (BOCCA, 2009-2010).
L’impatto dell’opera sull’ambiente, e soprattutto sull’idrogeologia della valle, fu estremamente incisivo. Gli scavi per i bacini (il primo bacino, 1866-1868; Foto da Vedute e Disegni delle Principali Opere dell’arsenale Militare Marittimo di Spezia. La Spezia, Archivio del Genio Militare Marina, da BOCCA, 2009-2010; Figura 71) e dei muri di sponda delle darsene (Idem rif.; Figura 72) furono ampi, profondi ed incisivi (anche sulla falda).
Per la cronaca, pare che la Polla di Cadimare si sia ridotta gradualmente nel tempo, fino a esaurirsi completamente nel 1872. …È certo in ogni caso che nel 1881 la polla non era più visibile… (CREMA, 1922-1923, nota 1 di p. 176). 
Nel gennaio 1858 un palombaro della Regia Fregata Vittorio Emanuele eseguì alcuni rilievi del fondo marino. Infatti, la R. Marina ipotizzava l’utilizzo delle acque della polla per i lavori in corso al Varignano. In origine, la polla emergeva all’interno di un avvallamento del fondo.
Nella cultura materiale è ricordato che una barca a remi non riusciva a rimontare il ribollimento generato dalla polla sulla superficie del mare calmo.
Ma alla fine …era stata soffocata per l’interramento di quel tratto di fondo a seguito dei lavori di sistemazione della costa eseguiti per la costruzione dell’Arsenale… (CREMA, 1922-1923, p. 176). 
In seguito furono anche eseguite alcune trivellazioni per recuperarla, ma senza esito.

Lo Sprugolotto Cozzani e il dramma di via De Nobili

Su tutti i dipinti e le cartografie lo sprugolotto Cozzani, appare come un laghetto tranquillo, prospiciente il campanile di Santa Maria (Figura 73). La tradizione ricorda la Lavezàa, la campana che col suo rintocco indicava alle donne che era l’ora di mettere sul fuoco il paiolo di pietra (ollare?), il lavezu, in dialetto…
In realtà, la campana maggiore, fusa alla Spezia nel 1785 da Gio Battista GROSSI di Pontremoli, era detta il Campanaccio.
Attorno alla sua base, un’iscrizione indicava la regola di suonare secondo le diverse occasioni: Arma vocas? Murmur praeceps sit. Funera? Lentum, Tempora? Concisum. Grandia? Longisonum.
Il laghetto della Sprugola, prima della costruzione dell’Arsenale, si trovava ad un centinaio di metri dall’antica porta di Biassa (Figura 64), chiamata anche porta di Sant’Andrea o dello Spedale e anche della Fontana…

Lo sprugolotto Cozzani, gravato, più che imbrigliato, dal muro orientale dell’Arsenale, non ha mai cessato di manifestare la sua presenza, seppure occasionalmente, anche con manifestazioni eclatanti, fino a distruttive. Così è accaduto per l’edificio di via De Nobili, necessariamente abbattuto per le gravi lesioni subite e sostituito dal deposito dei magazzini del mercato…
Qual è stato il meccanismo.
A metà degli anni 70, in seguito ad eventi meteorici intensi, lo sprugolotto Cozzani si è riattivato con un’affluenza freatica importante. L’acqua è risalita in pressione ed ha prodotto il dilavamento e l’erosione degli strati detritici attraversati.
In superficie si è aperta una cavità di circa 7 metri di diametro, che ha coinvolto l’edificio soprastante (Figura 74 e Figura 75) allagandone il cortile.
Il fabbricato è stato evacuato, ma si sono manifestati cedimenti anche nei fabbricati vicini.
Alla fine del 2000, dopo l’abbattimento dell’edificio, sono stati completati i lavori di interrimento dello sprugolotto.

Via Sapri, 19121 La Spezia provincia della Spezia, Italia

Corso Cavour, 19122 La Spezia provincia della Spezia, Italia

Via De Nobili, 19121 La Spezia provincia della Spezia, Italia

Capitaneria di Porto, Largo Fiorillo, La Spezia, provincia della Spezia 19124, Italia Le Grazie, Porto Venere, provincia della Spezia, Italia Vicolo Dello Stagno, 19121 La Spezia provincia della Spezia, Italia

Via Della Sprugola, 19121 La Spezia provincia della Spezia, Italia

Via Dei Molini, 19122 La Spezia provincia della Spezia, Italia

Piazza Sant'Agostino, Piazza Sant'Agostino, La Spezia, provincia della Spezia 19121, Italia

Fezzano, Porto Venere, provincia della Spezia, Italia

Viale Nicolò Fieschi, 19131 La Spezia provincia della Spezia, Italia

Piazza Beverini, La Spezia, provincia della Spezia 19121, Italia

La Spezia provincia della Spezia, Italia

Via Venti Settembre, 19121 La Spezia provincia della Spezia, Italia

Piazza Sant'Agostino, Piazza Sant'Agostino, La Spezia, provincia della Spezia 19121, Italia

