Copertina – Il sale, un elemento necessario-indispensabile al fisico ed all’organismo, la cui ricerca ed il cui approvvigionamento risulta perfino acrobatico… (immagine da web). Ma alcuni animali, oltre alle doti di equilibrio alpinnistico, hanno sviluppato un acutissimo senso che ne permette il ritrovamento. E questo istinto è stato anche utilissimo per individuare alcuni giacimenti.
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Il sale e le saline
Il sale è un bene prezioso ed indispensabile (Copertina). Oltre alla necessità per il fisico (senza esagerare), è stato fondamentale per l’economia: dalla conservazione dei cibi alla produzione del formaggio (una sorta di conservazione del latte).
Il primo approvvigionamento è stato certo casuale, dal mare (saline) e dai monti (miniere di salgemma). Ma poi è stato indispensabile produrlo.
La salina è la …riunione di grandi vasche che si scavano e si costruiscono in vicinanza del mare, affine di raccogliervi le acque marine, farle evaporare spontaneamente ed estrarre il sale che contengono (Figura 1, Figura 2, Figura 3, Figura 4, Figura 5 e Figura 6) … Si dicono pure saline quei luoghi in cui si fa l’estrazione di sale, sia dalle sorgenti salate, sia dalle miniere di salgemma… (AA.VV., 1884, p. 318; Figura 23, Figura 24, Figura 25, Figura 7 e Figura 8).
Prove dell’utilizzo del sale dal mare e dalle acque salse sono diffusi in Italia.
Per le prime è stato fattore determinante lo sviluppo degli ambienti costieri. Le frastagliate coste italiane si protendono nel Mediterraneo per 7.456 chilometri. Le regioni che ne possiedono il maggiore prolungamento sono la Sardegna (1.849 chilometri), la Sicilia (1.500 chilometri) e la Puglia (829 chilometri).
Quindi, la ricchezza e diffusione di acque termali (circa 320 stabilimenti in attività) ed acque minerali, con circa 700 sorgenti e 173 comuni in cui si rileva la presenza di almeno un sito estrattivo di acque minerali naturali (dati ISTAT, 2023).
Naturalmente non tutte queste sono acque salse che si prestavano/prestano all’estrazione del sale, ma non di meno indicano una ricchezza ed una potenzialità della materia prima…
Le saline di mare, dalla letteratura
Ad esempio …il sito (insediato) di Ponte Ghiara (Fidenza-PR), in un’area pedecollinare prossima al t. Stirone (Figura 9, da Manuela CATARSI), non lontana da sorgenti d’acque saline (Salsomaggiore Terme, ad esempio) e da affioramenti fossiliferi plioceni, ha restituito tracce di un villaggio riferibile ad un aspetto iniziale della cultura VBQ… (BRONZONI, MAFFI, MANZIERI, 2025, p.2). Quanto questa scelta logistica (V-IV millennio aC) è stata influenzata proprio dalla presenza di sorgenti di acque salse?
Ancora, la presenza del sale viene ipotizzata come uno dei fattori determinanti per le dinamiche insediative del Carso e dell’Istria (MONTAGNARI KOKELJ, et al., 2015).
Fin qui le acque salse. Poi le saline classiche.
…Certe Saline nel Lucchese, le quali erano delle Monache di S. Giustina di Lucca, si trovano nominate fino dell’anno 964 (Murat. Antiq.Ital. M. Tom. I. pag. 829). Elle verisimilmente dovevano essere nella Marina di Maciuccoli (Massaciuccoli), o di Motrone, e forse oggidì il luogo resta molto dentro a terra... (TARGIONI TOZZETTI, 1774, p. 83). In seguito, il porto di Motrone (oggi Marina di Pietrasanta) scompare dalle fonti fino alla metà del XII secolo, quando rientra in alcuni accordi commerciali tra Lucca e Genova, riguardanti il commercio del sale (DEL PUNTA, s.d.).
…Alla bocca di Ombrone, tanto dal lato della Trappola, quanto da quello dell’Alberese esistevano vaste saline sino dai tempi più remoti. A queste probabilmente vuolsi riferire un diploma di Arrigo III del 17 lugl. 1501 a favore della Badia di S. Antimo in Val d’Orcia, col quale concesse a quei monaci anche 30 saline in Campo Albiniano… nel grossetano (REPETTI, 1833, p. 61). L’Abbazia si trova vicino a Bagno Vignoni (Figura 10) noto anche per le terme di epoca romana (Figura 11).
