Copertina – Caresana, Comune di Riccò del Golfo. Nel gennaio del 2008 si è manifestata la timida riattivazione del polje ritenuto fino a quel momento una forma di carsismo ormai fossile.
Cosa sono i polje
I polje sono forme carsiche epigee (superficiali), chiuse ed arealmente molto ampie, da non confondersi con le doline. Nei casi più eclatanti possono raggiungere estensioni anche di parecchi chilometri quadrati (Popovo Polje, Dabarsko Polje, ecc.).
In pratica sono conche o depressioni caratterizzate da fondo piatto sub-orizzontale e da versanti incipienti relativamente ripidi (mediamente con angoli di circa 30°). Il raccordo fra versante e base della conca è brusco (Figura 1).
La forma della conca è spesso allungata. Nel caso di Caresana si estende per circa 1,5 Km in direzione NW-SE ed assume una larghezza media di circa 250 metri.
Sul fondo della conca si aprono numerosi inghiottitoi che hanno la funzione di drenare l’acqua delle piogge.
Nei polje attivi il fondo si allaga stagionalmente poiché gli inghiottitoi non riescono a smaltire tutta l’acqua che affluisce nell’invaso. In situazioni estreme alcuni inghiottitoi possono addirittura trasformarsi in sorgenti.
Al contrario, quando gli inghiottitoi drenano e convogliano nei condotti ipogei l’acqua piovana che tenderebbe ad accumularsi sul fondo della depressione il polje non è più soggetto ad inondazione. A quel punto diviene fossile.
Naturalmente, il mancato allagamento può essere temporaneo se indotto da periodi particolarmente siccitosi o comunque a limitate precipitazioni (Figura 2). Questo è quanto accaduto al polje di Caresana quando è rimasto inattivo per alcuni anni, prima del 2008. Poi quell’anno la riattivazione (Copertina, Figura 3).
Il polje è quindi una forma carsica che costituisce il termine di passaggio fra la circolazione idrica superficiale e quella profonda.
Il polje di Caresana
Il polje di Caresana si trova nel fondovalle, in prossimità del torrente Riccò, a ridosso della via Aurelia.
Se da Riccò del Golfo si sale all’area carsica dell’Agostina (sentiero 563) si può dominare il vasto polje di Caresana. La struttura carsica è visibile sia dalla Madonna dell’Agostina che da alcuni tratti del sentiero per i Monti Sarara e Carmo.
Durante la stagione asciutta, il polje ha l’aspetto di una piana più o meno ampia (Figura 2), coltivata e boscata. È durante l’inverno, quando gli inghiottitoi non riescono a smaltire l’acqua raccolta dalla depressione che il polje di Caresana, ancora attivo, appare in tutta la sua espansione allagandosi (Figura 4, Figura 5 e Figura 6). Ciò consente l’insediamento di specie igrofile, sia arboree che erbacee. Fra le prime spiccano gli ontani (Alnus glutinosa, Figura 7), alti pioppi (Popolus alba, Figura 8, Figura 9 e Figura 10) e la farnia (Quercus robur) relegata in piccoli nuclei alle pareti del polje. Il fondo pianeggiante presenta una sottile copertura alluvionale che ne consente l’uso come prato (ricco di orchidee), pascolo o coltivo. In questo caso è possibile che vengano mascherati alcuni inghiottitoi. Manca invece una presenza detritica alla base dei versanti poiché rimossa dall’inondazione periodica. Questa produce effetti erosivi marginali che mantengono il caratteristico angolo di raccordo fra il fondo della conca ed i versanti.
Il polje di Caresana, pur essendosi riattivato, è da considerarsi in via di degradazione, come suggerirebbe il lungo periodo in cui è rimasto inattivo, cioè non si è inondato.
Figura 1 – Schema di un Polje. Il disegno è tratto da Spektrum.de. Legenda: P = polje con corso d’acqua, villaggio e coltivazioni; D = doline; Tr = valle secca; Q = sorgenti carsiche; H = versanti incipienti sulla polje; K = rocce permeabili (per fatturazione e carsismo); T = rocce impermeabili; a e b = grotte carsiche sotterranee con formazioni di stalattiti e fiume sotterraneo.