Piazza Europa, via Veneto, La Spezia, provincia della Spezia 19124, Italia

Arsenale Militare, viale Amendola, La Spezia, provincia della Spezia, Italia

Arsenale Militare, viale Amendola, La Spezia, provincia della Spezia, Italia

Mirabello Services, Viale Italia C/O Porto Mirabello, La Spezia, provincia della Spezia 19124, Italia

La Spezia, provincia della Spezia, Italia

immagine citata nel testo
Sondra COGGIO, 2024.10.23 IL SECOLO XIX ED LA SPEZIA - Quando i genovesi volevano interrare il golfo

Oggi, 23 ottobre 224, nella rubrica ALBUM LA SPEZIA de IL SECOLO XIX, Sondra COGGIO ha ricordato  Archeomminosapiens nel suo articolo:
Quando nel 1640 i genovesi volevano interrare il golfo

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SCARAMICIA, A. (2015, marzo 15). ll convento delle Clarisse: i suoi usi e la su storia. Città della Spezia, il quotidiano online della Spezia e provincia. La Spezia, Liguria news.
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Cartografia citata

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Archivio storico della Marina Militare, Arsenale della Spezia. D. LANTERO (Assist. temp. disegnò) – Genio Militare. Direzione Generale della Spezia – Piano Generale del Muro di Cinta, incanalamento dei Torrenti e Nuove Strade (1861). Da BOCCA, 2009-2010.
Archivio storico della Marina Militare, Arsenale della Spezia. D.co LANTERO Ingegnere. Genio Militare – Piano Generale indicante le Tavolette di rilevamento dell’Area Dell’Arsenale Mil.re Maritt.mo di Spezia (1866, 8 giugno).
Archivio Storico (ex) Genio Civile della Spezia. Amedeo PEYRON, (Ing.r ed Arch.to). Tavola II – Piano indicante la disposizione delle opere progettate. Sezione I e Tavola III – Piano indicante la disposizione delle opere progettate. Sezione II (1846, 19 8.bre)
Archivio di Stato di Genova, Sezione – Cartografia, fondo – Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell’Archivio di Stato di Genova; complesso documentario – Fondi cartografici originari; fondo – Mappe e tipi della Repubblica di Genova; Carte riconducibili all’ordinamento originario; MM: Involto MM di tipi consegnati in Archivio dalla Cancelleria (post 1755). Pier Paul DE COTTE – (12) – Plan de La Spezia et de ces novuelle fortification (1748).
Archivio di Stato di Genova, Sezione – Cartografia, fondo – Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell’Archivio di Stato di Genova; complesso documentario – Fondi cartografici originari; fondo – Mappe e tipi della Repubblica di Genova; Miscellanea di carte non riconducibili all’ordinamento originario. Pier Paul DE COTTE – (341) – Plan de La Spetia et de ces novuelle fortification (1768).
Archivio di Stato di Genova, Sezione – Cartografia, fondo – Raccolta dei Tipi, disegni e mappe dell’Archivio di Stato di Genova; complesso documentario – Cartografia miscellanea, Documenti iconografici estratti, fondo – Senato della Repubblica. IGNOTO – (1) – Veduta della Città di La Spezia e parte del suo golfo (ca. 1644, apr. 20).
Archivio di Stato di Genova. Sezione – Cartografia, fondo – Raccolta dei Tipi, disegni e mappedell’Archivio di Stato di Genova, complesso documentario – Fondi cartografici originari, fondo – Mappe e tipi della Repubblica di Genova.Giuseppe FERRETTO (Capitano. Sup.o). e Giacomo BRUSCO (Aiut.e Ing.) -(338) – Delineazione della Spezia e suoi contorni con l’indicazione de’ lavori eseguiti nell’anno 1769 (1767).
Biblioteca Civica Berio, Genova – Fondo. Matteo VINZONI, Pianta dell’abitato di Spezia, dall’Atlante del Dominio della Serenissima Repubblica di Genova in Terraferma. Volume la Riviera di Levante (1773).
G. STEFANINI, 1806 – Plan de la Ville de la SPEZZA. Da FARA A. La Spezia, Laterza, 1983, p. 24
BRUSCO. Disegno della Strada o Carrozzabile, o Corriera da Fiume Magra fino al Villaggio di Pignone. Progetto dell’Ingegnere BRUSCO. Colle osservazioni del Signor Abbate Ximenes, e le Risposte del medesimo Ingegnere.1784Tavola Nº VIII – Parte della Città della Spezia. Ristampa anastatica. SALT. Copia 22/500. Luglio 2000.

 

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