…In alcuni istrumenti dei tempi longobardici sino al secolo XII si trovano memorie di questo luogo (Asilatto, Asilactum e Aslaitum, casale sperduto lungo il litorale fra Bocca di Cecina e Torre S. Vincenzo, presso il Forte di Bibbona), presso cui esistevano allora delle saline… (REPETTI, 1833, p. 157).
Sull’Isola d’Elba, oltre alla salina del Seno di Bagnaja (REPETTI, 1833, p. 208) sono tipiche quelle di Porto Ferraio (Argous Portus). Era una città …ben fabbricata, ed il suo porto sicuro e comodo, a segno che le più grosse navi possono arrivare fino a terra. Traffica di ferro, di tonni, del quali si fa buona pesca, di marmo, e di sale che ricava dalle sue saline mediante la sola azione del sole… (BAZZARINI, 1834, p.138; Figura 12 e Figura 13).
Impianti importanti legati ad un’attività fondamentale per la zona (Figura 14), della quale oggi è rimasto solo il toponimo di …Antiche Saline. La realizzazione dello Stabilimento Siderurgico nei primi anni del 900; l’ammassarsi per quasi mezzo secolo delle sue scorie d’alto forno; la realizzazione della Cementeria (oggi cantiere ESAOM) ed altri interventi urbani hanno cancellato l’antica e più importante Salina di S. Rocco e le altre saline attigue… (MARINETTI, s.d.). I riscontri storici cominciano nel 1694 con l’indicazione del rifacimento di un muro (perimetrale) di quella salina.
Infine, ma non ultime per importanza, sono da ricordare le saline sarde site …nella rada di Cagliari, a Oristano, e nelle isole di S. Pietro e Carloforte… (CARTA, 1826, p. 273). Ed ancora quelle di Cervia, di Ostia (volute da ANCO MARZIO, ma sul cui prodotto impose una tassazione; BAZZARINI, 1834, p.490), di Marsala, Trapani, di Chiavari) e di Rapallo, questi ultimi due con il ricordo del toponimo Saline.
Un caso storico ben documentato: le saline di Volterra
Queste saline si trovano …Alla base della pendice meridionale del monte di Volterra, distanti dalla Città miglia tre in linea retta, le scaturigini salse dimostrano l’esistenza di strati d’idroclorato di soda, o salgemma, nel terreno terziario quivi depositato in grandi masse… (MARTELLI, 1843, p. 29). Erano …le Moje (di San Lorenzo), o Saline di Volterra, poco lontano dal fiume Cecina… (SAVI, 1839, p. 110). Una storia travagliata. Dopo l’acquisizione ai fiorentini conquistatori della città e, visto il poco utile, vennero restituite alla comunià.
Col Seicento nuova decadenza dell’impresa. In seguito si dimostrò interessato alle saline il Granduca Leopoldo (Figura 15) che, nel 1786, ordinò addirittura di incrementarle con nuovi edifici, impianti e nuovi condotti di tubi laterizj. Le successive …Regie Saline di S. Leopoldo… distavano quattro miglia …dalla Regia Tenuta della Cecina… (AA.VV, 1818).
…Dal 1787 al 1790 dal Giobert furono erette le nuove saline di S. Pietro e Leopoldo… (MARTELLI, 1843, p. 36). In seguito l’impresa seguì le alterne vicende della politica, con rallentamenti ed innovazioni strutturali, ma anche con ampliamenti dei magazzini ed ammodernamenti degli impianti (ad opera del Cav. Paolo Savi) e degli acquedotti (ad opera dell’Ingegner Mazzei). Siamo fra il 1835 ed il 1839.
Il sistema delle saline di Volterra era articolato e di avanguardia. …gl’ impiegati hanno quartieri bastevoli anche per le loro famiglie, e scuole per i bambini d’ambo i sessi, alle quali sono ammessi dai quattro ai quindici anni. Il numero sempre crescente della popolazione, e l’assiduità al lavoro sono favorevoli indizj dello stato morale degli officiali e degli operanti. Ministri, cuocitori, inservienti, custodi de’ pozzi e altri, guardie sommavano nell’anno 1840 N. 73 individui. La popolazione della curia di S. Leopoldo sommava nel 1840, individui 401 repartiti come… (MARTELLI, 1843, p. 57) in Figura 14.
