Copertina: Atrium dell’ipogeo dei Volummni, necropoli del Palazzone (PG).
La Perugia etrusca
Il sottosuolo della città di Perugia mostra una fitta rete di cunicoli e ambienti ipogei. La necropoli etrusca del Palazzone è uno dei più significativi siti funerari di epoca etrusca del centro Italia. Sorge lungo le pendici sud-orientali del Colle di Perugia, ai margini della valle del Tevere, lungo la via che dal Tevere saliva a Perugia (località Ponte San Giovanni) ed è composta da numerose tombe ipogee datate all’età Ellenistica e anche Arcaica (V al I sec A.C.).
Del sito si rinvengono informazioni fin nei testi medievali, ma è stato dimenticato fino al ritrovamento, avvenuto casualmente intorno al 1840. Tombe e urne cinerarie in travertino sono state rinvenute nel corso di lavori per “la nuova strada nazionale Cortonese” che collegava Perugia a Roma. Il fascino dell’ipogeo attirò studiosi da tutta Europa e venne inserito nei percorsi dei Gran Tour. Nel 1896 lo Stato ne divenne proprietario ed attualmente il sito archeologico della necropoli del Palazzone è parte della rete museale regionale del MiC (ex MiBACT).
L’ipogeo dei Volumni
Le oltre 20 tombe, scavate nel terreno, contenevano oltre 200 urne funerarie. L’ipogeo dei Volumni, la tomba più grande, apparteneva alla famiglia dei Velimna (Volumni in latino) è uno dei più significativi esempi di architettura funeraria etrusca di età ellenistica, oggetto di numerosi studi.
L’Ipogeo dei Volumni è interamente scavato nel terreno ed imita un’antica abitazione casa romano-italica (CENCIAIOLI, 2002; BLERSCH et al., 2006), composta di dieci ambienti. Dal vestibolo di accesso di epoca ottocentesca (Figura 1), una scala (dromos, Figura 2) introduce alla sala di ingresso di forma rettangolare (atrium, Copertina), il soffitto è decorato a mo’ di tetto ligneo a doppia falda, con trave centrale e travi ortogonali. Le pareti di terreno sono scolpite, invece, con figure geometriche e mitologiche. I timpani, situati ai due lati dell’ingresso, sono decorati con scene dell’oltretomba. Dall’ingresso si accede a quattro sale laterali (cubicula), due per ogni lato, ad una stanza frontale (tablinum) e due corridoi (alae) che conducono ad ulteriori stanze laterali con soffitti ornati con trame geometriche e figure gorgoniche ed umane. Nella parete frontale, all’ingresso del tablinium, è scolpito uno scudo tra due spade e due busti virili, uno con canestro e l’altro con la lira, e due volatili sopra le spade (Figura 3).
L’atrium e alcune delle sale laterali presentano panche lungo le pareti, e altre decorazioni scolpite nelle pareti di terreno. Nel tablinium sono disposte sette urne cinerarie iscritte (Figura 4), sei etrusche in travertino stuccato, una romana in marmo (CENCIAIOLI, 2002). Altri oggetti, indice del prestigio della famiglia (elmo, schinieri, punte di lancia) e databili alla prima metà del III sec. a.C., sono stati ritrovati nell’atrio; oggetti della sfera muliebre, tra cui specchi, un ferro da ricci, una scatoletta in osso, sono stati ritrovati nella cella di fondo.
La necropoli del Palazzone
Le altre tombe ipogee della necropoli del Palazzone (Figura 5) sono state rinvenute in parte in maniera fortuita, nel 1963, in seguito alla apertura di una cava di prestito di inerti nella zona. Gli studi archeologici hanno attestato che la necropoli restò in uso fino al II – I sec. a.C. Le tombe sono datate per la maggior parte all’età ellenistica, ma in parte sono riferibili anche ad età arcaica. Queste prestano per lo più una pianta molto semplice con una sola camera preceduta da un dromos, mentre alcune hanno una pianta complessa con più celle. Tra le tombe ellenistiche della necropoli, solo una ha un aspetto architettonico con tetto a doppio spiovente scavato nel terreno naturale e capitelli scolpiti (tomba Bella). È interessante notare che il riambientamento dell’area di cava sia stato destinato alla conservazione dei reperti: attraverso il ripristino della pendenza naturale del versante, è stato creato uno spazio ipogeo adibito a magazzino e laboratori di circa 1000 mq, su tre piani (Antiquarium).