Poljes e flora
L’acqua e le rocce calcaree delle morfostrutture carsiche consentono lo sviluppo di ambienti ed associazioni vegetali specifiche. Fra queste la caratteristica Capelvenere (Adiantum capilllis-veneris L., Figura 11 e Figura 12) il cui nome italiano ne esalta l’eleganza paragonandola alla chioma della dea della bellezza. Nell’antichità il Capelvenere era associato ai culti delle acque ed alle ninfe, le divinità custodi delle sorgenti.
Alcune depressioni di origine carsica del comune di Riccò, in seguito a rilevamenti floristici (NARDELLI, in AA.VV., 2015), si sono rivelate di interesse fito-sociologico e fito-geografico. È stato osservato che questi popolamenti vegetali, pur trovandosi a quote relativamente basse, includono diverse entità normalmente distribuite all’interno della faggeta. Fra queste il Cardamine bulbifera, l’Anemone nemorosa (Figura 13) e l’Anemone trifolia, segno che la particolare morfologia, associata ad una intensa piovosità, determina condizioni microclimatiche con caratteri più continentali. E poi le fioriture arancio di Lilium bulbiferum (Figura 14) di blu elettrico della Scilla bifolia, il bianco dei bucaneve (Figura 15) Leucojum vernum e Galanthusnivalis, il tenue lilla del germanium nodosum (CECCHI e TOMEI, 1988, p. 102) ed il mercuriali perennis (CECCHI e TOMEI, 1988. p. 104). Sono segnalate anche nove specie di orchidee spontanee (Figura 16), oltre alla Omphalodes verna, specie a distribuzione limitata alla Liguria ed alle Alpi Apuane.
Il polje di Caresana e gli acquiferi
Caratteristica peculiare della struttura carsica è quella di alimentare alcune sorgenti della Città della Spezia, prima fra tutte quella della Maggiola. Ciò emerge dall’analogia fra i contenuti in Cl di quell’acqua sorgiva con quelli delle acque di pioggia caratteristiche della Media Valle del Vara. Quindi …acque di pioggia che si infiltrano tra 8 e 11 km dalla costa in aree distanti dalla zona di scaturigine. Questa evidenza geochimica è coerente con l’elevato flusso della sorgente e con il modello idrogeologico ipotizzato (…) che individuava le principali aree di alimentazione di questo acquifero nelle polje del Comune di Riccò del Golfo e nella zona carsica di Pignone, situate in Media Val di Vara… (BROZZO, PASTORINO e SCAREL, 2011, p. 321).
Il polje di Caresana è quindi da considerarsi un geosito, un’emergenza geologica. Al di là della sua importanza ambientale, geologica e didattica è un fondamentale serbatoio idrico.
Lo stesso vale per il poljes di Zegori. Proseguendo sull’Aurelia in direzione della Spezia, si costeggerà il polje di Zegori o quel poco che ne rimane. Infatti oggi è occupato dalla nuova viabilità, la Variante Aurelia, che tanto ha influito sul dissesto idrogeo-logico locale. Il polje di Zegori costituiva parte del bacino di alimentazione delle famose sprugole della Spezia, una delle quali (la sprugola di Cadimare) è stata ripresa in un’opera del pittore Agostino FOSSATI (Figura 17). Ma questa è un’altra storia che viene da lontano…
Via Caresana Vecchia, 19020 Riccò del Golfo di Spezia provincia della Spezia, Italia
Bibliografia
AA.VV. (2005). Le vie del carsismo. A passeggio nelle meraviglie del mondo ipogeo, alle origini dei Liguri. A cura di M. DEL SOLDATO, La Spezia, Edizioni Il Cigno.
BROZZO, G., PASTORINO, M. V., & SCAREL, M. (2011). Caratterizzazione idrogeologica e geochimica delle primcipali sorgenti carsiche della Provincia della Spezia. In F. CUCCHI, e P. GIUDI (a cura di), In Atti del XXI Congresso Nazionale di Speleologia. Sessione Attività di esplorazione e ricerca. Trieste, 2-5 giugno, Università degli Studi di Trieste, p. 312-324.
CECCHI, O., e TOMEI, P. E. (1988). Aspetti floristici di alcune depressioni carsiche del promontorio occidentale del Golfo della Spezia. Memorie della Acc. Lunig. di Sc. Giovanni Capellini, LI-LIII (1981-1983), pp. 99-118.