Dal punto di vista storico, …la memoria più remota è dell’anno 1015, e allora troviamo che già si fabbricava il sale in rozzi opificij: un pozzo di acqua salifera, piccola fornace alimentata con la legna del circostante bosco, una caldaja di piombo ove mettevasi l’acqua attinta ad evaporare componevano il piccolo edifizio che chiamavasi moja, dicono, dal corrotto latino vocabolo muria che vuol dire Salamoia… (MARTELLI, 1843, p. 30). Conferma che nelle saline di Volterra le caldaie erano di piombo, come nelle Allumiere della Svezia, ci viene dal TARGIONI TOZZETTI (1774, p. 255).
…Nell’Archivio di Volterra si conserva un Istrumento di divise, seguite l’anno 1286. tra i Conti Aldobrandeschi. Toccarono di parte alla Contessa Margherita (Figura 43), figlia del Conte Ildebrandino di Siena detto il Rosso, e moglie del Conte Guido di Monforte (figura 44 e Figura 45), i Castelli di Monte Masi, Radiconduli, Monte Guidi, – medietas Salinae, vel Putei Aquae Salsae positi in districta Montisgemoli (Figura 46), & in iuribus, & consuetudinibus, & pertinentiis eius dem medietatis pro Sale faciendo – Al Conte Ildebrandino Novello, ed a’ suoi Fratelli Conti di S. Fiora, toccarono i Casteli di Belforte, Silano, Montegemoli Argentifodine Silvenae & c… (TARGIONI TOZZETTI, 1774, p. 153).
Oggi quelle saline sono ancora una realtà.
Il sale come influencer di alleanze e di pace
Uno di tanti esempi.
È il 1510. …Più chiaramente sen’avvide egli di poi, perchè Giulio (II Papa; Figura 16) si diede a maneggiar pace fra Massimiliano Cesare (Re dei Romani; Figura 17) e i Veneziani (Figura 18), e a muovere l’Inghilterra contro la Francia, e a tirar dalla sua gli Svizzeri… De suoi negoziati altro a lui non riuscì se non quest’ultimo, avendo egli stabilita Lega con que’ Canton: il che fatto alzò maggiormente il capo, e cominciò a muovere liti contra di Alfonso Duca di Ferrara (Figura 19); mal digerendo, ch’egli fosse sì attaccato alla Francia. Imperiosamente dunque gli comandò di non far da lì innanzi sale a Comacchio in pregiudizio delle Saline di Cervia, siccome dianzi non ne facea, quando Cervia era in mano de Veneziani. Al che rispondeva il Duca di non essere tenuto per alcuna capitolazione col Papa per questo, nè dovergli essere ciò impedito, da che egli riconosceva per le sue Investiture solamente dall’Imperio la Città di Comacchio… (MURATORI, 1753, p. 63).
A tale proposito è da ricordare come a Venezia fossero presenti vasti Magazzini del Sale, sinonimo di un ingente commercio. Il cIomplesso (Figura 20), fu edificato all’inizio del Quattrocento in un punto strategico della città. Queste fondamenta erano uno dei principali luoghi di approdo delle zattere e delle imbarcazioni che portavano le merci a Venezia. La dimensione economica e commerciale nonché l’importanza della merce sale è testimoniata dalla dimensione dei Magazzini che, restaurati, ospitano diverse istituzioni (l’Accademia, la Biennale, il Festival del Cinema).
Fino alla scoperta dei giacimenti del Bernese e del Vaud (Bex), gli Svizzeri dovevano procurarsi il sale dai Veneziani, dai Savoia proprietari delle saline di Darbon, di Forum Claudii (BÜSCHING, 1777, p. 111 ed edizione aggiornata del 1780) e delle saline di Moutiers o Moustier (CARTA, 1826, p.266; BARELLI, 1835, p.567), nonché dai Genovesi, che avevano in disponibilità le saline di Palu e Dugine (CASONI, 1799, p. 99) in Corsica (BÜSCHING, 1777, p. 293 ed edizione aggiornata del 1780). Il riferimento per gli acquisti era sostanzialmente indotto dalle situazioni politiche del momento.