Le numerose urnette in travertino sono state ritrovate all’interno delle tombe insieme a materiale di corredo (Figura 6). La presenza di iscrizioni latine sul coperchio o sulla cassa, in alcuni casi, testimonia l’utilizzo delle tombe per lungo tempo. Dai riscontri, si è constatata la presenza di almeno 22 famiglie. Molti oggetti di corredo funerari sono attualmente esposti al Museo archeologico nazionale dell’Umbria.
Figura 5 – Disposizione delle tombe della necropoli del Palazzone (da www.wikimapia.org)
Le tombe e la geologia
Oltre al valore archeologico, però, la Necropoli del Palazzone è un esempio di archeo-geo-sito. Le pareti ipogee offrono una straordinaria vista tridimensionale delle caratteristiche geologiche e delle strutture sedimentarie del paleoambiente deposizionale che dà luogo alla formazione geologica del Tassello del Sintema di Perugia (Figura 7). Le pareti dell’Ipogeo dei Volumni, di altezza 4-5 m, ad una profondità di circa 15 m dalla superficie, mostrano depositi in una successione sedimentaria dove si alternano conglomerati e sabbie a rari e sottili livelli di argilla, alternati a sabbie fini e limi cementati. Nella ricostruzione di una sezione stratigrafica (Melelli et al., 2016), sono state identificate due unità deposizionali principali, la prima caratterizza una porzione delle pareti ed il tetto, l’altra affiora dal lato dell’accesso e caratterizza anche le altre parti della necropoli. È stata condotta una campagna di caratterizzazione qualitativa della tessitura, analisi morfometriche, chemo-mineralogiche e petrografiche per tutte le aree della necropoli (Bizzarri et al., 2018) che ha permesso di identificare l’intera sequenza sedimentaria: strutture deposizionali con canali intrecciati o braided sono distinguibili tra il pavimento ed il tetto dell’ipogeo dei Volumni, tra le stanze e l’entrata.
Il sito archeologico è tutt’oggi oggetto di progetti di ricerca dedicati alla promozione del geo-turismo, che hanno previsto la ricostruzione tridimensionale del sito e la caratterizzazione geologica e stratigrafica (Progetto SILENE, www.silenepg.it). Altri studi dell’Università di Perugia, tutt’ora in corso, sono dedicati alla valutazione della vulnerabilità e dello stato di conservazione rispetto alle condizioni ambientali e alle sollecitazioni dovute alle infrastrutture (strade, ferrovia) presenti nei pressi del sito.
Note di aggiornamento
2021.03.31
Dopo pochi giorni dalla pubblicazione dell’articolo di ALEVEC ecco un interessante articolo pubblicato dal quotidiano Corriere di Perugia.
2022.02.19
Ed ecco un interessante richiamo sulla pagina FB Ipogeo dei Volumni e Necropoli del Palazzone – Pagina Istituzionale
Bibliografia
BIZZARRI R, MELELLI L, CENCETTI C. (2018) Archeo-Geosites in urban areas: a case study of the Etruscan Palazzone Necropolis (Perugia, central Italy). Alp Mediterr Quat 31(2):207–219. https://doi.org/10.26382/AMQ.2018.15
BLERSCH D, BALZANI M, TAMPONE G. (2006) The Volumnis’ Hypogeum in Perugia, Italy. Application of 3D survey and modelling in archaeological sites for the analysis of deviances and deformations. In: 2nd International Conference on Remote Sensing in Archaeology, 4–7 December, Rome, pp 389–394
CENCETTI C., CECCONI M.; MELELLI L. Eds. (2019) Il progetto SILENE—Un SIstema Lidar per l’Esplorazione della Necropoli del Palazzone; Collana CTL Culture Territori Linguaggi—15; Università degli Studi di Perugia, 2019. ISBN 9788894269789 (www.ctl.unipg.it)
CENCIAIOLI L. (2002) Ipogeo dei Volumni e necropoli del Palazzone, Perugia 2002.
MELELLI L., BIZZARRI R., BALDANZA A., GREGORI L. (2016) The Etruscan “Volumni Hypogeum”, Archeo-geosite: new sedimentological and geomorphological insights on the tombal complex, Geoheritage, 8, 4, 301-314.