Copertina – Particolare degli antropomorfi e della croce medievale del masso di Ciampa del Diavolo 2.
Vie preistoriche e ricerca mineraria
La Toscana nord occidentale comprende territori, notoriamente ricchi di minerali, che ricadono nel massiccio delle Alpi Apuane. Nel campo degli studi di archeologia montana e della viabilità antica, alcune ipotesi portano a credere che certe direttrici antiche potessero essere direttamente collegate alla ricerca di materia prima. Qui si presenta una di queste vie. Alcune tracce, sia archeologiche sia di petroglifi, inducono infatti a ritenere che venisse sfruttata un’antica pista, forse già conosciuta nel Mesolitico (presenza di materiale microlitico a Case di Vergheto presso Forno), che dalla piana costiera di Massa (MS) correva a mezza costa sul Monte Brugiana, lungo la valle del Frigido. Questo percorso si biforcava in località Il Santo. Da un lato portava oltre il fiume in località Canevara verso il monte Belvedere, dall’altro continuando verso nord, scavallava le foci gemelle di Vinca e di Capanne di Navola, e arrivava nella valle del Lucido ad Aiola dove si apre la Lunigiana. La presenza di affioramenti cupriferi si hanno sia all’inizio sia alla fine di questo percorso, rispettivamente a Massa (calcopirite) e ad Aiola (cuprite con azzurrite e malachite).
I giacimenti cupriferi
Filoni cupriferi, oltre a quelli citati, si trovano anche ad oriente, ad Arni e a Gorfigliano, a pochi chilometri di distanza. Da ricordare che nel territorio tra Arni e Vagli di Sotto (Monte Fiocca, Arnetola) sono presenti oltre alla calcopirite, anche quarzo, pirite, limonite, bornite e galena argentifera. Il ferro si trova sul monte Brugiana, a Fondone vicino a Forno e sul Monte Tambura (FRANCOVICH, TANELLI 1991; MANCINI 2019).
A questa ricchezza mineraria si contrappone una certa mancanza di ritrovamenti archeologici (a cui fa eccezione la scoperta della tomba della fanciulla di Vagli di Sopra (cfr. CIAMPOLTRINI, NOTINI 2011) data da lacuna della ricerca, sicuramente complicata da fenomeni di erosione e di colmatura, dato il carattere prettamente montano della zona.
Le incisioni rupestri
Per quanto attiene alle incisioni rupestri all’aperto (petroglifi), sul monte Brugiana, le cui propaggini a nord lambiscono la città di Massa, si hanno varie attestazioni aniconiche (coppelle e vaschette) su massi a mezza costa, sotto la cresta e lungo il percorso viario che ci interessa – un sentiero a mezza costa – scegliendo come supporto litico rocce della formazione del basamento paleozoico, le filladi inferiori, su cui si segnalano (TOSATTI 2010) all’uscita dal paese di Bargana verso nord:
– coppelle e cerchi puntati su alcuni massetti sparsi lungo il percorso;
– un masso a profilo tondeggiante completamento coppellato con piccole cavità (Ø 2-3 cm) unite da brevi canalette incise e con un cerchio puntato in cima (masso di Bargana – Figura 1, Figura 2 e Figura 3);
– un masso su dirupo (masso di Ciampa del Diavolo 3) a superficie piatta con 5 coppelline disposte a zigzag;
– un monolite (fillade) figurato (masso di Ciampa del Diavolo 2 – Figura 4) su cui si leggono tre antropomorfi (Copertina e Figura 5), di cui due filiformi (uno obliterato da una croce latina sovrapposta – Copertina in alto a dx) e coppelle (TONARELLI 2006; TOSATTI 2010, CARRERA, TONARELLI, TOSATTI 2021). Su una superficie piana di circa un metro quadrato si trovano varie incisioni di epoche diverse. A epoca protostorica è attribuibile un antropomorfo filiforme con arti inferiori a forbice (Copertina al centro in basso), confrontabile con esemplari del nord Italia in Valcamonica datati al 3° millennio a.C. nella fase III A (Eneolitico), sopra il quale si legge forse un tauriforme a corna ad angolo retto e muso quadrangolare (e quindi eneolitico, Copertina in alto a sn). Seguono una fase altomedievale con obliterazione del pagano (croce sovrapposta a antropomorfo, Copertina in alto a dx) e una riscrittura, ipotetica ma possibile, in epoca medievale o postmedievale.
Figura 6 – Localizzazione dei siti della valle del Frigido (MS)
Petroglifi e affioramenti di minerale
Questi petroglifi si trovano su un percorso che si affaccia sulla sponda destra del Frigido e sugli affioramenti di calcopirite, che situati alle falde del Monte Brugiana, passano sotto il fiume e risalgono al di là sulla sponda sinistra. Alcune cavità mostrano i resti di miniere in disuso dalla metà del secolo scorso, (cfr. MANCINI 1997, figg. 2-4, con planimetria e spaccato delle gallerie). Più sotto, in località
Grotte Bagne, si trovano infatti tre gallerie di accesso, due delle quali artificiali, mentre sopra queste si apre un anfratto naturale. Sulla sponda sinistra uscendo da Massa, a Santa Lucia, sotto l’abitato di Pariana quasi sul Frigido, ci sono altre tre gallerie, una nelle vicinanze della carrozzabile, una sopra e una sotto (cfr. anche MICHELUCCI 1988).
Il ripostiglio di Pariana
L’evidente interesse nella protostoria per l’affioramento di calcopirite qui presente si spiega nell’importante ritrovamento fatto ai primi del secolo scorso – in occasione dello sfruttamento di una cava di quarzite – in un riparo sotto roccia, del famoso ripostiglio di Pariana, contenente oggetti in bronzo dell’Età del Bronzo Finale (datato da CATENI al X a.C.) e composto da strumenti vari tra cui scalpelli, falcetti, cunei, fiocine e oggetti di ornamento con armille carenate decorate a fine incisione (PERNIER 1913; CATENI 1985). Questo tipo di ritrovamenti viene generalmente attribuito ad attività di fonditori o mercanti di metallo, che qui troverebbero una logica motivazione nell’acquisto di metallo grezzo.
Osservazioni finali
Sembra quindi di poter ipotizzare una corrispondenza tra massi coppellati e probabili tracciati viari antichi che in certi periodi della vita umana probabilmente hanno avuto la sorte di essere percorsi anche a distanza di secoli. E’ certo che tale via sia stata utilizzata, dato il carattere agevole di passo delle foci, in particolare quelle di Vinca e di Navola, sia nella protostoria e ancora nel Medioevo (FORMENTINI 1952). Si può in via ipotetica pensare che alcuni di questi segni aniconici, ma anche figurativi come gli antropomorfi, fossero usati come segnali di via o degli affioramenti sottostanti di materiale di rame? Alcuni di questi massi, come quello aggettante su dirupo (Ciampa del Diavolo 3) potrebbe essere stato usato come stazione di controllo del territorio sottostante come da noi ultimamente ipotizzato (CARRERA, TONARELLI, TOSATTI 2021). In particolare qui si rendeva necessario il controllo dei giacimenti cupriferi tra le due sponde del fiume Frigido.
Testo e immagini di Anna Maria TOSATTI, già Mibac –Soprintendenza Archeologia Toscana.
L’Autrice ringrazia vivamente per la sempre attenta collaborazione il sig. Silvio Tonarelli di Forno. Esaustive notizie per il Medioevo ed epoca moderna in MICHELUCCI 1998 con ampia bibliografia sulla storia delle ferriere locali.
Bibliografia
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