…Gli opifizi reali delle saline di Moutiers, hanno un’ origine assai lontana. Credesi che le sorgenti che li alimentano, fossero già conosciute al tempo dei Romani; il duca Emanuele Filiberto (Figura 21) fece costruire colà un edilìzio per la concentrazione del sale, ma fu distrutto nel XVII secolo, durante la guerra colla Francia. Nel 1730 il re Carlo Emanuele IlI (Figura 22) ordinò la costruzione di nuovi opifizi di cui died’egli carico al barone di Buetz, Sassone, ed erano, a un di presso, nello stato in cui tuttora si trovano. Essi sono alimentati da due sorgenti termali e gassose, provenienti da Salins… (BARELLI, 1835, p. 567). Ma cessarono nel 1820, considerando il processo antieconomico.
Figura 12 – Cartografia settecentesca con indicazione delle saline della rada di Portoferraio (da Rino MANETTI, s.d. modificata)
La Casa del Sale alla Spezia
Meno noti, ma fondamentali erano i ricoveri, i depositi del sale.
Uno molto particolare era in territorio di Nizza, a Eza, quando questo territorio era italiano (CASALIS (1840, p. 440). Una grotta …che chiamasi alle saline; purché trovandosi in vicinanza del porto, ove altre volte scaricavasi molto sale, quella grotta serviva di opportuno deposito al sale medesimo, che per varie montane strade trasportavasi in Piemonte ed indi nella Lombardia… Un sistema di conservazione e stoccaggio del sale atipico, molto originale, soprattutto in considerazione dell’umidità del luogo.
Ma veniamo a situazioni più vicine.
Il Golfo della Spezia ha da sempre goduto di una grande ricchezza: l’acqua.
Il Golfo si trova al termine dell’area carsica che prende origine presso Cassana (Borghetto Vara). Lungo tutto il percorso sono presenti e frequenti le manifestazioni esteriori di questa ricchezza. Fra queste, il vasto sistema di grotte, il polje di Caresana e le sprugole. Ma non sono da dimenticare tutti gli altri corsi d’acqua minori che sfociano nel Golfo e la più orientale area degli Stagnoni o Pantani d’acqua stagnante, già indicati dal VINZONI nel 1773 semplicemente come gli Stagnoni (Figura 26). Qui sono presenti anche alcune sorgenti termo-minerali. …Ai piedi delle colline poste alla parte orientale del golfo della Spezia, scaturiscono codeste sorgenti chiamate di Pitelli, da una rupe di tufo argilloso arenaceo. La loro temperatura è di +23 R. Desse contengono del gaz idrosolfurato, muriato e carbonato di calce, muriato di soda e del ferro. Non vi si erigono dei Stabilimenti a causa dell’insalubrità dell’aria causata dalle maremme... (PAGANINI, 1827, p.53).
Ricordiamo, poi, che anche la localizzazione dell’Arsenale Militare fu condizionata da una particolare situazione idrogeologica. L’area del Lagora era paludosa e sartumosa, quindi realizzare qui la grande opera, consentiva una risparmio economico rilevante per l’esecuzione dei necessari, ingenti, scavi.
Al contrario sono molto vaghe le indicazioni storiche della presenza di saline, stabilimenti per la produzione del sale marino, nel Golfo. Più in generale (AA.VV. 1801, p. 35) …sembra strano come la Liguria malgrado un littorale di 150 miglia di estensione si ritrovi tuttavia senza saline, e sia perciò costretta di ricorrere all’estero per la provvista del sale…. Questa la situazione, almeno ufficiale, riguardante la produzione di sale in Liguria.
Ma fra i magazzini dedicati a questo elemento, esiste ancora il ricordo della Casa del Sale (Figura 32) che fino a poco tempo fa esisteva nel centro della Spezia (Figura 33).
Le fonti ricordano che nel 1343, il Comune di Genova stabilì con gli abitanti della Spezia un patto. Da da un lato creava la dipendenza del Borgo, ma dall’altro garantiva alcuni Privilegi. Il principale riguardava la conducta salis che ebbe una parte importante nella crescita del piccolo borgo. Di li a poco divenne centro di traffici e fonte di reddito per le casse genovesi. Proprio quell’importante attività commerciale fu testimoniata dalla presenza di un edificio, la cosiddetta Casa del Sale, posta più o meno in corrispondente della Piazza del Bastione. Un’attività che esulava dalla coltivazione di orti e campi, dalla pesca e da poche altre attività artigianali. Quell’edificio, addossato alle vecchie mura, è ritenuto un magazzino dove veniva conservato il sale prodotto nelle saline del Golfo. La raccolta del sale fu un privilegio di cui la Spezia poté godere …più di ogni altro luogo in tutta la Riviera orientale, tanto che la gabella del sale bianco della Spezia già nel 1371 era quella che più di ogni altra aveva reso allo stato genovese, con esclusione di quelle di Genova e Savona… (BARBUTO, 2019). Secondo un’altra visione, quell’edificio sarebbe stato solo una bottega di generi dei Monopoli di Stato che vendeva, fra gli altri, anche il sale.
Comunque quell’edificio fu demolito verso la fine degli anni Settanta del secolo scorso, nella quasi generale soddisfazione per aver eliminato una fatiscente bruttura…
Magazzini del sale famosi e meno noti
Del supposto magazzino della Spezia si è detto. Altrettanto misteriosa è un’altra Casa del Sale che si trovava presso la città di Luni, nel Settecento. La segnala Matteo Vinzoni, senza ulteriori specifiche. Si può solo immaginare che potesse essere prossima ad una piccola, poco probabile per altro, salina marginale alla Seccagna, o che fungesse come sede di una gabella.
Una saliera (o meglio la Saliera) esiste a Campomorone (GE), in via Gavino. In origine era un magazzino (deposito) del sale, poi riutilizzato come abitazioni e botteghe. Precisamente è un edificio quadrangolare seicentesco, disposto su due piani con torre, realizzato da maestranze locali per conto della famiglia D’Amico (Figura 34).
Questi edifici erano diffusi lungo la costa e, naturalmente, erano importanti quelli del porto di Genova.
Fra quelli diffusi, si può ricordare il Magazzino del sale di Sampierdarena (Figura 35), fino alla metà dell’Ottocento, prospiciente al mare ed al porto. Oggi, l’edificio si colloca in una fascia di confine tra abitato residenziale e zona portuale. Una costruzione interessante che ha svolto la sua funzione fino alla seconda guerra mondiale. Poi l’abbandono ed il degrado. Tuttavia, la previsione, a seguito di restauro che dovrebbe concludersi entro il 2029, di ospitare l’Accademia Ligustica di Belle Arti.
A Genova, il sale (proveniente dal commercio) era uno dei prodotti di punta delle transazioni finanziarie. Era appannaggio dell’Ufficio del sale fin dal Quattrocento. Ed era indipendente dai monopoli detenuti dal Banco di San Giorgio. Nel porto erano ovviamente presenti dei magazzini dell’Ufficio del sale che già dal 1604 necessitavano di essere ampliati. Alcuni si localizzavano a ridosso del carcere di Malapaga, cosiddetto perché destinato ad ospitare chi commetteva reati contro il patrimonio.
I Magazzini del sale di Lucca e l’anfiteatro
Scrive il TARGIONI TOZZETTI che …delle fabbriche adunque appartenenti all’antica Colonia Romana, non se ne ravvisa alcuna in Lucca, che io sappia, a riserva d’un magnifico Anfiteatro (Figura 36 e Figura 37). Il Signor Cristofano MARTINI me ne fece osservare i maestosi avanzi, in una contrada vicino a S. Frediano (Figura 38 e Figura 39). Essi formano presentemente un’Isola di figura ovale, distribuita in diversi casamenti, e ne’ Magazzini del Sale. Gli Orti d’alcuni di essi casamenti, occupano lo spazio dell’antica Arena dell’Anfiteatro; e l’ordine inferiore di esso Anfiteatro, resta presentemente assai più basso della Strada che lo circonda. Da ciò si comprende che il Piano di Lucca, dal tempo nel quale fu fabbricato l’Anfiteatro, insino ad ora è notabilmente rialzato; e che l’antica Lucca è restata sepolta sotto le sue proprie rovine (Figura 40 e Figura 41), come è seguito anche a Pisa, ed a Firenze. L’avanzo meno deformato dell’Anfiteatro è quello che è compreso ne’ Magazzini del Sale, e di questo ne presento ai Lettori una veduta, incisa in rame, disegnata dal medesimo Signore Cristofano MARTINI detto il Sassone inviata al Chiarissimo Dottor Giovanni LAMI il quale gentilmente me la favorì (Figura 42). Questa veduta è molto più esatta di quella che è incisa in rame nel vol. 2. par. 2. dell’Opera di Richard POCOCKES, intitolata Description of the Eaft and some other Countries, ma per altro il punto di prospettiva non fu preso giustissimo, neppure dal Sassone… (TARGIONI TOZZETTI, 1774, p. 45).
…Quella parte adunque dell’Anfiteatro, che resta in piedi, è della porzione di esso compresa tra l’Arena, ed il Loggiato esteriore. Ne’ Magazzini del Sale, e nella Casa di un certo Fornaio, si fanno benissimo distinguere i voltoni, su’ quali erano posate le Gradora, o Sussellj di Marmo, del primo de’ quai si vedono i residui (TARGIONI TOZZETTI, 1774, p. 48; Figura 39).
A proposito delle saline (di monte) bavaresi
…BAVIERA. Monaco 30 Dicembre (1817). S.M. il Re (Figura 27) giunse nella sera del dì 20 insieme colle LL. AA. il Principe Carlo di Baviera (Figura 28), ed il Principe di Leuchtenberg (Figura 29) a Berchtolsgaden, e nella mattina seguente si recò alla salina che era tutta illuminata, per assistere all’esperimento delle grandi macchine inventata dal celebre meccanico sig. Reichenbach (Figura 30). Queste macchine han per oggetto di riunire la ricca Salina di Berchtolsgaden con l’antica Salina di Reichenhall, come pure con quelle di Traunstein, e di Rosenheim, impresa che ecciterà la riconoscenza della posterità la più remota verso il Sovrano alla cui munificenza se ne dee l’eseuzione. Il sig. di Reichenbach ha impiegato 20 mesi nella costruzione di queste macchine, ed è stato grandemente secondato dalle Autorità locali, e dal sig. Schemick Inspettore supremo delle Saline. Esso ha vinta con questo nuovo meccanismo la difficoltà che sembrava insormontabile di condurre l’acqua salata, da Berchtolsgaden a Reichenhall traversando una catena di alte montagne che sono interposte fra l’uno e l’altro luogo; a tal’oggetto egli ha fatto fabbricare tre macchine che insieme vengono ad elevare l’acqua salata all’altezza di 1579. piedi perpendicolarmente, e che hanno una serie di tubi di 101,796. piedi di lunghezza, dei quali 5740. sono di ferro fuso.
Il Re percorse tutta la Salina ed esaminò le macchine che allora non erano in azione. Il sig. de Reichenbach dopo avere spiegato a S. M. i principi meccanici che le riguardavano, cominciò a farle operare. Malgrado il rigore della stagione, e il disagio, S. M. volle esaminare tutto colla più minuta attenzione, dopo di che nei più cortesi termini si compiacque di esternare all’inventore il suo reale aggradimento. Tutti poi ammirarono la solidità e la bellezza di tali macchine, e la facilità con cui per loro mezzo si otteneva un’effetto sì prodigioso… (dal Jour. de Francf.).
Nella ricchezza di acque salse tedesche sono ancora da ricordare …Reichenhall (in) Baviera, circ. dell’Isar, capol. di presidiale, a 24 l. da Monaco, in mezzo ad alte montagne, sulla destra della Saal. Ha manif. di più specie, ed è soprattutto importante per le numerose sorgenti saline che la circondano, e somministrano immensa quantità di sale… (BAZZARINI, 1834, p. 475). E…Rehme, … vill.degli St. Prussiani, prov. di Westfalia, regg. di Minden, sulla sinistra del Weser; possiede le saline di Neusalzwerk… (BAZZARINI, 1834, p. 474).
Il sale bollito ed il sale di bambù
Sale e maree.
Acqua salmastra che invade e si ritira lungo coste basse e piatte. Condizioni climatiche particolarmente adatte a favorirne l’evaporazione lasciando una crosta di sale. Sono le condizioni naturali ed ideali per la cristallizzazione del cloruro di sodio, il sale.
Un esempio sono i Chotts di al Djerid (Tunisia occidentale) dai quali, le popolazioni locali, raccolgono il sale (Figura 31). Depressioni in ambiente subdesertico, che si riempiono occasionalmente di acque poco profonde ed a forte contenuto salino.
Dall’osservazione di questo fenomeno naturale all’utilizzo del meccanismo in maniera antropica il passo è stato breve.
Un caso del tutto originale è il sale bollito prodotto in Corea a cominciare dal I sec. aC. In pratica è un sale molto concentrato, prodotto dalla prolungata bollitura dell’acqua di mare. La regione più adatta è da sempre quella di T’aean lungo le coste sud-occidentali del Paese. È caratterizzata da maree che raggiungono anche gli undici metri di altezza, che si insinuano molto profondamente entro la fascia costiera protetta, su substrati organici ed in condizioni climatiche particolari.
L’acqua di mare viene intrappolata, sulle vaste pianure, in strutture scavate in modo che filtri in maniera naturale. E questa è la fase più originale e delicata, quella che fornisce al sale caratteristiche uniche. Prelevata, viene fatta bollire su un fuoco di legna di pino, per una decina di ore a fuoco basso. Il sale fine a bassa salinità ottenuto, è fatto bollire ancora una volta e schiumato per eliminare le impurità. Il prodotto finale è un sale molto ricco in magnesio, calcio, iodio, manganese, zinco, cobalto e chetoacidi, ma senza sapore amaro o astringente. Il rovescio della medaglia è la sua maggiore aggressività come causa di malattie geriatriche.
Un altro sale coreano è quello detto di bambù. Pare sia stato prodotto, in origine, dai monaci buddisti a scopo medicale. Era derivato dal sale marino, inserendolo in tronchi di bambù. Quindi erano sigillate le estremità del tronco con argilla gialla naturale, ricca di minerali, e posto ad arrostire in forno ad altissima temperatura. Il risultato era un sale molto fine e ricco di minerali (una settantina, fra i quali calcio, fosforo, magnesio, ferro, manganese, rame e potassio, zinco) ed alto tenore di zolfo.
Pietrasanta Beach, Pietrasanta, provincia di Lucca 55045, Italia
Contea di Taean, Sud Chungcheong, Corea del Sud
Campomorone, città metropolitana di Genova, Italia
abbazia di Sant'Antimo, Castelnuovo dell'Abate, Montalcino, provincia di Siena 53024, Italia
Val d'Orcia, Via Cassia, Montalcino, provincia di Siena 53024, Italia
Moûtiers, Savoia, Francia
Bex, Vaud, Svizzera
Ostia Spiaggia, Roma, città metropolitana di Roma Capitale 00121, Italia
Oristano, provincia di Oristano, Italia
Cagliari, città metropolitana di Cagliari, Italia
Nizza, Alpi Marittime, Francia
Bagnaia, Portoferraio, provincia di Livorno, Italia
Cecina, provincia di Livorno, Italia
Montegemoli, Piombino, provincia di Livorno, Italia
Camping Bocca di Cecina, Via Guado Alle Vacche, Cecina, provincia di Livorno 57023, Italia
Alberese Scalo, Grosseto, provincia di Grosseto, Italia
Alberese Scalo, Grosseto, provincia di Grosseto, Italia
Ponte Ghiara, Fidenza, provincia di Parma, Italia
La Spezia, provincia della Spezia, Italia
Pitelli, La Spezia, provincia della Spezia, Italia
Caresana Nuova, Riccò del Golfo di Spezia, provincia della Spezia, Italia
Note di aggiornamento
2024.11.16
A proposito del riuso dell’anfiteatro di Lucca, va detto che è stata un’operazione abbastanza comune nell’evoluzione ed espansione delle città romane.
Una bella immagine è quella che interpreta il riuso dell’anfiteatro romano di Pollenzo, conosciuta in epoca romana come Pollentia, fondata intorno al 179 BC.
Sono molte le città italiane, ex città romane, che si sono evolute sulle basi romane, mantenendo la loro chiara traccia romana (Amazing History).
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